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“La Svizzera punta i piedi nella lotta contro il riciclaggio di denaro”

due mani tengono una banconota da 200 franchi
La revisione della legge sul riciclaggio di denaro non dovrebbe inquietare maggiormente i criminali, secondo l'esperta Katia Villard. © Keystone / Christian Beutler

Il parlamento non rafforzerà la responsabilità degli avvocati in materia di crimini finanziari. Così facendo, i deputati hanno svuotato della sua sostanza la revisione della legge sul riciclaggio di denaro, sostiene l'esperta di diritto bancario e finanziario Katia Villard.

La revisione della Legge federale sul riciclaggio di denaro era intesa a soddisfare gli standard internazionali. Tuttavia, la legislazione approvata mercoledì dal parlamento dopo un lungo dibattito non soddisfa questi requisiti.

katia villard
Katia Villard è dottoressa in diritto. È professoressa al Centro di diritto bancario e finanziario dell’Università di Ginevra. Jorg Brockmann

Già nel 2005, il Gruppo d’azione finanziaria (GAFICollegamento esterno) aveva raccomandato alla Svizzera di assoggettare alla legislazione gli avvocati e i consulenti finanziari. Sedici anni dopo, i parlamentari continuano però a rifiutare di includere tale disposizione, come aveva invece proposto il governo.

La nuova legge è sì più severa. Gli intermediari finanziari dovranno verificare l’identità del cliente, documentare il servizio e chiarirne lo sfondo e lo scopo. Queste informazioni dovranno essere controllate periodicamente. Il parlamento, però, ha semplicemente avallato la pratica esistente, deplora Katia VillardCollegamento esterno, professoressa al Centro di diritto bancario e finanziario dell’Università di Ginevra.

swissinfo.ch: Il fatto che avvocati e altri consulenti fiscali non siano soggetti alla legge sul riciclaggio di denaro riduce l’efficacia della legislazione?

Katia Villard: Si tratta effettivamente di una lacuna, che è stata colmata da tempo a livello internazionale. Le attività che il progetto di revisione del Consiglio federale intendeva sottoporre al dispositivo antiriciclaggio, che concernevano la creazione e la gestione di società di domicilio, sono state identificate come a rischio per quanto riguarda il riciclaggio di denaro. Non c’è motivo per cui non debbano essere soggette alla legislazione.

“Questa revisione legislativa è come una montagna che partorisce un topolino.”

Katia Villard, Centro di diritto bancario e finanziario dell’Università di Ginevra

Ci sono altre lacune nella revisione adottata dal parlamento?

I deputati hanno anche rifiutato di inasprire i requisiti per i commercianti di metalli preziosi. La proposta del governo era di abbassare a 15’000 franchi l’importo massimo per il quale i commercianti possono accettare pagamenti in contanti senza essere soggetti alla legge sul riciclaggio di denaro. Tale soglia corrisponde piò o meno a quella in vigore nell’Unione europea.

I parlamentari hanno preferito mantenere il limite a 100’000 franchi. Eppure, mi sembra che nessuno vada più in giro con tali somme in tasca per comprare un lingotto d’oro. Anche in questo caso, è difficile capire le ragioni per cui i deputati mantengono le loro posizioni.

La legge è stata alquanto annacquata durante i dibattiti. La lotta contro il riciclaggio di denaro in Svizzera ne esce comunque rafforzata?

Non proprio, questa revisione legislativa è come una montagna che partorisce un topolino. Le modifiche che sono state accettate si limitano a sancire nella legge delle pratiche esistenti. Direi che l’unico miglioramento sostanziale riguarda le associazioni che raccolgono o distribuiscono fondi all’estero per scopi caritativi, religiosi, culturali o sociali. Sarà loro richiesto di essere più trasparenti. Tuttavia, questo rimane marginale.

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Gli attori internazionali, in particolare il GAFI, che aveva emesso delle raccomandazioni, ribadiranno le loro richieste?

Sì, la comunità internazionale continuerà a chiedere che le attività legate alla creazione e alla gestione delle società di domicilio siano incluse nella legge. Secondo me, i parlamentari hanno fatto un errore di valutazione, perché la misura finirà per essere approvata, in un momento in cui la Svizzera avrà forse un margine di negoziazione minore. La legge che sarà approvata potrebbe quindi essere più severa della versione presentata dal governo. Non sarebbe la prima volta che la Svizzera rifiuta una misura antiriciclaggio per poi dover essere costretta ad adottarla qualche tempo dopo.

Teme che emergano nuovi scandali di riciclaggio di denaro legati alla piazza finanziaria svizzera?

Purtroppo, ci saranno sempre scandali e non solo in Svizzera. Tutti i principali centri finanziari sono esposti. Ogni volta che scoppierà un nuovo caso, la gente si chiederà come sia potuto succedere. Il problema è soprattutto il messaggio che inviamo all’estero: la Svizzera punta i piedi nella lotta contro il riciclaggio di denaro e non vuole rafforzare la legge per ragioni che non reggono. Questa è una politica a breve termine, perché l’argomento si riproporrà fra un po’ di tempo.

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Quale Paese dovrebbe seguire la Svizzera per migliorare la propria legislazione antiriciclaggio?

Le direttive dell’UE sono molto dettagliate, ma penso che la proposta del Consiglio federale fosse abbastanza proporzionata. Sarebbe stato uno strumento efficace. Tuttavia, il problema non è solo la legge, ma anche la sua attuazione. Nel caso dello scandalo Petrobras, per esempio, gli strumenti legali c’erano, ma non sono stati applicati correttamente. Non è stata prestata abbastanza attenzione. Forse abbiamo chiuso un occhio.

Traduzione dal francese: Luigi Jorio

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