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Un’abdicazione per «ricuperare credibilità»

Juan Carlos, attorniato dal figlio Felipe e dalla moglie Sofia, è salito al trono il 22 novembre 1975. Reuters

La stampa svizzera è unanime nel tessere le lodi di re Juan Carlos, «artefice della nuova Spagna», che lunedì ha abdicato in favore dell’erede Felipe. Una svolta però necessaria in un paese in piena crisi, dove anche la monarchia attraversa un momento difficile.

«Quasi tutti i re e le regine del mondo sono completamente inutili. Juan Carlos di Spagna ha rappresentato – almeno per un certo tempo – l’eccezione che conferma la regola», scrive martedì la Neue Zürcher Zeitung.

Il giornale zurighese ricorda che nei momenti difficili il re di Spagna, che in gennaio ha compiuto 76 anni, ha sempre saputo prendere le decisioni giuste, conquistandosi grande simpatia tra la popolazione.

All’indomani della decisione del sovrano di abdicare in favore del figlio primogenito Felipe, la stampa svizzera è unanime nel sottolineare i meriti del Borbone, che dopo la morte di Franco nel 1975 «ha saputo condurre abilmente la Spagna verso una transizione democratica e verso la modernità», sottolinea Le Temps.

Un «re coraggioso», scrive il Corriere del Ticino, che verrà ricordato in particolare come il salvatore della «giovane democrazia spagnola», che il 23 febbraio 1981 ha vacillato per il tentativo di golpe messo in atto dal tenente colonnello Antonio Tejero e da un gruppo di militari della Guardia Civil. «Fu il deciso intervento televisivo del re, vestito per l’occasione con l’uniforme di capo delle forze armate spagnole, ad evitare un bagno di sangue e a convincere Tejero a desistere dal suo tentativo di insurrezione armata», rammenta il giornale ticinese.

Re Juan Carlos ha trascorso parte della sua infanzia a Friburgo e a Losanna, dove ha vissuto tra 3 e 8 anni. È inoltre nella città vodese che ha chiesto la mano di sua moglie Sofia.

Nel maggio del 2011, il Re di Spagna ha compiuto una visita di Stato di due giorni in Svizzera, recandosi proprio a Losanna, dove è stato accolto calorosamente dalla folta comunità spagnola. La sua precedente visita di Stato risaliva al 1979.

«Dei ricordi famigliari commoventi mi legano alla Svizzera», aveva dichiarato il sovrano in occasione della seconda visita.

«Grande senso politico»

Per il 24heures e la Tribune de Genève, anche con l’abdicazione di lunedì, dopo più di 38 anni di regno, Juan Carlos «marcherà ancora una volta la storia del suo paese».

Il gesto – analizzano i due giornali romandi – «dimostra un grande senso politico». Stanco, malato e soprattutto sempre più contestato in seguito ai numerosi scandali che hanno gettato ombra sulla monarchia spagnola – non da ultimo la vicenda della caccia all’elefante nel 2012, quando il paese era all’apice della crisi, e il caso di corruzione in cui sono coinvolti la figlia e il genero – Juan Carlos ha deciso di lasciare «per il bene del suo paese».

Una «svolta per ricuperare credibilità», commenta il Corriere del Ticino. . «Giunto alla corona di Spagna in un momento difficile della vita politica del suo Paese, Juan Carlos toglie il disturbo in un momento non meno facile per molti spagnoli confrontati con le dure conseguenze di una prolungata crisi economica ed occupazionale. Anche per questo ha voluto passare il timone al figlio Felipe, sicuramente più carico di energie, gradito all’opinione pubblica spagnola e già con alle spalle una buona esperienza in ambito internazionale», scrive il giornale ticinese.

«Era ormai giunto il momento», sottolinea dal canto suo la Basler Zeitung. «La Spagna non ha bisogno solo di denaro fresco, ma anche di un nuovo re».

Sfide difficili

Il Tages-Anzeiger e il Bund dubitano che questo cambio generazionale faccia sognare gli spagnoli, demoralizzati da una crisi che pare senza fine e che guardano al trono dei Borboni senza farsi grandi illusioni.

L’erede al trono sembra però essere preparato, scrivono nel loro commento comune i due giornali della Svizzera tedesca. Felipe «non ha finora scheletri nell’armadio e le sue maniere serie ricordano più la madre, la regina Sofia, che il gaudente padre». Il successore di Juan Carlos può anche contare sulla moglie Letizia, di origini non nobili, la cui figura «si addice bene all’immagine di un palazzo frugale e vicino al popolo».

Atout di cui Felipe VI avrà gran bisogno viste le sfide che si profilano all’orizzonte, a cominciare dalla Catalogna, attraversata da spinte secessioniste. «Una divisione sarebbe drammatica per la Spagna», rilevano Tages-Anzeiger e Bund. «Il nuovo re dovrà fare da mediatore. Juan Carlos non ne aveva più la forza. Se il padre ha guidato il paese verso la modernità e la democrazia, al figlio toccherà il compito di mantenerlo il più unito possibile».

«Oggi la Spagna non deve solo fare uscire al più presto milioni di disoccupati dalla miseria, ma anche riformare le sue istituzioni per tener conto delle velleità autonomiste delle sue regioni e ritrovare il suo posto in questa Europa che le ha dato tanto», sottolineano 24heures e Tribune de Genève. «Abdicando ieri, Juan Carlos ha mostrato di aver perfettamente capito la situazione. Tocca ora a suo figlio Filippo, che si è preparato sin dalla più giovane età, raccogliere la sfida. E salvare la monarchia».

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