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Come l’italianità ha plasmato la Svizzera

Neuenhof, il villaggio degli italiani

stazione di neuehof
Il comune argoviese di Neuenhof vanta la più alta proporzione di italiani tra tutte le località della Svizzera tedesca e francese. tvsvizzera

Come vivono gli italiani in un villaggio svizzero dove un abitante su otto è italiano? Come al paese, anche se le possibilità di integrarsi con gli autoctoni non mancano. A Neuenhof, un villaggio influenzato fortemente dall’immigrazione italiana, si può essere italiani e svizzeri contemporaneamente.

In Svizzera vivevano a fine 2019 321’300 persone di nazionalità italiana, senza contare gli oltre 200’000 bi-nazionali, in possesso sia del passaporto svizzero che di quello italiano.

Il Ticino è naturalmente il Cantone con la più alta proporzione di cittadini provenienti dalla vicina Penisola. Tuttavia, anche nella Svizzera tedesca e francese, in alcune regioni la presenza di italiani è molto marcata. Neuenhof, nel cantone Argovia, è una di queste. Situato sull’asse che collega Olten a Zurigo, a pochi chilometri da Baden, questo comune vanta la più alta percentuale di italiani tra tutte le località a nord delle Alpi: ben l’11%.

Neuenhof è un comune cosmopolita per eccellenza: su 8’888 abitanti quasi la metà, esattamente 4’297 persone, sono di nazionalità non svizzera. Tra di loro gli italiani registrati nel 2019 erano 1’040.

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Questo contenuto è stato pubblicato al Gli italiani sono spesso presentati come un modello di integrazione riuscita. Ma come quasi sempre accade, il movimento non è stato a senso unico. Anzi.

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Franco Tomasi, italiano naturalizzato svizzero e residente a Neuenhof dal 1964, spiega che il gran numero di stranieri e quindi di italiani è dovuto a ragioni economiche. Negli anni ’60 e ’70 in questa regione c’erano dei grossi cantieri dovuti alla costruzione delle autostrade e ad una importante industria tessile. Questi due settori hanno perso piede negli ultimi anni ma sono stati sostituiti da altri tipi di fabbriche, come la fabbrica di caramelle (F. Hunziker + Co. AG) dove Tomasi ha lavorato fino al suo pensionamento. “Nella fabbrica”, ricorda Tommasi, “la lingua di lavoro tra i nuovi immigrati dal Kossovo, Portogallo e da altre nazioni era l’italiano. Scrivevamo le istruzioni di lavoro in italiano”.

L’ambito permesso B

Tomasi è arrivato qui come detto nel 1964. Suo padre, dopo quattro anni da stagionale, aveva ottenuto il permesso di soggiorno B e con esso il diritto di poter portare con sé tutta la famiglia. All’epoca, il paese aveva meno abitanti stranieri e ciò ha favorito la sua integrazione. Con il tempo anche tanti altri lavoratori che abitavano nelle baracche hanno ottenuto l’ambito permesso di soggiorno e potuto far venire le loro famiglie. Il numero di stranieri è così aumentato rapidamente in modo considerevole. Il fratello di Franco Tomasi, ad esempio, ha frequentato una classe con così tanti bambini italiani e spagnoli che la maestra parlava a volte con loro italiano invece che in tedesco.

All’epoca gli uomini lavoravano nei cantieri e le donne nelle catene di montaggio delle fabbriche. In particolare, ricorda Tomasi, l’azienda elettrotecnica Brown Boveri (BBC) ebbe un gran boom economico negli anni ’70 e fece venire molta manodopera italiana, da tutte le regioni. Ai suoi operai l’azienda offriva anche alcune infrastrutture per il tempo libero, come per esempio il campo da calcio, dove è nata l’associazione di calcio di Neuenhof. Ancora oggi il presidente dell’associazione calcistica locale è italiano.

“Svitaliani”

Gli orti cittadini erano e sono tuttora un altro posto importante per gli immigrati italiani. Se la generazione degli anni ’70 li coltivava assiduamente anche per ottenere prodotti che in Svizzera non si trovavano in commercio, come i peperoncini calabresi, oggi i giardini coltivati a prato sono per molti il luogo prediletto per la grigliata domenicale con gli amici e la famiglia. Le bandiere italiane insieme ai peperoncini sono ancora ben visibili, ma i figli degli italiani sono sempre meno riconoscibili.

Oggi a Neuenhof i residenti italiani sono per la più parte integrati. Alcuni si sono naturalizzati prendendo il passaporto svizzero, altri non hanno mai preso la nazionalità, anche se vivono a tutti gli effetti come svizzeri. I loro figli parlano italiano e tifano per gli azzurri, ma la loro lingua principale è il dialetto svizzero tedesco e frequentano per lo più amici svizzeri.

Tomasi, nonostante faccia parte di una generazione precedente, ne è un esempio. Lui si definisce uno svitaliano: un po’ svizzero, un po’ italiano. Da quando ha la doppia cittadinanza è attivo in politica a livello comunale e fa parte di varie associazioni, tra cui il circolo di tennis di Neuenhof dove lo incontriamo. Lui fa parte del circolo svizzero tedesco, ma qui in paese c’è anche un gruppo di tennis di soli italiani, la Racchetta d’Oro.

Non sono più molte le associazioni di soli italiani a Neuenhof. Prima c’erano la Famiglia calabrese, la Famiglia lucana, le Colonie libere di Baden e molte altre, ma oggi nel paese resta solo il Circolo Alpino Italiano CAI, che rimane un punto d’incontro dei lavoratori italiani. Ultimamente è stato rinnovato in ristorante-pizzeria e accanto alla saletta degli operai, rimasta più o meno come prima, accoglie nella sala principale avventori di ogni nazionalità.

Le attività commerciali italiane invece non mancano a Neuenhof, come per esempio il negozio di Moda Italiana per Donne o quello di caffè napoletano la Rotonda. Entrando in questi spazi sembra un po’ di essere in Italia. Nonostante i gestori siano da tanti anni in Svizzera e parlino perfettamente lo svizzero tedesco, hanno mantenuto le usanze e i modi di fare italiani. Come ci dice la commessa del negozio di moda italiano a Neuenhof ci sono tanti italiani ma è bello integrarsi e stare con tutti.

A Neuenhof arrivano anche oggi nuovi immigrati, come il pizzaiolo del CAI, che per lavorare in Svizzera ha lasciato la famiglia in Italia. Anche se vivere lontani dai propri cari non è facile, lui non sente la nostalgia dell’Italia, perché qui “conosce tutti come al paese”, ci racconta.

La Svizzera resta una meta attrattiva per gli italiani e la presenza di tanti connazionali facilita il loro arrivo e l’integrazione lavorativa. Neuenhof è un esempio di come si può vivere in Svizzera mantenendo la cultura italiana ma senza isolarsi dagli svizzeri. Al contrario, Tomasi ci racconta come i suoi amici svizzeri apprezzano sempre più il carattere solare della cultura italiana e che spesso dopo le vacanze in Italia gli raccontano: “Ah, vorrei vivere come al sud, come in Italia”. A Neuenhof un po’ forse si può.

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