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Italia e Svizzera rilanciano il dialogo a Roma

Sorrisi raggianti durante l'incontro tra Doris Leuthard e Silvio Berlusconi Keystone

Divergenze fiscali, relazioni economiche e la crisi con la Libia sono stati al centro delle discussioni nella capitale italiana tra la presidente della Confederazione Doris Leuthard e il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi. L'incontro è avvenuto in un'atmosfera definita "costruttiva".

“Berlusconi ha detto con chiarezza di volere una soluzione globale”. È visibilmente soddisfatta Doris Leuthard, al termine dell’incontro di quaranta minuti con il ‘cavaliere’ a Palazzo Chigi. L’incontro al più alto livello politico degli ultimi quattro anni tra Svizzera e Italia.

La presidente della Confederazione è convinta che questo colloquio possa segnare il rilancio del dialogo italo-svizzero, dopo i lunghi mesi delle polemiche e dei contrasti: i mesi della cosiddetta “guerra fiscale”.

Per la consigliera federale è stata particolarmente significativa la presenza, al colloquio, di due super-ministri italiani: il titolare degli Esteri, Franco Frattini, e soprattutto quello di Giulio Tremonti, ministro dell’economia e delle finanze, il più critico nei confronti della Svizzera e del suo segreto bancario.

“Tremonti – dice Doris Leuthard a swissinfo.ch – ha ripetuto che a suo parere la Svizzera approfitta ancora troppo dei benefici del segreto bancario: ma è un uomo intelligente e pragmatico, vedremo dunque in che modo vorrà riprendere in concreto e positivamente quanto discusso oggi”.

Sforzo di persuasione

Evidentemente, la consigliera federale conta molto su uno sforzo di persuasione del premier italiano anche sul suo ministro. “Il fatto che Silvio Berlusconi abbia insistito anche davanti a Tremonti sulla necessità di trovare una via d’uscita sui dossier che ci separano ha un’indiscutibile importanza, anche se la discrezione mi impone di non entrare nei dettagli di quanto discusso durante l’incontro”.

La Confederazione, è stato in sostanza il messaggio di Doris Leuthard, ha già firmato nuovi accordi sulla doppia imposizione con paesi come la Germania e la Francia. “Berlusconi mi è sembrato colpito da questo fatto – dice durante la conferenza stampa – e non si vede perché un’intesa non possa essere raggiunta anche con l’Italia; tanto più che il governo elvetico ha chiaramente detto che la Svizzera vuole accogliere solo capitali dichiarati alle autorità dei paesi di provenienza”.

Importante partner commerciale

Una svolta, si spera, che potrà ammorbidire la posizione soprattutto di Tremonti, che ha fin qui mantenuto la Svizzera in una sorta di sua personale “lista nera” dei paesi non collaborativi a livello fiscale, nonostante il fatto che Berna abbia accettato e sottoscritto le norme dell’OCSE e firmato nuovi accordi con 27 Stati.

Cosi, rimane congelato il negoziato Berna-Roma. Non nego che le divergenze rimangono, ammette la presidente della Confederazione. Doris Leuthard si dice però convinta che l’odierno chiarimento “offra l’occasione per una ripresa del lavoro dei tecnici incaricati del difficile dossier”.

Anche perché – ha ricordato – troppo spesso, pure in Svizzera, si sottovaluta il grande peso dei rapporti economici fra i due paesi. “L’Italia è il nostro secondo partner commerciale. Per questo abbiamo toccato anche il tema degli investimenti elvetici nella Penisola, che potrebbero essere incrementati soprattutto nel Sud Italia”.

Crisi libica

E anche sul contrasto tra Libia e Svizzera il capo del governo italiano – che Doris Leuthard ha incontrato in un momento di tempesta politica, dopo le dimissioni a cui è stato costretto il ministro Scajola – sembra abbia voluto indicare un suo personale impegno.

“L’Italia – ha assicurato la consigliera federale – vuole aiutare la Svizzera e Max Goeldi”, l’imprenditore elvetico trattenuto in Libia dall’estate 2008 e condannato a quattro mesi di carcere per soggiorno illegale in quel paese.

“Bisogna sempre sperare”, dice la presidente della Confederazione. “Berlusconi ha voluto sapere da noi qual è la situazione. Ogni aiuto è il benvenuto, anche se in definitiva anche lui sa che la decisione la prenderà Gheddafi”. Un interlocutore non facile, ricorda Doris Leuthard, “neppure per il presidente Berlusconi”.

Aldo Sofia, Roma, swissinfo.ch

Con una quota pari al 9,5% del commercio estero elvetico, l’Italia è il secondo partner economico della Svizzera, dopo la Germania.

Nonostante una sensibile diminuzione nel 2009, dovuta in particolare alla crisi economica internazionale, gli interscambi tra i due paesi totalizzano circa 40 miliardi di franchi all’anno.

L’Italia è il secondo principale fornitore (11% delle importazioni elvetiche) e costituisce il terzo mercato d’esportazione (9% delle esportazioni elvetiche).

La Svizzera è il sesto investitore estero in Italia (27 miliardi di franchi a fine 2008) e le imprese elvetiche nella vicina Penisola danno lavoro a circa 78’000 persone.

Gli investimenti italiani nella Confederazione, a cui sono legati 13’000 posti di lavoro, ammontano a 6 miliardi di franchi all’anno.

La cooperazione tra Svizzera e Italia è regolata da diversi trattati. Tra quelli di particolare importanza entrati in vigore negli ultimi anni vi è il trattato sulla cooperazione tra le autorità doganali e di polizia (2000), il trattato sull’assistenza giudiziaria in materia penale (2003) e il trattato sulla cooperazione scientifica e tecnologica (2006).

Nell’ambito della collaborazione transfrontaliera, il Ticino e le province italiane di Como, Varese e Verbano-Cusio-Ossola, hanno fondato nel 1995 la comunità di lavoro Regio Insubrica.

(fonte: Dipartimento federale dell’economia)

La colonia italiana è la comunità straniera più numerosa in Svizzera: oltre mezzo milione di persone possiedono la cittadinanza italiana o la doppia cittadinanza.

In Italia risiede la quarta comunità di svizzeri all’estero in ordine di grandezza, dopo quelle di Francia, Germania e Stati Uniti.

Alla fine del 2009 erano registrati 48’638 cittadini elvetici nei tre consolati svizzeri in Italia. I due terzi vivono nel nord del Paese.

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