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Campione d’Italia tra attesa e preoccupazione

L'ipotesi ventilata da Roma di riaprire il casinò è stata accolta positivamente a Campione di Italia, in crisi dal fallimento della casa da gioco, ma le tempistiche sono lunghe e i tagli al personale rischiano di essere ingenti.

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Con la legge di stabilità che verrà approvata a Roma entro la fine dell’anno, il casinò di Campione d’Italia potrebbe riaprire. Ma tre mesi di attesa sono lunghi per chi, a causa del fallimento della casa da gioco, è rimasto senza un salario. 

Fino agli scorsi anni l’enclave italiana riceveva il 40% delle entrate della casa da gioco, che dal 2011 ha versato un importo fisso di circa 25 milioni di euro l’anno. Era quindi la fonte di entrata principale l’ente locale.

Col tempo però i cali progressivi degli incassi e le enormi spese della struttura il debito è diventato quella voragine che ha portato ad un fallimento stimato a 132 milioni di euro. Sono in corso delle verifiche per capire la complessità dei debiti, ma si sa che il casinò deve 44 milioni al comune e 32 alla Banca popolare di Sondrio.

Nell’ipotesi di una riapertura – non prima della fine dell’anno – comune e casa da gioco dovranno passare molto probabilmente attraverso una drastica riduzione del personale. I dipendenti comunali potrebbero scendere da 102 ad appena 16, mentre per la casa da gioco si stima un dimezzamento della forza lavoro. 

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