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“La Svizzera si dia una corte costituzionale”

Troppa democrazia potrebbe paradossalmente andare contro i diritti umani. È quanto sostiene il commissario dei diritti umani del Consiglio d'Europa in un rapporto reso pubblico oggi. Iniziative popolari come "Il diritto svizzero anziché giudici stranieri” che intende sancire la prevalenza del diritto costituzionale elvetico sul diritto internazionale, potrebbero andare contro carte fondamentali, in questo caso contro la Convenzione europea dei diritti umani. Occorre dunque un'istanza che "verifichi" la compatibilità delle iniziative popolari con i trattati internazionali.

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Il prossimo anno il popolo svizzero sarà chiamato ad esprimersi sull’iniziativa lanciata dall’Unione democratica di centro (UDC, il partito populista di destra che ha la maggioranza relativa in parlamento) “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri”. Come detto, l’iniziativa vuole sancire la prevalenza del diritto costituzionale sul diritto internazionale e obbligare le autorità ad adeguare e, all’occorrenza, a denunciare i trattati internazionali contrari alla Costituzione federale. Sebbene il Consiglio federale respinga l’iniziativa, la sua approvazione produrrebbe incertezze sul piano giuridico. 

Infatti se l’iniziativa fosse accettata, si giungerebbe alla violazione della Convenzione europea dei diritti umani e di conseguenza sancirebbe l’uscita della Svizzera da questa convenzione.

Rapporto del Consiglio d’Europa

In verità c’è un’ampia serie di elementi che l’ultimo rapporto del Consiglio d’Europa ha preso in considerazione su Svizzera e diritti umani: dall’accoglienza dei richiedenti l’asilo, alle detenzioni amministrative; dall’applicazione della norma antirazzismo, fino ai diritti sociali e ai nuovi poteri dei servizi segreti. Il rapporto, su un piano complessivo, riconosce alla Svizzera un solido quadro di protezione e promozione dei diritti umani. Nelle 40 pagine della relazione, tuttavia, gli apprezzamenti si alternano anche a rilievi più critici su diversi aspetti.

Fra questi ultimi, appunto spicca la preoccupazione espressa in merito all’iniziativa popolare “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri”.

Nel rapporto si raccomanda alla Svizzera di istituire un meccanismo (o una corte indipendente) volto a verificare la compatibilità delle iniziative popolari con i trattati internazionali legati ai diritti umani.

Il rapporto Collegamento esternoè stato redatto dopo una visita del commissario Collegamento esternoin Svizzera lo scorso maggio. E l’idea avanzata di un organo indipendente (si veda l’intervista) che valuti le iniziative popolari è, secondo il presidente dell’UDC Albert Rösti, inaccettabile. “È un affronto nei confronti della Svizzera. La protezione dei diritti umani è già garantita dalla nostra Costituzione. Noi assicuriamo questi diritti anche grazie alla democrazia diretta”. 

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Niente di nuovo

Non è la prima volta che un’iniziativa popolareCollegamento esterno va contro al diritto internazionale o ad accordi e trattati internazionali firmati dalla Svizzera. Nel novembre 2010 gli svizzeri votarono sull’espulsione degli stranieri che commettono reatiCollegamento esterno mentre nel febbraio il popolo elvetico accettò l‘iniziativa contro l’immigrazione di massaCollegamento esterno. Quest’ultima ha messo seriamente in pericolo gli accordi bilaterali tra Svizzera e Unione europea.

Per queste e altre iniziative popolari non è la prima volta che si pensa alla creazione di una “corte costituzionale” che verifichi appunto la costituzionalità delle iniziative. Una richiesta che è sempre stata rifiutata. Simili Corti esistono però a livello cantonale, ad esempio nel Canton VaudCollegamento esterno e nel Canton GinevraCollegamento esterno

Oggi a livello federale, oltre alla Cancelleria federaleCollegamento esterno – che controlla unicamente aspetti formali – spetta all’Assemblea federale verificare la ricevibilità di un’iniziativa popolare. Ma si tratta di un ente politico non indipendente.

Ora con il rapporto del Commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa e il suggerimento di creare un’istanza indipendente che valuti le iniziative popolari, chissà che non si ritorni a parlare dell’istituzione di una corte costituzionale.

Miglior protezione dei migranti 

Nel suo rapporto, il Consiglio Europa raccomanda anche alla Svizzera di assicurare una migliore protezione dei migranti. La Confederazione dovrebbe introdurre una forma di protezione internazionale sussidiaria per le persone a cui non è riconosciuto lo status di rifugiato ma che con ogni probabilità finiranno per restare a luogo in Svizzera, come coloro che fuggono dal conflitto in Siria. 

“Non è accettabile di mettere durevolmente in una situazione difficile e precaria delle persone che resteranno molto probabilmente a lungo in Svizzera, ostacolando la loro integrazione”, afferma Nils Muiznieks, commissario del Consiglio d’Europa per i diritti umani, in una nota, pubblicata sul sito del Consiglio d’Europa in parallelo con la presentazione del rapporto. 

Il commissario chiede quindi alla Svizzera di non limitare i diritti di chi non ottiene lo status di rifugiato, in particolare per quanto riguarda l’assistenza sociale, la mobilità e la riunificazione familiare. 

Muiznieks domanda inoltre alle autorità elvetiche di porre fine alla detenzione amministrativa dei minori tra i 15 e 18 anni praticata in alcuni cantoni, e di smettere di detenere minori, con o senza famiglia, nelle zone di transito degli aeroporti internazionali. 

Per quanto riguarda l’asilo in generale, Muiznieks si rallegra tuttavia della nuova legislazione elvetica che mira ad accelerare e migliorare le procedure, fornendo nel contempo un aiuto giuridico gratuito.

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