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Invecchiamento della popolazione e politica migratoria

Rispetto al Giappone, la Svizzera investe molto nella protezione sociale. Nel 2000 la spesa sociale nella Confederazione rappresentava il 28% del prodotto interno lordo (PIL) contro il 15% nel Giappone.

Sia il Giappone che la Svizzera devono però trovare una soluzione al problema dell’invecchiamento della popolazione.

Se al momento attuale il 17% della popolazione nipponica e il 15% di quella elvetica superano i 65 anni di età, nel 2040 tale quota salirà al 31% in entrambe le nazioni.

Un altro dato accomuna i due Paesi: il numero di bambini per donna in età fertile è estremamente basso (1,3 in Giappone e 1,4 in Svizzera). È risaputo che la bassa natalità e l’invecchiamento della popolazione comportano una costante diminuzione della popolazione lavorativa.

Il Giappone, stando a uno studio delle Nazioni unite, per mantenere il rapporto lavoratori/pensionati ai livelli del 1995 dovrebbe avere un’immigrazione pari a 553 milioni di individui entro il 2050, ossia 10 milioni all’anno!

Ora, questo potrebbe rappresentare un problema enorme per lo Stato nipponico, il quale – come rileva Sandra Lavenex dell’Università di Berna – è sempre stato molto restrittivo nella politica d’immigrazione. Basti pensare che l’immigrazione legale è limitata in sostanza solo ai nikkeijin, ossia alle persone d’origine giapponese.

Lo statuto di altri immigrati è assai precario. Si tratta per la maggior parte di lavoratori a basso costo che non ricevono salari regolari, l’assicurazione malattia o altri benefici sociali. Possono rimanere nel Giappone fino a un massimo di cinque anni, senza diritto di portarvi la famiglia. “Indipendentemente dallo statuto legale, la discriminazione degli stranieri sembra essere un fatto ben radicato nel Giappone, non solo per quanto riguarda i diritti sociali, ma anche la naturalizzazione”, afferma Lavenex.

Ciò si spiega anche con l’idea stessa di nazione presente nel Giappone che mette l’accento sulle concezioni “primordiali, per non dire ‘razziste’, di omogeneità e purezza”.

In Svizzera, per contro, la concezione di identità nazionale è più “civica” e inclusiva, grazie anche al fatto che si tratta di uno Stato intrinsecamente multiculturale. Ma ciò non ha impedito l’emergenza dell’elemento etno-nazionale in Svizzera, soprattutto nella procedura di naturalizzazione.

Swissinfo, Nenad Stojanovic

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