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7500 franchi per ogni svizzero

banconote svizzere
L'iniziativa costerebbe circa 60 miliardi di franchi. © Keystone / Gaetan Bally

Un'iniziativa popolare promossa da sette sangallesi propone di distribuire ad ogni cittadino svizzero 7'500 franchi. La Cancelleria federale ha pubblicato martedì il testo e la raccolta firme può ora iniziare.

È uno dei pregi (o, secondo alcuni, dei difetti) della democrazia diretta svizzera: nella Confederazione si possono lanciare iniziative popolari su qualsiasi tema; basta raccogliere il numero di firme necessarie, ovvero 100’000, per sottoporle al giudizio dei cittadini.

Così, due anni fa, la popolazione ha votato su un’iniziativa che proponeva di introdurre un incentivo finanziario della Confederazione per i detentori di bovini e caprini che non li scornano. Più in là negli anni, nel 1996, venne invece lanciata un’iniziativa che chiedeva di iscrivere nella Costituzione “l’obbligo per i proprietari o detentori di piccioni viaggiatori in territorio svizzero di mettere a disposizione della Confederazione i loro animali in caso di guerra o di catastrofe”. In questo caso, però, il progetto non fu mai messo in votazione, poiché i promotori fallirono l’obiettivo di riunire le firme.

“Elicottero monetario”

L’iniziativa pubblicata martedì nel Foglio federaleCollegamento esterno non ha nulla a che vedere con volatili o animali in generale ed è – non ce ne vogliano i sostenitori delle proposte appena menzionate – di ben altra portata.

Il testo propone infatti che la Banca nazionale svizzera “emetta moneta per la somma complessiva necessaria” a distribuire ad ogni “persona avente la cittadinanza svizzera” 7’500 franchi. Un importo sul quale non si dovranno pagare imposte.

I promotori dell’iniziativa “per l’elicottero monetario” – espressione coniata da Milton Friedmann per definire delle politiche monetarie non convenzionali che prevedono la creazione di denaro da parte di una banca centrale e la distribuzione direttamente ai consumatori – hanno ora tempo fino 20 aprile 2022 per raccogliere le firme. Nel caso in cui ci riuscissero, il testo passerà poi al vaglio di Governo e Parlamento e in seguito, se dichiarata valida, sottoposta al voto del popolo.

Una proposta già sperimentata

La proposta – che potrebbe sembrare a prima vista un po’ bizzarra – non è in realtà una novità ed è già stata sperimentata. “Nel 2008, durante la grande crisi finanziaria negli Stati Uniti, è stato distribuito un assegno agli americani nella speranza che lo spendessero”, ha ricordato John Plassard, vicedirettore della Banca Mirabaud, intervistato dalla trasmissione radiofonica Forum della Radiotelevisione Svizzera di lingua francese. L’esperienza si è rivelata però poco soddisfacente, poiché “il 50% dei soldi sono finiti nel risparmio”. Anche quest’anno l’amministrazione Trump ha distribuito denaro agli americani, ma solo un terzo è stato speso. “È una reazione normale quando si è confrontati con una situazione così incerta come quella causata dalla pandemia di coronavirus”, ha spiegato Plassard.

Per il parlamentare federale socialista Samuel Bendahan, intervistato nell’ambito della stessa trasmissione, l’iniziativa ha il pregio di mettere sul tavolo una questione fondamentale: “Durante la crisi ci sono delle persone che si sono arricchite e altre, la grande maggioranza, che continuano a soffrire. E oggi non si fa nulla”.

Secondo Bendahan, il modo di agire non è però quello giusto: “Bisogna fare qualcosa di cui la gente approfitti veramente. Il problema è che non si tratta di un aiuto mirato. Raggiunge sia le persone bisognose che quelle più ricche”.

Vi è poi un altro aspetto problematico, ossia il fatto che i soldi siano destinati solo ai cittadini svizzeri. Sia Plassard che Bendahan ritengono che l’aiuto dovrebbe andare a tutti – svizzeri e stranieri – poiché i primi non possono da soli rilanciare l’economia.

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