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La Gazzetta Svizzera compie mezzo secolo

In Italia risiedono circa 50'000 cittadini svizzeri. La comunità elvetica più grande vive a Milano. Keystone

Dal 1968 il mensile d’informazione è un punto di riferimento per la comunità degli svizzeri che vivono in Italia. Grazie alla Gazzetta Svizzera possono tenersi aggiornati sulla politica elvetica e sulle attività delle associazioni del Collegamento svizzero.

Questo contenuto è stato pubblicato il 05 marzo 2018 - 10:30
Michele Novaga

Era il 15 ottobre del 1968 quando da una tipografia romana uscirono 10’000 copie del primo numero della Gazzetta SvizzeraLink esterno, bollettino mensile per gli Svizzeri in Italia. Un battesimo importante per una pubblicazione che nasceva per volontà del Collegamento svizzeroLink esterno e dall’esigenza di creare un giornale in lingua italiana che sostituisse per l’Italia la Revue Suisse.

Su quel primo numero, ideato da Ermanno Schütz, corrispondente della Neue Zürcher Zeitung e da Cornelio Sommaruga, addetto culturale dell’ambasciata svizzera, a fianco dell’articolo di fondo del redattore Rolf C. Robi sull’autunno a Praga e la tragedia cecoslovacca, anche il saluto dell’allora presidente della Confederazione Willy Spühler.

«Che la Gazzetta Svizzera possa contribuire a rendere ancora più stretti i legami esistenti tra le diverse colonie svizzere in Italia e a mantenere saldi i vincoli con la Madrepatria. Formulo questo augurio per il nuovo Bollettino in nome mio personale e in nome di tutta la Svizzera», si poteva leggere a firma del consigliere federale in un articolo di spalla.

50 anni di notizie al servizio degli svizzeri d’Italia

Ignazio Bonoli, redattore della Gazzetta Svizzera. Michele Novaga

Ancor oggi, 50 anni dopo, la “Gazzetta” nata con l’obiettivo di consolidare i rapporti tra gli Svizzeri informandoli sui principali eventi in patria e nel paese ospite, è sempre un punto di riferimento per gli oltre 50’000 connazionali che vivono oltreconfine. Ma anche un caso di scuola dell’editoria dato che viene fatto con un budget limitato e poche risorse umane.

«La redazione è a casa mia a Breganzona, in Ticino, dove scrivo commenti, correggo gli articoli che provengono dai circoli svizzeri in Italia, faccio i titoli, impagino le rubriche, inserisco le didascalie alle foto stando attento a non sbagliare i nomi», confessa a swissinfo.ch Ignazio Bonoli, il redattore della Gazzetta Svizzera al servizio del giornale dal 1969 e unico stipendiato.

«All’inizio - racconta - mi occupavo solo dell’impaginazione del giornale. Poi, dal 1975, ho cominciato a lavorare come redattore al posto di Rolf C. Ribi. Il giornale si compone di due cose principali: le notizie che arrivano dalle organizzazioni svizzere o che riprendo dalla Schweizer RevueLink esterno degli svizzeri all’estero [realizzata in quattro lingue, ma non in italiano] e quelle che ci arrivano dalle associazioni svizzere in Italia, le quali costituiscono più della metà del giornale. Queste notizie sono molto utili perché fanno conoscere le attività delle associazioni e aiutano a farsi conoscere anche tra di loro. Io di mio aggiungo qualche commento di politica o di economia sulla Svizzera e sui rapporti Svizzera/Italia».

Tuttavia - puntualizza Bonoli - «le rubriche più seguite sono quella legale curata dall’avvocato Markus W. Wiget, che concerne i cittadini svizzeri in Italia e i rapporti tra due Stati (accordi, votazioni, circolazione delle persone), e la rubrica AVS di Robert Engeler [a lungo presidente del Collegamento svizzero in Italia], che si occupa di problemi sociali, di assicurazioni e di pensioni».

La “Gazzetta” e le sfide del futuro

Realizzato in formato tabloid con una foliazione che varia da 24 a 32 pagine e con 11 numeri l’anno (esce tutti i mesi tranne agosto), la Gazzetta è edita dal Collegamento svizzero in Italia, ma è gestita da una società sorella - l’Associazione Gazzetta Svizzera con sede a Muralto - creata appositamente nel 1995.

La tiratura si mantiene da qualche tempo stabile sulle 22’000 copie anche perché i lettori sono molto affezionati alla carta. E aumenta contemporaneamente il numero di coloro che la scaricano in formato PDF dal sito online (7’000) per un totale di circa 50’000 lettori.

«Il data base con i nomi degli svizzeri residenti in Italia è del Consolato mentre noi ci occupiamo della spedizione. Il fatto di essere online facilita anche gli utenti non svizzeri ad interessarsi alle questioni elvetiche. E questo non può che portare vantaggi», spiega l’avvocato Andrea Pogliani, presidente della Gazzetta Svizzera. Che, a swissinfo.ch, racconta quali siano le nuove sfide che attendono questa gloriosa pubblicazione negli anni a venire.

«La fascia di età dei nostri lettori è tuttora un po’ alta. Per questo stiamo cercando di coinvolgere maggiormente i giovani anche attraverso gli strumenti social di cui ci siamo dotati. Dobbiamo trovare nuovi contenuti per creare un’offerta che attinga sì dal giornale, ma con sfaccettature studiate sui loro interessi in modo da catturarli. E poi, per quanto riguarda il finanziamento, vorremmo implementare un paypal sul sito in modo che i lettori possano, in tempo reale, versare i loro contributi».

Non solo news

Già perché i due terzi del budget della “Gazzetta” (circa 300’000 franchi l’anno) sono proprio contributi erogati dai lettori a fronte di un 27% che viene finanziato direttamente dalla Confederazione.

«In realtà non lo si può definire un contributo poiché la Confederazione ci paga per pubblicare le loro notizie ufficiali», precisa Gian Franco Definti, tesoriere dell’Associazione Gazzetta Svizzera e presidente della Società svizzera di Milano. Che conclude: «Nel 2016 abbiamo creato il “fondo Borse di Studio” gestito da educationsuisseLink esterno e lo scorso anno abbiamo erogato quattro borse di studio ad altrettanti giovani svizzeri residenti in Italia che intendono proseguire la loro formazione professionale o gli studi universitari in Svizzera».

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