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Influenza A (H1N1): vaccinazioni da metà novembre

La Confederazione ha ordinato 13 milioni di dosi di vaccino contro l'influenza A(H1N1) Keystone

Già dalla seconda metà del mese prossimo potrà iniziare la campagna di vaccinazione contro l'influenza A(H1N1) delle persone a rischio e dei professionisti della salute. L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha annunciato di aver omologato due vaccini che soddisfano i criteri di sicurezza.

“Disponiamo ora di diversi prodotti di vaccinazione sperimentati e sicuri”, ha annunciato il direttore dell’UFSP Thomas Zeltner, durante una conferenza stampa tenuta venerdì mattina a Berna. I due vaccini già omologati, prodotti da Novartis e GlaxoSmithKline, non aumentano neppure i rischi di contrarre l’influenza stagionale.

Le scorte di vaccini saranno messe a disposizione già la settimana prossima dei cantoni. Il compito di organizzare la campagna di vaccinazione spetta infatti alle autorità cantonali. I costi saranno però assunti congiuntamente da Confederazione, cantoni e assicurazioni malattia.

La vaccinazione sarà gratuita e facoltativa, ha sottolineato ancora l’UFSP. Le dosi di vaccino ordinate, complessivamente 13 milioni, saranno fornite in diversi scaglioni a partire dalla fine di ottobre e sino alla fine dell’anno.

Nessun motivo di panico

L’UFSP provvederà nelle prossime settimane ad informare ulteriormente la popolazione e il corpo medico in merito ai vaccini e ad emettere le necessarie raccomandazioni. A tale scopo, a partire dalla fine di ottobre sarà lanciata una nuova fase della speciale campagna di sensibilizzazione, intitolata “Uniti contro l’influenza”.

Le autorità sanitarie hanno tuttavia tenuto a rassicurare la popolazione. “Si tratta di una malattia moderata che può essere senz’altro paragonata ad un’influenza stagionale. Non vi è quindi assolutamente nessuna ragione per diffondere panico”, ha affermato Thomas Zeltner.

“Pochi giorni fa mi è stato addirittura chiesto, se sarà necessario aumentare il numero dei crematori in Svizzera. Posso rassicurare tutti e ripetere che questa pandemia può essere affrontata senza misure eccezionali. Non sarà neppure necessario chiudere delle scuole”, ha sottolineato il direttore dell’UFSP.

L’unica cosa da fare in caso di sintomi di influenza, ha rammentato Zeltner, è di rimanere a letto, come per qualsiasi altra malattia di questo tipo.

Effetti indesiderati

L’UFSP ha inoltre indicato che la dosi di vaccino ordinate dalla Confederazione sono ripartite tra i seguenti prodotti: Pandemrix del gruppo farmaceutico britannico-americano GlaxoSmithKline e Focetria e Celtura dell’azienda elvetica Novartis.

Il primo prodotto è stato omologato per la vaccinazione di persone a partire dai 18 anni, mentre Focetria per i bambini a partire dai 6 mesi. La procedura di omologazione del vaccino Celtura è invece ancora in corso.

L’UFSP attira ancora l’attenzione sul fatto che tutti gli effetti indesiderati gravi o inattesi devono essere dichiarati a Swissmedic, che ha appositamente sviluppato il portale internet PaniFlow per rafforzare le misure di vigilanza.

swissinfo.ch e agenzie

Il virus influenzale H1N1 è apparso in una forma geneticamente nuova nel marzo 2009 in Messico. È formato da DNA presente nei virus aviari, umani e suini.

La trasmissione da uomo a uomo si verifica attraverso colpi di tosse, starnuti o strette di mano. Per questo motivo, le autorità sanitarie raccomandano soprattutto di lavarsi accuratamente le mani più volte al giorno e di evitare il contatto con persone che presentano sintomi influenzali.

Tra questi vi sono: febbre, sonnolenza, perdita di appetito e tosse. Alcune persone hanno manifestato pure raffreddore, mal di gola, nausea, vomito e diarrea.

In Svizzera, l’influenza (H1N1) è stata isolata per la prima volta nell’aprile 2009. Fino al 18 ottobre 2009, segnala l’Ufficio della sanità pubblica, sono stati registrati 1’339 casi confermati.

Secondo l’ultimo bollettino dell’Organizzazione mondiale della sanità (23 ottobre), i morti nel mondo sono quasi 5’000.

Il numero più alto di vittime si registra nel continente americano con 3’406 casi mortali.

swissinfo.ch

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