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Infiltrazioni mafiose e trappole in rete

La tratta di esseri umani per "alimentare" i postriboli: un altro settore d'attività criminale riscontrato dalla fedpol Keystone

La presenza nella Confederazione di organizzazioni mafiose – soprattutto per riciclare denaro – e l'utilizzo sempre maggiore di Internet a scopo criminoso: queste due problematiche hanno impegnato a fondo la Polizia federale nel 2010.

Giovedì l’Ufficio federale di polizia ha pubblicato il rapporto d’attività 2010: dal documento risulta in particolare che le organizzazioni mafiose sfruttano la Confederazione come crocevia e luogo di transito per attività di supporto.

Stando al resoconto, infatti, la crescente pressione esercitata dalle autorità italiane sulla ‘ndrangheta calabrese e sulle altre organizzazioni di stampo mafioso inducono queste ultime a svolgere sempre più attività criminali in Svizzera, ad esempio il riciclaggio di denaro.

Cantoni di frontiera

A tal proposito, la politologa Stéphanie Oesch – autrice di un libro pubblicato nel 2010 sulla presenza mafiosa in Svizzera, realizzato collaborando proprio con la polizia federale – aveva dichiarato a swissinfo.ch che «ciò riguarda i cantoni con confini al sud della Svizzera: il Ticino, il Vallese e, in misura minore, i Grigioni. In Ticino – dove la situazione è più critica che altrove – la vicinanza geografica, la lingua, il sistema finanziario e parabancario esercitano una forte attrazione sulle organizzazioni criminali insediate in Italia».

Queste, «e soprattutto la ‘ndrangheta calabrese – che è diventata molto potente in Lombardia – devono riciclare somme colossali per poter disporre dei loro capitali». Tra le soluzione più praticate: investire nell’immobiliare, nella ristorazione o nel settore alberghiero.

Omertà e discrezione

Nel suo rapporto, la fedpol osserva che in seno alle organizzazioni mafiose l’omertà è sempre di rigore: le testimonianze sono dunque rare, ciò che complica il compito delle forze dell’ordine. A ciò si aggiunge il fatto che le strutture famigliari rendono difficoltose le infiltrazioni.

Per rafforzare la loro presenza in Svizzera e le loro attività nell’ambito della criminalità economica, le organizzazioni mafiose italiane cercano inoltre di collaborare in modo specifico con esperti del mondo finanziario e bancario. Nel contempo, i reati vengono commessi con la massima discrezione, rileva il rapporto di fedpol.

Per fornire un ordine di grandezza, la fedpol ricorda che tra il 2008 e il 2010 in Italia sono state arrestate oltre 6’500 persone legate a organizzazioni mafiose. Nelle varie operazioni sono stati sequestrati valori patrimoniali per circa 18 miliardi di euro.

Volti diversi

Il crimine organizzato in Svizzera ha però anche altri volti. Fedpol cita in particolare le organizzazioni libanesi, magrebine, turche, dominicane e giamaicane (droga), nonché i gruppi cinesi (tratta di esseri umani, traffico di migranti, truffe con le carte di credito) e georgiani (furti con scasso).

Inoltre, anche la mafia dell’ex Unione sovietica continua a sfruttare la piazza finanziaria elvetica per riciclare denaro. Nella Confederazione gli emissari creano società fittizie e collaborano con avvocati e banche per depositare i proventi illeciti o per trasferirli altrove attraverso le strutture svizzere.

I gruppi albanesi, kosovari e macedoni sono dal canto loro principalmente attivi nel traffico di eroina: si tratta di un mercato che dominano, visto che controllano lo spaccio di questa sostanza nella Confederazione.

Le organizzazioni criminali dell’Africa occidentale svolgono in Svizzera un ruolo determinante soprattutto nello spaccio della cocaina, che giunge nella Confederazione principalmente attraverso i Paesi Bassi e la Spagna.

Tra gli altri fenomeni criminali segnalati nel rapporto figurano la tratta degli esseri umani e “il traffico di migranti”, praticato a titolo professionale da gruppi internazionali di passatori che hanno antenne in Svizzera.

Occhio alla rete

Il rapporto ricorda poi che i criminali usano sempre più spesso Internet per pianificare i reati su scala internazionale. Sovente, dietro le attività illegali si celano reti e organizzazioni criminali che collaborano a livello internazionale con hacker e autori di virus informatici.

Negli ultimi tempi, gli organizzatori di attività criminali si servono sempre più di siti Internet per la ricerca di partner: ad esempio spacciandosi per donne russe in cerca di marito e chiedendo agli uomini di pagare loro il viaggio in Svizzera.

Internet viene pure utilizzato sempre più frequentemente per fare propaganda e incitare alla violenza.

Secondo fedpol, per tutelarsi adeguatamente dai rischi di Internet e contrastare efficacemente la criminalità informatica sono necessarie azioni comuni concertate su scala nazionale e internazionale.

A tal proposito, gli agenti segnalano la necessità di accrescere l’organico degli specialisti in materia.

Fedpol esprime quindi soddisfazione per il fatto che anche il parlamento abbia preso atto di questa necessità, autorizzando la creazione di 12 nuovi posti di lavoro all’interno di fedpol.

Negli ultimi dieci anni, rileva il rapporto, si è infatti potuto constatare che le forme gravi di criminalità internazionale si possono contrastare efficacemente soltanto con un’intensa cooperazione a livello nazionale e internazionale.

La ‘ndrangheta è un’organizzazione di cosche mafiose calabrese. Il termine ‘ndrangheta deriva probabilmente dal greco andraghatia, che significa virilità, coraggio.

Le sue attività oggigiorno si concentrano sui traffici di droga e di armi e sull’infiltrazione dell’economia.

Secondo il rapporto dell’Istituto Eurispes, il suo giro d’affari nel 2008 era stimato a 44 miliardi di euro all’anno.

In concorrenza con la camorra, la ‘ndrangheta controlla ormai il narcotraffico del Nord Italia, in particolare in Lombardia.

Il suo funzionamento è basato su clan famigliari, senza gerarchia piramidale.

2009: è celebrato il processo della cosiddetta mafia delle sigarette al Tribunale penale federale di Bellinzona. Alla sbarra ci sono nove imputati, sospettati di appartenere a un’organizzazione criminale e di avere smerciato illegalmente 215 milioni di stecche di sigarette.

2006: un boss della ‘ndrangheta è arrestato a Briga, in Vallese. Sarà processato e condannato alla reclusione perpetua in Italia per un doppio omicidio.

2003: l’avvocato luganese Francesco Moretti, di origine calabrese, è condannato a 14 anni di reclusione per avere riciclato oltre 60 milioni di franchi per conto della mafia.

2001: l’ex giudice ticinese Franco Verda è condannato a 18 mesi di detenzione per corruzione. Aveva fornito informazioni e accettato regali dal boss mafioso Gerardo Cuomo.

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