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Industria MEM: vendite e commesse in forte calo nel terzo trimestre

Stefan Brupbacher, direttore di Swissmem, chiede l'intervento della politica in questo momento di difficoltà (foto d'archivio) KEYSTONE/MARCEL BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) Pesante battuta d’arresto in estate per l’industria metalmeccanica ed elettrica svizzera (MEM). Nel periodo luglio-settembre le vendite sono crollate del 7,4% rispetto all’anno precedente, mentre le nuove commesse sono scese del 14,7%.

“La tendenza al ribasso nell’industria svizzera MEM è proseguita senza sosta anche nel terzo trimestre del 2019”, indica in una nota odierna l’associazione di categoria Swissmem, precisando che nel corso dei primi nove mesi del 2019 i nuovi ordinativi sono diminuiti del 13,2% per il quinto trimestre consecutivo, il fatturato del 3,7% e le esportazioni dell’1,4%.

Il crollo delle nuove commesse è attribuibile quasi esclusivamente agli ordini provenienti dall’estero, che rappresentano circa l’80% del volume. Le regioni di vendita dell’Asia (-3,5%) e dell’Unione europea (-1,7%) hanno registrato un calo delle esportazioni, mentre quelle verso gli Stati Uniti hanno invece proseguito la crescita (+4,1%).

In un ambiente incerto, ritiene l’organizzazione di settore, i clienti dell’industria MEM stanno facendo meno investimenti importanti – ad esempio l’acquisto di nuovi macchinari – concentrandosi maggiormente sul mantenimento delle risorse produttive esistenti.

Futuro grigio

Il futuro per l’industria metalmeccanica è tuttavia grigio e attualmente sono pochi i segnali a favore di una rapida inversione di tendenza. Sebbene a metà 2018 le commesse si situassero ancora a un livello relativamente alto, nel giro di quindici mesi il loro volume ha subito una contrazione del 27%.

L’evoluzione negativa, per il momento, non ha intaccato l’occupazione nel settore, che nel corso del primo semestre ha visto gli effettivi aumentare di 5000 unità a 325’000 posti di lavoro. Tuttavia, avverte l’organizzazione, nel corso dell’anno si è registrata una significativa riduzione dell’utilizzo delle capacità produttive e “non deve quindi sorprendere che il numero di aziende che hanno introdotto l’orario di lavoro ridotto inizia a crescere in modo significativo”.

Ora, l’auspicio di Swissmem è che nel corso del prossimo anno la situazione possa stabilizzarsi. “Il presupposto per uno sviluppo più positivo è che l’economia dei principali mercati non si raffreddi ulteriormente”, sostiene l’associazione di categoria, augurandosi inoltre che il franco non si apprezzi nuovamente nei confronti dell’euro e che non ci siano “distorsioni politiche o economiche” a livello internazionale.

L’organizzazione settoriale, in questa difficile situazione, vorrebbe che la politica desse il suo contributo per offrire migliori condizioni quadro, ad esempio per quanto riguarda le restrizioni in merito al lavoro a orario ridotto in alcuni Cantoni. “È compito di Confederazione e Cantoni sostenere le aziende e salvaguardare i posti di lavoro con misure efficaci sul breve termine”, afferma Stefan Brupbacher, direttore di Swissmem, citato nella nota.

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