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Quel conto a Lugano che turba il governatore Fontana

Grattacapi per il presidente della Lombardia Attilio Fontana
Nuovi grattacapi per il presidente della Lombardia Attilio Fontana Keystone / Jean-christophe Bott

Il conto detenuto in una banca di Lugano sta creando più di un imbarazzo al governatore della Lombardia Attilio Fontana.

Su quella relazione bancaria stanno indagando gli inquirenti per capire le eventuali connessioni con la vicenda dei camici sanitari che la Dama spa di proprietà di Andrea Dini, cognato dell’ex sindaco di Varese, ha consegnato alla Regione.

Fornitura che dopo un servizio di Report su Raitre – che ha fatto emergere il potenziale conflitto di interessi che coinvolgeva Attilio Fontana, ora indagato per frode in pubbliche forniture – è stata trasformata in donazione, come attesta una email datata 20 maggio dello stesso Andrea Dini.

Per capire meglio la natura del rapporto intercorso tra il governatore e il cognato in merito a quella commessa la Guardia di finanza ha perquisito martedì i locali della società indagata per ottenere riscontri e certificazioni utili all’inchiesta.
 

La vicenda camici: Il 16 aprile viene pattuita la fornitura di 75’000 camici e 7’000 set sanitari al prezzo di 513’000 euro tra la società Dama di Andrea Dini, cognato di Attilio Fontana, e la Aria spa, la centrale acquisti della Regione. Con un’email il titolare della Dama spa comunica il 20 maggio che la fornitura viene tramutata in donazione e che non sarà consegnata la quota rimanente di camici (25’000). Modifica contrattuale che la Aria spa non ha accettato.

Dal conto presso l’Ubs di Lugano lo scorso 19 maggio il presidente della Regione avrebbe cercato di effettuare un bonifico di 250’000 euro in favore del cognato a titolo di risarcimento per la fornitura “gratuita” dei 75’000 camici. Operazione che viene però bloccata poiché in contrasto con le disposizioni anti-riciclaggio.

Quel conto, riconducibile a un trust (Montmellon Valley Inc) creato nel 2005 alle Bahamas di cui erano intestatari i genitori, fu ereditato nel 2015 in seguito alla scomparsa della madre da Attilio Fontana che provvide quello stesso anno a regolarizzarlo, per un importo di 5,3 milioni di euro, attraverso la Voluntary disclosure.

Si tratta di un conto dormiente costituito dai “risparmi di una vita dei miei genitori” con cui non ho avuto niente a che fare, ha dichiarato il governatore. Ma dalle inchieste condotte dai media (Repubblica e Domani) risulta una certa movimentazione nel corso degli anni su quella relazione bancaria.

Inoltre, come ha riferito il Corriere della Sera, Attilio Fontana è stato sanzionato dall’Autorità nazionale italiana anticorruzione (Anac) con una multa di mille euro, per aver omesso la dichiarazione sul suo stato patrimoniale risalente al 2015, l’anno in cui ha ereditato i famosi 5 milioni dalla madre, quando era ancora sindaco di Varese.

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