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Incendio a Milano, probabile un corto circuito

Il pazzo che brucia.
Tra le ipotesi al vaglio, anche quella di un cortocircuito. Keystone / Matteo Corner

Si è originato al 15esimo piano l'incendio che ha distrutto il grattacielo di via Antonini a Milano e poi ha avuto una sorta di 'effetto camino'. L'aria tra l'edificio e i pannelli di rivestimento del grattacielo ha fatto correre le fiamme e la 'Torre dei Moro' si è trasformata in una torcia. È quanto hanno accertato finora gli investigatori e gli inquirenti nell'inchiesta.
 

Continua il lavoro dei vigili del fuoco in via Antonini a Milano dove domenica ha preso fuoco un palazzo di 15 piani. In strada ci sono ancora dei detriti, pezzi di vetri e di facciata che si sono staccati durante l’incendio.

“La situazione attuale è che l’incendio formalmente ancora non è estinto completamente”, ha spiegato Giuliano Santagata, comandante dei vigili del fuoco di Milano. 

Dentro la torre concretamente ci sarà ancora qualche focolaio che andrà verificato e spento. “Mai vista a Milano una cosa così. È probabile – ha aggiunto il comandante – che la facciata fosse fatta di materiale molto combustile”.

Forse un corto circuito

Tra le ipotesi al vaglio, anche quella di un cortocircuito, come dimostrerebbe un video agli atti dell’inchiesta realizzato da un residente della zona. Al momento, come precisato dalle autorità, non è comunque possibile ancora avere risposte precise sulle cause.

Un fascicolo sarà aperto a breve per disastro colposo (incendio colposo, l’altra ipotesi di reato) e, nella mattinata di lunedì, inquirenti giunti da Roma effettueranno un altro sopralluogo sul posto con gli specialisti del Nucleo investigativo antincendi dei vigili del Fuoco

Giuseppe Sala: “accertare subito le responsabilità”

“La magistratura è già al lavoro per chiarire la dinamica dell’accaduto. Il mio auspicio è che le responsabilità siano accertate con rapidità”. Lo ha scritto sui social il sindaco di Milano, Giuseppe Sala.

“La Torre del Moro è stata costruita poco più di 10 anni fa e non è accettabile che un edificio così moderno si sia dimostrato del tutto vulnerabile”, ha aggiunto Sala che domenica era sul posto per verificare la situazione.

Le cause dell’incendio sono ancora in via di accertamento. Quello che però è apparso chiaro sin da subito è che il rivestimento esterno del palazzo è andato in fiamme in modo fin troppo rapido, in una dinamica che ha ricordato da vicino l’incendio della Grenfell Tower di Londra di qualche anno fa”.

“Chi abitava nello stabile ha mostrato grande senso di responsabilità, bussando alle porte dei propri vicini per informarli di ciò che stava accadendo e per accertarsi che tutto fosse sotto controllo, prima di abbandonare l’edificio”, ha concluso il sindaco Sala.

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La cronaca di domenica

L’incendio, iniziato attorno alle 17.45 di domenica, ha interessato due civici, il numero 32 e il numero 34 di Via Antonini, dove abitano, secondo quanto si è appreso, circa 70 famiglie. L’odore di fumo è stato subito forte ed è stato quello che ha probabilmente salvato i condomini presenti, oltre all’immediato intervento dei pompieri.

A quanto si è appreso, il fuoco si è propagato probabilmente dall’ultimo piano – dal tetto al seminterrato vi sono 60 metri di altezza – facendo crollare le vetrate ed i pannelli della facciata, generando una colonna di fumo visibile anche a chilometri di distanza. Proprio i pannelli si sono trasformati in proiettili infuocati caduti in strada e spinti dal vento anche lontano dal grattacielo.

La Torre è un edificio del 2011, realizzato in calcestruzzo con lastre prefabbricate di polistirene, che fa parte della riqualificazione della zona Vigentino.

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