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In treno senza perdere la bussola

I sedili sono orientati verso sud, il treno corre verso est swissinfo.ch

Sedili rotanti, paesaggi, immagini: è la PanGottardo, una carrozza sulla quale s'incontrano passato, presente e futuro della linea ferroviaria del Gottardo.

Messa in circolazione per festeggiare i 125 anni della linea, la PanGottardo è un’avventura multimediale che accompagna i viaggiatori attraverso le Alpi con, a volte, un tocco tailandese.

In Svizzera dire Gottardo significa evocare un mito che abbraccia la voglia d’indipendenza dei padri fondatori, passa per il traforo ferroviario e culmina nel tunnel autostradale.

Ma se il mito continua ad essere coltivato dagli amanti del treno – quelli che scherzosamente gli addetti ai lavori chiamano “ferrosessuali” – per il viaggiatore comune l’attuale linea del Gottardo è spesso solo un lungo susseguirsi di tornanti che bloccano la velocità dei convogli a 80 km orari. E il desiderio di sconfiggere la distanza rende più spasmodica l’attesa di un altro buco nella montagna, quello lungo 57 km che prima del 2020 dovrebbe avvicinare le stazioni di Zurigo e Milano.

Per il momento accorciare le distanze non significa guadagnare tempo, ma farlo passare più in fretta. C’è chi si affida ai libri, come la scrittrice Donna Leon spesso ospite su questa tratta. Altri ascoltano musica o chiacchierano con i loro compagni di viaggio. Oppure – ma è solo per quest’anno – si lasciano tentare da un’esperienza nuova e cambiano carrozza, prendendo la PanGottardo. Le Ferrovie federali svizzere (FFS), che l’hanno ideata per festeggiare i 125 anni della linea, dicono che sia una novità mondiale. Ci salgo un mattino di maggio a Lucerna. Destinazione: Locarno.

Tra gadget e realtà

Mi accompagna Jacques Zulauff, portavoce delle FFS. Anche per lui è la prima volta su questo che definisce affettuosamente «un gadget».

«La carrozza è quella usata nel 1984 per la visita del papa in Svizzera. Uno di questi finestrini dovrebbe essere antiproiettile», dice scrutandoli uno a uno. In realtà, non ci sono tracce visibili del passaggio di Giovanni Paolo II. L’interno della vettura è stato completamente rifatto e ad accoglierci c’è una sorridente signora tailandese.

I 26 posti della PanGottardo sono occupati a metà. «Ma abbiamo appena cominciato», ricorda Pritsadee Aebischer, quindici anni passati a spiegare la Tailandia agli svizzeri e ora hostess sulla linea del Gottardo. «Per l’estate contiamo sull’afflusso di turisti stranieri». E mentre serve il caffè, racconta di quanto trovi appagante questa esperienza. «Il mio ospite più piccolo aveva appena 14 mesi e il più fedele ha già fatto il viaggio una decina di volte».

Comodamente seduti nei sedili di pelle – «li abbiamo presi dagli ICE 3 tedeschi» – cominciamo a giocare con i comandi che li fanno ruotare intorno al loro asse. È una giostra in treno che ti permette di guardare negli occhi il tuo dirimpettaio, ma anche di avere lo sguardo perpendicolare al finestrino o di seguire il più a lungo possibile uno scorcio di paesaggio. E davanti a noi scorre il cuore verde della Svizzera, il lago di Zugo, il Rigi:

Verso sud

Alle immagini del paesaggio naturale si sovrappongono ben presto quelle che passano sui 17 schermi posti sopra i finestrini. La coreografia è affidata al satellite, che in base alla posizione del treno indica al computer di bordo quali filmati e quali commenti mandare in onda. Ci sono filmati storici – «un po’ nostalgici», ammette Zulauff – e filmati sulla costruzione del nuovo tunnel, schede tecniche sull’opera ingegneristica del 1882 e ritratti delle persone che hanno “fatto” il Gottardo.

Lo spettacolo vero e proprio comincia ad Erstfeld. È qui che parte la rampa d’accesso alla galleria ed è da qui che i sedili si trasformano nell’ago di una bussola che punta ostinatamente verso sud. Uno stratagemma che potenzia la percezione fisica dei tornanti e dei tunnel elicoidali percorsi dal treno. Il convoglio segue le curve, il sedile ruota per non perdere la sua posizione assoluta: una serie di movimenti e contromovimenti che testa e stomaco potrebbero non gradire. Ma se dovesse essere così, si può sempre premere il pulsante “stop” e bloccare il sedile.

E ritorno

Poi dopo il rettilineo della galleria, il girotondo si ripete sulla rampa sud. A Giubiasco il computer ci riconsegna il comando dei sedili. Ne approfitto per scambiare quattro chiacchiere con gli altri viaggiatori. L’esperienza è piaciuta, tanto al ragazzo sedicenne quanto alla coppia di pensionati.

«Io ho lavorato per le FFS», mi dice un uomo sulla settantina. «Questa tratta la conosco a memoria. Ma così ritorna nuova. Peccato solo che nei filmati non si parli della chiesetta di Wassen, è così famosa…» Famosa perché sul fianco della montagna che la sovrasta, i binari disegnano un doppio tornante in galleria e i passeggeri del treno hanno l’impressione di lasciarsi la chiesa alle spalle, salvo poi vederla ricomparire per altre due volte.

Chissà quante volte deve averla vista Pritsadee Aebischer. A Locarno saluta tutti con affabilità e riconoscenza – «fa parte della mia natura buddhista» – e, tempo venti minuti, riparte per il nord a bordo della PanGottardo.

swissinfo, Doris Lucini, Lucerna – Locarno

La PanGottardo circola tutti i giorni percorrendo le tratte Basilea – Locarno, Locarno – Zurigo, Zurigo – Locarno e Locarno – Basilea.
Rimarrà in servizio fino al 28 ottobre 2007; in base al successo dell’iniziativa, le FFS valuteranno se prolungare questo termine fino all’8 dicembre e se riproporre la PanGottardo l’anno venturo.
Per viaggiare sulla PanGottardo occorre acquistare un biglietto di prima classe e pagare un supplemento di 25 franchi.
Per trasformare ed equipaggiare la carrozza sono stati investiti 750’000 franchi.
Gli audio che accompagnano i filmati proiettati sui 17 schermi della PanGottardo sono diffusi in italiano, tedesco, francese e inglese; ogni viaggiatore può scegliere la lingua da sentire in cuffia.

Per scavare la galleria ferroviaria del San Gottardo, lunga 15 km, ci vollero vent’anni e il sudore giornaliero di 2’500 uomini, perlopiù italiani. Gli incidenti sul lavoro costarono la vita ad almeno 199 persone.

Oltre che dalla galleria principale, la tratta è caratterizzata da 522 ponti e sette gallerie elicoidali, le prime a 360 gradi costruite in Europa.

Verso il 2017, questa straordinaria opera d’ingegneria ed architettonica lascerà il posto alla nuova trasversale alpina attualmente in costruzione. Il tunnel di base del San Gottardo misurerà 57 km e non obbligherà più i convogli ad affrontare importanti dislivelli. In questo modo la velocità potrà essere portata dagli attuali 80 a 250 km orari.

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