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In Svizzera mancano 120’000 lavoratori, l’allarme degli imprenditori

Mancano i lavoratori e le lavoratrici
Mancano i lavoratori e le lavoratrici © Keystone / Goran Basic

Per far fronte alla penuria della manodopera (mezzo milione di lavoratori e lavoratrici nel 2030) le organizzazioni padronali vogliono estendere l’orario di lavoro e incentivi statali per promuovere l’occupazione.

L’Unione svizzera degli imprenditori (USI) ha presentato un piano d’azione per far fronte alla penuria di manodopera, in particolare quella qualificata. Per colmare questa carenza, sostengono i dirigenti dell’economia, occorrono, oltre l’adozione degli incentivi, un’estensione del tasso di occupazione e una flessibilizzazione degli orari di lavoro.

Stando all’USI, in Svizzera vi sarebbero 120’000 posti di lavoro vacanti, dovuti essenzialmente al pensionamento della generazione dei “baby boomer” e al calo delle nascite. Secondo le stime dell’organizzazione, entro il 2030 mancheranno quasi “mezzo milione di lavoratori”.

L’orario di lavoro andrebbe aumentato per l’USI

A ciò si aggiunge la tendenza, “soprattutto tra i laureati”, di ridurre il tasso di occupazione. In una nota viene sottolineato che “il boom del part-time ha portato la popolazione a lavorare 14 giorni in meno all’anno rispetto a dieci anni fa” e questa evoluzione allarma gli imprenditori.

“Per contrastare la carenza di lavoratori qualificati – afferma Daniella Lützelschwab, responsabile del settore Mercato del lavoro dell’USI -, dobbiamo aumentare il volume di lavoro svolto e non pensare di ridurlo ulteriormente”.

+ Un terzo delle imprese fativa a trovare manodopera.

Ma se entrambi i genitori devono partecipare al mercato del lavoro con percentuali di impiego alte, viene sottolineato, devono poter contare su strutture di accudimento extrafamiliari ben funzionanti e disponibili ovunque. “Gli asili nido e le scuole diurne devono essere promossi maggiormente.

Ogni franco statale che sovvenziona l’assistenza all’infanzia deve essere destinato a un lavoro supplementare o alla formazione e non a un aumento del tempo libero”, sostiene l’organizzazione padronale.

Naturalmente anche i datori di lavoro devono fare la loro parte, offrendo “condizioni d’impiego favorevoli alla conciliabilità lavoro-famiglia”.

Una rilevanza sul mercato del lavoro ce l’hanno poi anche le politiche fiscali. A tal proposito, sostiene l’USI, andrebbero aboliti gli svantaggi fiscali per le coppie sposate e introdotta una tassazione individuale che, secondo sue stime, “genererebbe fino a 60’000 nuovi posti di lavoro a tempo pieno”.

I sindacati chiedono aumenti salariali

Sul fronte opposto l’Unione sindacale svizzera (USS), critica l’estensione dell’orario di lavoro richiesta dall’USI, ritenendo che vadano invece migliorate le condizioni d’impiego e l’ambiente di lavoro.

Andrebbe innanzitutto conciliato il rapporto tra famiglia e impiego, osservano i sindacati, e garantito un ambiente di lavoro armonioso che non faccia ammalare le persone. Inoltre, contrariamente a quanto affermato dagli imprenditori, sono necessari orari di lavoro e salari moderni e migliorata l’organizzazione del lavoro nelle aziende, ha affermato l’organizzazione sindacale,



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