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La crisi dell’editoria è profonda e neppure gli e-book riescono a tamponare le perdite che durano da tre anni

Le cifre sono impietose. Calano le copie di libri vendute, cede il fatturato, diminuisce il numero delle librerie e anche il mercato digitale degli e-book è lontano dal compensare le perdite della carta.

Il segno negativo delle vendite dura ormai da tre anni. Le cifre sono state presentate dall’Associazione degli editori italiani (AIE) durante il Salone del libro di Torino.

Crisi profonda

Si è passati dai quasi 110 milioni di libri venduti nel 2011 a meno di 100 milioni nel 2013. Il fatturato è sceso negli ultimi tre anni di 200 millioni di euro, passando da 1 miliardo e 400 millioni a 1 miliardo e 200 milioni. Come detto cedono le vendite, diminuiscono i titoli pubblicati e anche i prezzi di copertina. Ma soprattutto, ovviamente il numero di lettori sta calando drasticamente.

La difficoltà maggiore – come ha dichiarato il presidente dell’AIE Marco Pollilo – è la sfiducia generalizzato del settore, considerato anche che le cifre del 2014 non invertiranno la tendenza negativa.

Un po’ di luce

L’editoria digitiale – gli e-book – su cui si è puntato molto per risalire la china, non sta dando i risultati sperati. Con circa 60mila titoli in catalogo, il mercato digitale non supera neppure il 3% delle vendite totali. Detto in parole povere, le perdite del cartaceo non sono minimamente compensate dal digitale. Eppure il settore non sta a guardare. Le vendite di libri digitali aumentano del 300% ogni anno. Un aumento importante ma che in cifre assolute rappresenta la classica goccia nel mare.

C’è però chi sorride

La tendenza negativa secondo gli esperti dovrebbe continuare almeno fino al 2015. Nell’attesa che ci sia questa svolta, c’è un settore invece che sta bene: la vendita di libri per bambini e ragazzi è infatti in continua ascesa. Anche lo scorso anno è aumentato del 3.3%. Non per nulla al Salone del libro un padiglione intero è dedicato proprio ai libri per i bambini.

Ma qui la crisi sembra non esistere

E in questo panorama non certo idilliaco, al Salone del libro di Torino questa crisi non la si nota. Lo scorso anno i visitatori sono aumentati del 7% rispetto all’anno precedente e anche quest’anno il presidente Ernesto Ferrero punta a un nuovo record. Un salone dunque in controtendenza. Anche perché qui al Salone non solo si possono acquistare libri, qui si possono seguire centinaia di conferenze, incontrare gli autori, e soprattutto perché chi viene al Salone – come ha dichiarato Ernesto Ferrero – è un lettore fortemente preparato, competente e appassionato.

Riccardo Franciolli

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