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G20, “preoccupati per il commercio globale”

Ampio banco leggermente curvo con Abe al centro e altri politici tutt attorno; sul fondo bandiere e logo del G20
Shinzo Abe si rivolge ai leader del G20 in sessione plenaria. Keystone / Lukas Coch

Si sono aperti venerdì a Osaka, in Giappone, i lavori del G20. L'escalation delle tensioni sul commercio tra Stati Uniti e Cina è tra i temi di massima preoccupazione al summit delle principali nazioni sviluppate e in via di sviluppo, che rappresentano circa l'80% dell'economia mondiale.

Per l’economia “prevalgono i rischi al ribasso”, ha dichiarato Shinzo Abe in apertura; il premier giapponese si è detto “molto preoccupato sull’attuale situazione relativa al commercio globale”.

“Il commercio e le tensioni geopolitiche si sono intensificate”, ha aggiunto. “Vorrei che il G20Collegamento esterno potesse condividere la determinazione a realizzare la crescita mettendo in capo tutti gli strumenti possibili. Dovremmo mandare un forte messaggio”.

In un apparente riferimento allo scontro tra USA e Cina, ha proseguito spiegando che le misure restrittive non portano beneficio ad alcun Paese.

La presidenza giapponese sta faticando non poco per cercare una sintesi tra posizioni opposte, ad esempio, su commercio e cambiamenti climatici.

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Incontri bilaterali

A margine del summit, si è tenuto il terzo incontro in tre mesi tra il premier giapponese Abe e il presidente statunitense Donald Trump.

I due leader hanno discusso delle prossime sfide per l’economia globale e dei rapporti commerciali tra i due Paesi, inclusi “nuovi e ingenti acquisti di apparati militari USA da parte del Giappone”, ha detto Trump ai giornalisti. Nel corso dell’incontro, Abe ha anche riferito all’alleato dettagli sulla sua visita in Iran, nel tentativo di mediare le tensioni tra Washington e Teheran.

Prove di disgelo

Fredda stretta di mano, intanto, tra il presidente russo Vladimir Putin e Theresa May, tornatisi a incontrare a 15 mesi di distanza dal tentato avvelenamento nervino a Salisbury dell’ex spia russa doppiogiochista Serghiei Skripal.

May in tailleur rosso e Putin in abito scuro si stringono la mano tra le bandiere britannica e russa; sul fondo logo del G20
Prove di disgelo senza sorrisi. Keystone / Andy Rain / Pool

Londra attribuisce l’episodio all’intelligence militare di Mosca malgrado le smentite del Cremlino: May ha ribadito “che non ci potrà essere normalizzazione nelle relazioni bilaterali finché la Russia non fermerà le sue attività irresponsabili e destabilizzanti”.

Di recente, la premier era tornata a chiedere che i cittadini russi indicati come sospetti “rispondano alla giustizia”. Mentre Putin aveva liquidato la ricostruzione britannica come “clamore da 4 soldi” e negato ancora una volta responsabilità nell’attacco di Salisbury.

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