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In Africa continua caccia a elefanti, rischio estinzione

Zanne di elefanti uccisi da bracconieri sequestrate in Kenya e ammassate per essere bruciate (archivio). Keystone/EPA/DANIEL IRUNGU sda-ats

(Keystone-ATS) Gli elefanti, i più imponenti mammiferi del pianeta, continuano a diminuire, vittime di un bracconaggio continuo che minaccia la loro sopravvivenza a lungo termine. Un secolo fa in Africa vivevano 12 milioni di elefanti, ridotti oggi a circa 400 mila esemplari.

Cacciati per le loro zanne d’avorio, gli elefanti africani sono vittime di un bracconaggio selvaggio nonostante dal 1989 il commercio internazionale dell’avorio ricavato dalle loro zanne sia proibito e rigidamente regolamentato. Da secoli le zanne di questi pachidermi sono utilizzate oltre che per i souvenir per le tastiere dei pianoforti.

Per questo, nonostante il quasi assoluto divieto di caccia, i bracconieri, pagati da intermediari europei e orientali, non hanno mai smesso di uccidere gli elefanti. Dunque bracconaggio e perdita dell’habitat sono le cause del rischio di estinzione della specie.

A lanciare l’allarme è l’Onu sulla base di una ricerca condotta dall’Organismo che si occupa del commercio internazionale delle specie di flora e fauna minacciate di estinzione(Cites). I numeri raccontano una situazione preoccupante, con una scomparsa di circa 144.000 animali dal 2007 al 2014, e una diminuzione dell’8% l’anno per tutto il continente africano. Dunque il rischio di estinzione di questo animale è alto perché la percentuale degli uccisi, dicono gli esperti, non sarà mai compensata dal tasso di natalità.

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