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Impianti fognari non a norma, 30 sindaci multati nel Varesotto

Sindaci ed ex sindaci devono sborsare soldi di tasca propria per ridare al Comune i soldi di una sanzione già pagata dai Municipi

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Circa 30 sindaci, o ex sindaci in provincia di Varese, si sono visti recapitare dalla Guardia di Finanza una multa a seguito di indagini fatte per la Corte dei Conti. Sono stati sanzionati per non aver adeguato i propri impianti fognari e reti idriche alle norme vigenti, alcune delle quali, non collegate ai depuratori, finivano in corsi d’acqua cittadini che sfociavano anche in laghi condivisi con il Canton Ticino, come il Maggiore o il Ceresio. Fin qui nulla di strano, se non fosse che i Comuni già pagarono la stessa multa all’ente che emise il balzello nel 2006 – la Provincia di Varese – con cifre che andavano dai 5000 ai 50 mila euro. La novità sta nel fatto che “la legge italiana”, oggi, ritiene responsabili direttamente i sindaci o gli ex sindaci, come persone fisiche e non giuridiche, che erano in carica all’epoca e vuole che siano loro a ripagare di tasca propria i municipi del versamento di quell’obolo all’Ente provinciale per l’inquinamento causato. Nessuna assicurazione può rispondere.

Va detto che fino al 31.12.2005, gli stessi Comuni “potevano” inquinare per effetto di una sorta di deroga concessa da Villa Recalcati, sede della Provincia, ma dopo tale data avrebbero dovuto adeguare lo smaltimento delle acque reflue. Nell’elenco contenuto nel documento della Guardia di Finanza figurano grandi Comuni come Gallarate, Luino, la stessa Varese, ma ve ne sono anche di piccoli, come Pino, Cadegliano Viconago o Dumenza. Proprio l’odierno vicesindaco di Dumenza, sindaco negli scorsi 10 anni di questo borgo ai confini con la Svizzera, è uno dei multati che appena insediatisi, fece di tutto per mettere mano alla rete idrica e fognaria, con i limiti economici di un piccolo paese di montagna e con l’eredità di un passato gravoso per il quale oggi rischia di pagare oltre 5000 euro.

Moro ha ribadito più volte negli anni l’impossibilità finanziaria del proprio Comune nel mettere in ordine l’intera rete del piccolo borgo senza un aiuto da Enti superiori e, quando gli aiuti sono arrivati, ha collegato quei tratti di fognatura adeguandoli alle normative. Oggi si trova costretto a pagare una multa perché ritenuto responsabile di qualcosa che, secondo lui e secondo gli altri sindaci, non avrebbe mai potuto risolvere e, paradossalmente, il decreto di pagamento gli è stato notificato per obbligo di legge dal sindaco con cui condivide anni di amministrazione in Municipio.

La vicenda sta facendo discutere in Regione Lombardia, si stanno muovendo anche alcuni deputati a Roma ma pare ci sia poco da fare, la legge va rispettata. Ci sono anche altri paradossi del provvedimento, come quello che coinvolge il sindaco di Curiglia con Monteviasco in carica da tre mandati, primo cittadino da 15 anni, il quale è obbligato a notificare a se stesso l’ingiunzione di pagamento per non aver messo in ordine la rete fognaria del paese che conta circa 180 abitanti. Sono in molti nel varesotto, ora, a chiedersi se valga la pena di correre alla carica di sindaco nei piccoli paesi, “rischiando di dover pagare per colpe non proprie”.

sdr

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