Un elicottero trasporta materiale per la costruzione del sistema di depurazione dell'acqua della capanna Terri del Club Alpino Svizzero (CAS). (Keystone/Arno Balzarini) Keystone / Arno Balzarini
Gli ospiti si rilassano nella sala ricreativa del rifugio Saoseo in Val di Campo, vicino al confine con l'Italia. (Keystone/Arno Balzarini) Keystone / Arno Balzarini
Un cartello che indica la strada per tre rifugi del Club Alpino Svizzero (CAS). (Keystone/Arno Balzarini) Keystone / Arno Balzarini
Preparazione del pasto nella vecchia capanna alpina Fridolin, costruita nel 1890 e situata nel cantone di Glarona, nella Svizzera orientale. (Keystone/Arno Balzarini) Keystone / Arno Balzarini
Un elicottero porta le provviste al rifugio Laemmeren, sopra il Passo del Gemmi. (Keystone / Christian Beutler) Keystone / Christian Beutler
Gli ospiti si godono la vista del ghiacciaio di Moiry, presso l'omonimo rifugio nelle Alpi vallesane. (Keystone/Anthony Anex) Keystone / Anthony Anex
Preparazione dei letti in un dormitorio della capanna Saoseo. In seguito alle prescrizioni di distanza sociale non tutti i letti saranno occupati quest'estate. (Keystone / Arno Balzarini) Keystone / Arno Balzarini
Materiali di costruzione, trasportati in elicottero, per la ristrutturazione della capanna Laemmeren nel 2017. (Keystone / Christian Beutler) Keystone / Christian Beutler
Una sosta al rifugio Corno Gries nel Canton Ticino. (Heintz Jean/Hemis.fr) Heintz Jean / Hemis.fr
Un assistente prepara l'insalata per gli ospiti nella cucina del rifugio Saoseo. (Keystone/Arno Balzarini) Keystone / Arno Balzarini
La capanna Gelten sulle Alpi bernesi. (Keystone/Francoise Funk-Salami) Keystone / Francoise Funk-salami
La capanna Solvay, sul fianco del Cervino, è uno dei tanti rifugi in alta montagna che accolgono gli alpinisti. (Keystone/Alessandro Della Bella) Keystone / Alessandro Della Bella
Indumenti bagnati appesi dai visitatori davanti al rifugio Schoenbiel del CAS sopra Zermatt. (Keystone / Arno Balzarini) Keystone / Arno Balzarini
Gli elicotteri (qui sopra la capanna Laemmeren) sono un'ancora di salvezza per molte capanne, fornendo loro provviste e materiali da costruzione. Keystone / Christian Beutler
Gli ospiti si godono il tramonto dal rifugio Gelmer, nelle Alpi bernesi, costruito nel 1926. (Tastiera/Allegato Antonio) Keystone / Anthony Anex
Niente tappeto rosso per accogliere i visitatori nei rifugi alpini: chi vuole entrare deve invece munirsi di mascherina, disinfettante e sacco-lenzuolo. Tempi straordinari richiedono misure straordinarie, mai i gerenti dicono di essere già contenti di poter riaprire di nuovo le loro porte.
Questo contenuto è stato pubblicato il 09 maggio 2020
Nata in Inghilterra, vivo in Svizzera dal 1994. Mi sono formata come graphic designer a Zurigo tra il 1997 e il 2002. Recentemente mi occupo di elaborazione di immagini e ho raggiunto il team di swissinfo.ch nel marzo del 2017.
Helen James (selezione foto e testo) e Dale Bechtel (testo)
I rifugi alpini sono stati inseriti tra le attività che il governo permette di riaprire a partire dall'11 maggio. Offrono generalmente un tipo di alloggio accogliente, con un buon servizio, che si trova in poche altre catene montuose del mondo.
In Svizzera ci sono circa 250 capanne che accolgono ogni anno decine di migliaia di visitatori. Fanno parte di una rete di 1200 rifugi sparpagliati su tutto l’arco alpino. I posti letto si trovano spesso in camerate anguste, dove lo spazio a disposizione è limitato. Questo, naturalmente, cambierà, poiché la distanza sociale deve essere rispettata anche nei dormitori.
Quella che può essere vista come una buona notizia per l'ospite è un problema finanziario per il padrone di casa, dato che deve far fronte a costi elevati di gestione e manutenzione di alloggi situati spesso in luoghi sopraelevati e difficili da raggiungere. I loro margini di profitto sono bassi anche nelle stagioni migliori, quando a volte vengono stesi dei materassi aggiuntivi sul pavimento della sala da pranzo per accogliere tutti coloro che vengono a bussare.
Occupazione ridotta a metà
Christian Wäfler, il guardiano della capanna Lämmeren (vedi galleria fotografica), si aspetta per quest'estate un tasso di occupazione di solo il 50%. Eppure ha dovuto investire più soldi del solito per pagare ulteriori misure di sicurezza sanitaria, tra cui l'acquisto di barriere in plexiglass da mettere tra i tavoli.
La capanna Lämmeren, situata sopra il Passo del Gemmi, che collega le Alpi bernesi a quelle vallesane, deve ancora ammortizzare investimenti per 2,5 milioni di franchi svizzeri, impiegati nel 2017 per un'importante ristrutturazione.
I proprietari dei rifugi sono per la maggior parte sezioni locali del Club alpino svizzero (CAS)Link esterno. Quest’ultimo viene finanziato in gran parte grazie alle quote annuali pagate dai suoi 150'000 soci e ai proventi di gite organizzate e corsi, ad esempio di arrampicata o sci di fondo, come pure il soccorso alpino e ad un'ampia gamma di altre attività.
Una parte delle entrate è destinata ai lavori di ristrutturazione delle capanne, ma quest'anno saranno disponibili meno soldi a causa della chiusura forzata dei rifugi in primavera. Ciò ha comportato una perdita di circa 7,5 milioni di franchi, secondo i dati raccolti dall’emittente pubblica SRF.
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