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Immigrazione, quando la realtà fa a pugni con il “percepito”

tvsvizzera

di Aldo Sofia

Lo sappiamo, c’è la temperatura reale e c’è quella “percepita”. Essendone consapevole, ognuno si regola come crede e come può. Ma nessuno si metterebbe a contestare, ed eventualmente distruggere, il termometro.

Eppure, quando si tratta di immigrati, allora la musica cambia: ci si ferma soprattutto alla percezione. Le preoccupazioni (in parte non infondate) non si basano sulle cifre, e si trasformano in realtà immaginaria. Su di essa si formano fantasmi e pregiudizi, inquietudini e paure. Perfetta miscela per chi di quella sensazione si serve anche per i propri progetti politici.

Accade dunque che un sondaggio di Ipsos-Mori (società britannica leader in fatto di inchieste demoscopiche), sondaggio condotto in quattordici paesi, ed intitolato “The Ignorance Index”, “indice dell’ ignoranza” rivela quanto, su diversi temi, i numeri veri siano quasi sempre lontanissimi dalla percezione. E gli italiani, sottolinea il Corriere della Sera, in questa graduatoria “risultano ingloriosamente primi”.

Ecco qualche esempio: quanti sono i musulmani residenti nella Penisola? Risposta, il 20% della popolazione, quando in realtà sono il 4%. Quanti i disoccupati? Risposta, il 49%, mentre sono il 12%. E gli ultrasessantacinquenni? Il dato “percepito” é addirittura del 49%, mentre sono il 21%.

Ma l’errore più vistoso arriva alla domanda sul numero degli immigrati. Sono il 30%!, dicono gli intervistati, quando in effetti sono il 7% (non asilanti e clandestini). Certo, anche questo dato è controverso. È vero che da una mia rapida ricerca sulla rete, incontro numeri contrastanti. Alcune fonti parlano anche del 10%. E tuttavia, anche tenendo per buono quest’ultimo dato, sta di fatto che esso viene addirittura triplicato nella fantasia, nella convinzione, e quindi nell’inquietudine del cittadino comune.

Dunque, problema del tutto inesistente, e cittadino comune colpevole? Evidentemente no, in entrambi i casi. Perché l’ “Ignorance Index” che esaspera timori e risentimenti é ovviamente il combinato di due fattori. L’informazione (intesa come stampa) che per lo più non informa e non contrasta a sufficienza i luoghi comuni. E una politica che – oltre a non fare la sua parte in termini di contrasto all’immigrazione irregolare e di integrazione per quella regolare – fa troppo poco per far emergere la conoscenza della realtà.

Vai poi a spiegare che l’immigrazione ha anche la sua interfaccia positiva. Per esempio, quasi la metà dei lavoratori nell’edilizia (con salari non sempre regolari) e nella sanità (per lavori non proprio ambitissimi). Oppure, e anche qui prendendo le stime più basse, che contribuiscono all’economia nazionale su una forchetta dal 3 al 5% del PIL, e che ogni punto di PIL equivale a 16 miliardi. Ma quanto di tutto questo è “percepito”?

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