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Il vescovo svizzero Grab guida degli episcopi europei

Monsignor Amedeo Grab, vescovo di Losanna, Ginevra e Friborgo e presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) Keystone Archive

E' in un clima difficile, permeato di grande tristezza e preoccupazione che si è aperto mercoledì sera a Roma il 10.mo simposio dei vescovi europei.

Il compito dei prelati, provenienti da 24 Paesi e guidati dal vescovo di Coira Monsignor Amedeo Grab, è quello di rilanciare il dialogo con i giovani. Un compito che il Papa aveva chiesto durante le giornate della gioventù due anni fa durante il Giubileo.

Chiesa e giovani

L’esperienza nella chiesa dei giovani come laboratorio di fede. Una frase coniata da Giovanni Paolo Secondo, davanti alle migliaia di giovani che nell’agosto del 2000 erano convenuti a Tor Vergata, alle porte di Roma, in occasione delle giornate mondiali della gioventù. Un appello raccolto dalle conferenze episcopali europee presiedute dal vescovo di Coira Monsignor Amedeo Grab.
“I vescovi si incontrano con i giovani per accogliere la loro esperienza”. Ha detto ,Mons. Grab.”E’ importante accogliere le loro rivendicazioni, i loro bisogni. Un confronto necessario per lanciare al mondo di oggi un messaggio di speranza”.

Un nuovo dialogo

E’ un passo importante, un dialogo mai sperimentato in precedenza. E la rappresentanza della gioventù cattolica presente al simposio nutre molte speranze in questa nuova modalità di dialogo.
Vogliamo un linguaggio semplice e autentico, ha detto uno fra i 34 giovani presenti, alcuni dei quali anche svizzeri. “Un dialogo alla pari dove poter discutere liberamente dei nostri problemi nel rapporto con la fede e la chiesa”.

L’orrendo crimine della pedofilia

Il simposio, che si concluderà domenica prossima, avviene però in un momento molto difficile per la Chiesa. Lo scandalo della pedofilia, che vede sotto accusa negli Stati Uniti centinaia di sacerdoti, potrebbe incrinare un rapporto che si vorrebbe di fiducia fra le gerarchie ecclesiali cattoliche ed i giovani.
“Noi abbiamo fiducia in questa Chiesa”. Dice un’altra giovane partecipante al Simposio. “Sappiamo che accanto a questi fenomeni tremendi ma marginali ci sono molti aspetti positivi nella Chiesa e in chi la rappresenta. D’altronde il Papa ha dato un segno chiaro e inequivocabile su come trattare chi si macchia dell’orrendo crimine della pedofilia”.
Un problema che colpisce anche il clero europeo e non solo quello americano. Ultimamente in Austria, Germania, Polonia, sono venuti alla luce diversi casi di pedofilia all’interno della Chiesa.
“I consigli episcopali europei non si sono ancora occupati direttamente del problema”, dice Mons Grab. “E’ comunque sicuro che chi compie questi atti deve uscire allo scoperto, deve assumersi le proprie responsabilità e chiedere scusa alle vittime. Vittime che devono essere assistite ma devono anche ottenere giustizia”.

Il nodo del celibato

Affermazione che conferma quanto detto dal Papa e cioè che nella Chiesa non vi è posto per chi fa del male ai bambini. “Ma il grave fenomeno non va generalizzato”, dice ancora Mons. Grab. “La responsabilità diretta è di chi compie questi atti che sono pur sempre delle eccezioni all’interno della Chiesa. Questa persone malate vanno curate, ma anche sanzionate. In futuro dovrà essere messa maggiore attenzione sulla formazione dei nuovi sacerdoti”.
“Tuttavia”, conclude Grab, “la rimozione dell’obbligo al celibato dei preti, come suggerito da più parti, non è la soluzione. La violanzione dei diritti del bambino avvengono nella maggior parte dei casi da parte di persone sposate”.

Francesco Dirovio, Roma

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