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Il Vallese gioca malgrado tutto la carta olimpica

Karin Thürig e Marcel Fischer festeggiati alla "Casa Svizzera" ad Atene, una scena che si spera possa ripetersi a Torino. presence.ch

Dopo la delusione per non essersi visto attribuire le Olimpiadi invernali 2006, il Vallese ha voltato pagina e sarà presente in forza a Torino.

Per sedurre gli italiani e le decine di migliaia di persone che seguiranno i Giochi, il cantone investirà quasi un milione di franchi.

«Ci hanno rubato i Giochi Olimpici», era una delle frasi più ricorrenti in Vallese quando alcuni anni fa il Comitato Olimpico Internazionale aveva assegnato l’organizzazione dell’edizione 2006 dei Giochi a Torino, vittoriosa nei confronti di Sion.

Da allora però gli animi si sono calmati e il Vallese ha deciso che, nonostante la ferita non sia ancora completamente rimarginata, in Piemonte ci sarà. Per promuovere il cantone, le autorità hanno stanziato 900’000 franchi.

«Il Vallese era predestinato»

La somma servirà a finanziare oltre la metà del budget (1,5 milioni) del progetto «House of Switzerland», progetto messo in piedi per la prima volta in occasione delle Olimpiadi di Nagano nel 1998 e poi riproposto a Sydney, a Salt Lake City e due anni fa ad Atene.

Per Torino, «il Vallese era praticamente predestinato», ha osservato Johannes Matyassy, il direttore di Presenza Svizzera, che organizza l’operazione seduzione.

A Sydney e ad Atene, la piattaforma della Confederazione per la presentazione della Svizzera aveva avuto difficoltà per trovare dei partner. Per Torino è stato più facile, ha spiegato Matyassy, mentre per Pechino, che ospiterà i Giochi estivi nel 2008, molti sono i candidati che già premono.

A Torino e a Sestrière

Il prossimo mese di febbraio le «Case Svizzere» a Torino saranno addirittura due. Nel capoluogo piemontese, nei pressi del centro protocollare delle Olimpiadi, la Svizzera presenterà la sua immagine moderna, «style & trend», come ha affermato Johannes Matyassy.

A Sestrière, che accoglierà le gare di sci, la casa sarà per contro in sintonia con il paesaggio alpino e la tradizione: fans, turisti, atleti, giornalisti e popolazione locale saranno accolti in una taverna vallesana.

A farla da padrone non sarà però solo la raclette, il tipico menù vallesano a base di formaggio fuso. Come ad Atene, la cucina sarà curata dal prestigioso istituto alberghiero «César Ritz».

Una clientela che fa gola

«Secondo un’inchiesta condotta recentemente, il 55% delle imprese vallesane ha delle relazioni commerciali con l’Italia, in particolare con la Lombardia ed il Piemonte, e tra queste il 66% esporta merci verso la Penisola e l’80% ne importa», ha dichiarato il consigliere di Stato vallesano Jean-Michel Cina presentando il progetto.

L’Italia del Nord, ha dal canto suo affermato il direttore dell’Ente turistico vallesano Urs Zenhäusern, «offre un potenziale interessante».

Una clientela – quella piemontese – che fa gola. «»Con un prodotto interno lordo di circa 24’800 euro procapite, il Piemonte è una delle regioni più ricche d’Europa», ha sottolineato Jean-Michel Cina.

Questo potenziale però in Vallese non è ancora sfruttato appieno, malgrado la vicinanza (Torino si trova a sole due ore). Durante la stagione 2003/2004, i turisti italiani hanno totalizzato 72’000 pernottamenti, pari al 10% del totale dei pernottamenti di italiani in Svizzera. Nei Grigioni, per contro, la percentuale è stata del 22% e in Ticino del 15%.

Non solo turismo

L’operazione di marketing non vuole però essere solo uno strumento per attirare dei turisti.

«Sappiamo che l’Italia è un grosso consumatore di Emmental, perché i nostri vicini non potrebbero diventare anche dei consumatori di formaggi vallesani?», illustra a mo’ d’esempio Jean-Michel Cina.

Oltre a puntare sulla gastronomia, per suscitare l’interesse del pubblico nelle «Case Svizzere» verranno organizzati concerti, ricevimenti e manifestazioni varie (ad Atene, ad esempio, non si era esitato a ricorrere ad una sfilata di biancheria intima).

Le «Case Svizzere» fungeranno pure da sala stampa e da luogo per festeggiare le medaglie svizzere in presenza degli atleti.

Naturalmente, più le medaglie saranno numerose, maggiore sarà l’impatto delle «Case svizzere». Jean-Michel Cina è ottimista: «Le numerose vittore elvetiche dovrebbero suscitare l’interesse dei media». Con una medaglia, insomma, gli atleti svizzeri non conquisteranno solo la gloria, ma anche la simpatia dei vallesani.

swissinfo, Daniele Mariani

Le Olimpiadi di Torino avranno luogo dal 10 al 26 febbraio 2006.
Oltre a decine di migliaia di spettatori, sono attesi circa 10’000 giornalisti.
Gli atleti saranno circa 2’500.
Grazie alla qualificazione delle nazionali maschile e femminile di hockey su ghiaccio, la delegazione svizzera potrebbe essere la più numerosa di tutti i tempi.
Secondo le stime di Swiss Olympics, a Torino dovrebbero esserci circa 130 atleti elvetici (il record finora era 114, a Salt Lake City nel 2002)

Le origini del concetto di «Casa Svizzera» risalgono alle Olimpiadi del 1994 a Lillehammer, quando la delegazione elvetica ha affittato una modesta casetta quale punto di ritrovo. La prima «Casa Svizzera» vera e propria è stata creata in occasione delle Olimpiadi invernali di Nagano nel 1998.

Quest’anno in Piemonte, le «Case Svizzere» saranno due, una a Torino e l’altra a Sestrière. Il budget è di 1,5 milioni di franchi.

Oltre al canton Vallese e all’Istituto alberghiero César Ritz, i partner di Presenza Svizzera per Torino 2006 saranno l’Associazione Olimpica Svizzera, Swiss Ski e la SRG SSR idée suisse.

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