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Il turismo della mendicità a Natale

I musicisti della strada aumentano sotto le feste Keystone

Nel periodo natalizio in Svizzera sono sempre più numerosi i mendicanti. Spesso provengono dall'Europa orientale e si esibiscono suonando ai bordi della strada.

Non creano problemi di ordine pubblico, ma i centri di accoglienza stimano che il loro numero si sia raddoppiato negli ultimi anni.

Sono musicisti, venditori di carabattole o semplici mendicanti, soprattutto zingari provenienti dalla Romania o dalla Slovacchia. Arrivano in Svizzera in gruppo, spesso accompagnati da minorenni.

In una giornata di elemosina riescono a rimediare a volte una cinquantina di franchi svizzeri. Ciò che equivale a un mese di salario nei loro paesi d’origine.

Nonostante l’evidente precarietà, fare la questua è dunque un’attività redditizia, tale in ogni caso da attrarre un numero crescente di persone.

Fenomeno difficile da quantificare

“Negli ultimi tre anni abbiamo dato alloggio a due o tre volte più persone rispetto agli anni precedenti”, dice Daniel Gosteli, responsabile di uno dei centri d’accoglienza dell’Esercito della salvezza a Ginevra

“Ma sono convinto che questo numero non corrisponde che a una piccola parte dei mendicanti provenienti dall’Europa orientale”, prosegue Gosteli. “La maggior parte di loro non ricorre alle nostre strutture. Dormono nelle loro automobili.”

Data la situazione, è difficile quantificare il numero di persone che passerà settimane o mesi in inverno nelle strade svizzere per raccogliere alcune centinaia di franchi. Tanto più che la polizia non tiene il conto.

La polizia chiude un occhio

“Constatiamo in effetti un aumento di questa popolazione”, conferma Eric Grandjean, portavoce della polizia cantonale di Ginevra. “Ma finché non crea problemi, la polizia non ha veramente motivo d’intervenire.”

Risposta simile da parte delle autorità bernesi: “Di solito queste persone hanno i documenti in regola. Li trattiamo come semplici turisti”, afferma Peter Allemann, capo della polizia degli stranieri della città di Berna.

A Berna, come nelle città della Svizzera francese, la maggior parte di queste persone ottiene facilmente l’autorizzazione a vendere dei piccoli oggetti o a suonare per strada.

Benvenuti nel canton Vaud

Anzi. A Losanna si fa capire che gli artisti di strada, quale che sia l’origine e il talento, sono ben visti.

“Le autorità comunali vogliono una città vivace, soprattutto durante le feste”, osserva il portavoce della polizia losannese Christian Séchaud. “In questo periodo coltiviamo un certo spirito di apertura.”

Uno spirito di apertura che la polizia sembra mettere ampiamente in pratica nell’esercizio delle sue funzioni. Tutti i centri di accoglienza e i servizi sociali contattati sottolineano l’eccellente collaborazione tra le forze dell’ordine e i centri di accoglienza per i senzatetto.

Il ricordo di un dramma losannese

“Dopo la morte l’anno scorso di una donna senza fissa dimora in un bagno pubblico di Losanna, la polizia è particolarmente sensibile alla questione dei senzatetto”, dice Philippe Meystre, segretario generale della Direzione della sicurezza sociale di Losanna.

“Dopo quel tragico incidente, il comune ha aperto un centro di accoglienza e non è raro che la polizia vi conduca persone trovate per strada. Senza effettuare controlli d’identità preventivi.”

Il centro d’accoglienza del comune di Losanna accoglie in media 15 persone per notte, portando a 80 l’offerta di posti letto per persone senza fissa dimora nella città. Ma capita spesso che debba respingere persone per mancanza di spazio.

Il caso friburghese

A Friburgo, in assenza di spazio nell’unica struttura d’accoglienza della città, il comune ha aperto temporaneamente un centro in un rifugio della protezione civile per ospitare un gruppo di nove zingari a metà di dicembre.

“C’erano due minorenni tra di loro”, afferma la consigliera comunale Marie-Thérèse Maradan Ledergerber, iniziatrice dell’intervento. “Passavano la notte ammucchiati in quattro o cinque nella loro Skoda, accendendo il motore di tanto in tanto per riscaldarsi.”

“È una cosa umanamente inaccettabile”, aggiunge la consigliera. “Non potrei dormire, sapendo che a due passi da me delle persone rischiano di morire di freddo o di intossicarsi con l’anidride carbonica.”

Decisione politica

Per ora, Friburgo si è accontentata di reagire ad una situazione d’emergenza. Ma la questione dei senzatetto rimane aperta.

“Assistiamo ad un’europeizzazione del fenomeno”, dice Eric Müllener, responsabile del centro d’accoglienza La Tuile. Il centro è confrontato ad un numero crescente di richieste che non può soddisfare.

“È necessario che siano prese delle decisioni politiche chiare”, osserva Müllener. “Bisogna sapere se vogliamo o non vogliamo accogliere queste persone in territorio svizzero. Se la risposta è sì, bisogna offrir loro un minimo di assistenza e aprire dei centri di accoglienza adatti ai loro bisogni.”

“Non possiamo attendere che ci scappi il morto assiderato dentro una macchina per ammettere che il problema esiste”, s’indigna Müllener.

Vanda Janka, swissinfo (traduzione: Andrea Tognina)

A Losanna e a Ginevra, dei rifugi della protezione civile sono stati aperti per accogliere i senzatetto durante l’inverno 2002-2003. Oltre ai centri di accoglienza già esistenti, in ognuna delle due città l’offerta è aumentata così di 25 posti letto.

Berna dispone di 10 posti letto supplementari, mentre la struttura d’accoglienza zurighese è passata da 16 a 52 posti.

A titolo di esempio, nel 2001 i centri d’accoglienza di Ginevra hanno accolto in media 347 persone per notte.

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