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Il tunnel più lungo del mondo è realtà

I primi minatori passano con le bandiere attraverso la testa della fresa Keystone

Il diaframma principale del tunnel di base del San Gottardo è caduto. La galleria più lunga del mondo è realtà. «La montagna è grande, noi siamo piccoli, insieme abbiamo realizzato una grande opera», ha commentato il ministro dei trasporti Moritz Leuenberger.

Sissi – così i minatori chiamano affettuosamente la fresa TBM che si è fatta strada tra la roccia sotto il San Gottardo – non ha tradito le aspettative: alle 14:17 di venerdì 15 ottobre ha sfondato l’ultimo diaframma nel tubo est del tunnel più lungo del mondo. 57 chilometri per quella che Luzi Gruber – responsabile del settore Sedrun del traforo – ha definito «non soltanto una galleria, ma una pagina di storia».

Un’opera e un momento – quello della caduta del diaframma – che ha riunito minatori e ministri, ingegneri e artisti, ospiti e giornalisti. Tutti uguali al cospetto della montagna, tutti con casco, casacche o tute fluorescenti di colore giallo e arancione.

Solo una persona, per un attimo, ha osato levare il casco – «non si dovrebbe mai fare in un cantiere» – ed è stato il direttore di Alptransit Renzo Simoni. «Lo faccio per rendere omaggio alla vostra prestazione», ha detto rivolto ai minatori che ritiene – ma non è il solo – i veri eroi dell’impresa.

Bandiere

Il primo minatore a passare dal settore di Faido a quello di Sedrun è stato l’austriaco Hubert Bär. Tra le sue mani, una statua di Santa Barbara portata con emozione e delicatezza.

Sulle note della marcia trionfale dell’Aida, lo hanno seguito altri minatori, con le foto dei colleghi scomparsi – quelli a cui il tunnel ha rubato la vita – e le bandiere che simboleggiano l’internazionalità delle squadre al lavoro: Svizzera, Austria, Italia, Germania… E poi le bandiere dei tre cantoni attraversati dal tunnel: Grigioni, Ticino, Uri.

Quasi a voler esorcizzare il buio della galleria, i minatori italiani hanno intonato a squarciagola «Nel blu dipinto di blu». Anche scavare una montagna può essere un modo per «volare nel cielo infinito» dei sogni.

L’orgoglio di Leuenberger

Tra i testimoni di questo storico momento non poteva mancare il ministro dei trasporti Moritz Leuenberger, che lascerà la carica a fine mese. Leuenberger non ha nascosto il suo orgoglio per essere stato tra i motori di un’opera di rilevanza europea.

«La montagna è grande, noi siamo piccoli, insieme abbiamo realizzato una grande opera», ha detto nel suo discorso. «Ieri volevamo spostare la montagna, oggi la perforiamo nei tempi e con i costi previsti».

Per Leuenberger, nessuna azienda privata avrebbe potuto assumersi la responsabilità e i rischi legati ad una simile impresa. Il tunnel di base del San Gottardo è stato voluto dai cittadini svizzeri, che hanno avuto il coraggio di deporre un sì nelle urne ogni volta che è stato necessario. «Questo giorno dimostra quanto la nostra democrazia sia sostenibile, coerente ed efficiente».

Gli auguri dell’Europa

Dal tunnel, Leuenberger ha inviato un saluto anche ai ministri dei trasporti europei, impegnati in una riunione a Lussemburgo, che hanno assistito in diretta televisiva alla caduta del diaframma principale.

«È un peccato poter assistere a questo momento solo via satellite», ha detto il commissario europeo dei trasporti Siim Kallas, per il quale la costruzione del tunnel di base del San Gottardo è «estremamente importante e ammirevole».

Dal canto suo, il segretario di Stato tedesco Klaus-Dieter Scheurle ha dichiarato che l’Europa può essere felice del fatto che «si intraprendano e portino a termine imprese simili».

Per consolare i colleghi europei della sovrapposizione degli appuntamenti, Leuenberger ha fatto avere loro un biglietto omaggio per la linea del San Gottardo. Sarà valido dal 2017, data prevista per la messa in funzione della nuova galleria.

Aspettando i fratelli

Il tunnel di base del San Gottardo sarà l’elemento centrale di una ferrovia di pianura attraverso le Alpi. Il dislivello contenuto e l’ampio raggio delle curve permetteranno di ridurre il tempo di percorrenza tra Zurigo e Milano di un’ora e mezza, portandolo a meno di tre ore.

Qualcuno teme che il tunnel – il cui costo finale dovrebbe ammontare a circa 10 miliardi di franchi – resti una cattedrale nel deserto. Questo perché la linea ferroviaria del San Gottardo non significa solo un traforo moderno: non è ad esempio ancora garantito l’allacciamento in Italia e in Germania (che dovrebbero potenziare la loro rete) e perché anche in Svizzera esistono dei colli di bottiglia e degli ostacoli tecnici che per il momento impediscono di sfruttare appieno le potenzialità del traforo, soprattutto per il traffico merci.

Al di là dei problemi da risolvere, tutti sono però concordi nel ritenere il progetto di importanza europea, anche perché ancora per lunghi anni, quelli del San Gottardo e del Lötschberg – l’altro traforo della Nuova ferrovia transalpina (NFTA) aperto nel 2007 – rimarranno le uniche gallerie ferroviarie alpine di base.

Durante il collegamento con i ministri europei dei trasporti a Lussemburgo, Leuenberger ha lanciato nell’etere con una certa emozione: «Spero che presto questo tunnel avrà dei fratelli», ossia i tanti attesi raccordi a nord (Germania) e a sud (Italia).

Festa riuscita

I problemi e le incognite che ancora gravano sul futuro della Nuova ferrovia trasalpina non hanno però raffreddato l’entusiasmo per la festa organizzata in occasione della caduta dell’ultimo diaframma del San Gottardo.

La cerimonia, cominciata con uno spettacolo del regista Volker Hesse (insignito quest’anno dell’anello Hans Reinhart, il più importante riconoscimento teatrale svizzero) è stata completata dai discorsi ufficiali e dalla benedizione della galleria.

Il mondo ha potuto seguire in diretta questo momento storico grazie ai resoconti dei giornalisti inviati nella regione del San Gottardo. L’evento ha riscosso particolare interesse in Giappone, paese che finora deteneva il record del tunnel più lungo del mondo (Seikan, 53,9 km).

La festa è poi continuata tra la gente, nei comuni che hanno ospitato i cantieri di Alptransit, e a Lucerna, dove si sono riuniti tutti quelli che in un modo o nell’altro hanno contribuito alla realizzazione della galleria.

1947: Il basilese Carl Eduard Gruner lancia l’idea di un tunnel di base sotto il San Gottardo.

1962: Primo progetto per un tunnel tra Amsteg e Giornico.

1971: Il governo incarica le Ferrovie federali svizzere (FFS) di elaborare un progetto, che sarà presentato nel 1975.

1990: Il governo propone la realizzazione della cosiddetta «variante a rete» che prevede la costruzione dei tunnel di base del Lötschberg e del San Gottardo.

1992: Referendum. I cittadini svizzeri approvano con il 63,6% di sì la Nuova ferrovia transalpina (NFTA) con i due tunnel di base.

1994: I cittadini approvano con il 52% di sì l’Iniziativa delle Alpi per il trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia.

1998: Popolo e parlamento approvano il programma di finanziamento del progetto. Le FFS fondano l’azienda committente Alptransit San Gottardo SA.

1999: Dopo i sondaggi effettuati negli anni precedenti, cominciano sia al San Gottardo che al Lötschberg i lavori di scavo veri e propri.

2007: Apertura del Lötschberg (34,6 km).

2010: il 15 ottobre cade il diaframma principale del tunnel di base del San Gottardo (57 km).

2017: Data prevista per l’apertura al traffico della galleria del San Gottardo.

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