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Il San Gottardo chiude e l’economia ticinese starnutisce

Il tratto dell'autostrada A2 sul versante urano rimarrà chiuso almeno fino al 25 giugno Keystone

Come già nel 2001, quando la galleria del San Gottardo fu inagibile per due mesi, la chiusura dell'autostrada A2 si tradurrà in perdite valutate in milioni per l'economia del canton Ticino.

Tra i settori che potrebbero subire contraccolpi vi è quello turistico. Durante il fine settimana della Pentecoste gli alberghi erano però pieni. I turisti hanno plebiscitato il treno.

Oltre 33 milioni di franchi: secondo uno studio dell’Istituto di ricerche economiche dell’Università della Svizzera italiana, tanto era costata alla sola economia ticinese la chiusura per due mesi della galleria autostradale del San Gottardo nell’autunno del 2001, in seguito all’incendio che causò la morte di 11 persone.

Questa volta l’autostrada A2 non rimarrà chiusa così a lungo. Stando alle ultime notizie, l’asse non potrà comunque essere riaperto prima dell’inizio di luglio. La zona sul versante urano dove ad inizio giugno si sono staccati dei massi, uccidendo due persone, rimane pericolosa e per assestare la parete sono necessari diversi interventi.

Le ricadute sull’economia ticinese non saranno comunque di poco conto. Il lunedì di Pentecoste, ad esempio, la stazione di servizio di Stalvedro, a pochi chilometri dal portale sud della galleria, ha registrato una cifra d’affari di 15’000 franchi, quando solitamente in giorni simili il fatturato si aggira attorno ai 200’000 franchi.

Quanto accade nelle stazioni di servizio o nei piccoli commerci che dipendono dal traffico di transito lungo l’autostrada è però solo la punta dell’iceberg.

Spese di trasporto

La chiusura si ripercuote infatti su tutte le ditte che hanno relazioni commerciali col nord delle Alpi.

“Una piccola e media impresa che deve consegnare merce in Svizzera interna rischia di doverla tenere in magazzino, poiché il prezzo del trasporto renderebbe la transazione poco conveniente”, afferma Luca Albertoni, della Camera dell’industria, del commercio e dell’artigianato ticinese (CCIATI).

“Per un camion di 40 tonnellate, il costo supplementare è di un franco per ogni chilometro in più percorso, inoltre vengono fatturati 150 franchi per ogni ora supplementare. Un mezzo pesante che deve andare a Berna passando dal San Bernardino impiega ad esempio due ore in più”, spiega Waldo Bernasconi, presidente della sezione ticinese dell’Associazione degli autotrasportatori (ASTAG).

Per alleviare l’impatto, il mondo economico ticinese chiede che siano allentate le restrizioni in vigore per il trasporto su gomma ed in particolare che i camion possano circolare di notte. La richiesta è però finora stata respinta sia dall’Ufficio federale delle strade che dalle autorità del canton Grigioni (il San Bernardino, principale strada alternativa al San Gottardo, si trova su territorio grigionese).

Grande distribuzione

Uno dei settori più colpiti è quello della grande distribuzione, sostiene il professor Roman Rudel, autore dello studio sulle ricadute economiche in Ticino in seguito alla chiusura del 2001.

I supermercati a sud delle Alpi dipendono infatti in gran parte dalle forniture delle centrali situate nella Svizzera interna.

“Naturalmente abbiamo dei costi aggiuntivi, anche se non li abbiamo mai quantificati”, spiega Francesca Sala, portavoce della filiale ticinese della Migros, il più grande distributore svizzero.

“Una parte consistente dei nostri prodotti – più del 50% – viaggia comunque su ferrovia”, indica ancora Francesca Sala.

I turisti puntano sul treno

I timori per il settore turistico finora non si sono avverati. “Il bilancio del fine settimana della Pentecoste è andato al di là delle nostre aspettative, chi aveva riservato è venuto”, afferma Marco Boggia, segretario della Società cantonale ticinese degli albergatori.

I treni sono stati presi d’assalto e le Ferrovie federali svizzere hanno potenziato la loro offerta. Indipendentemente dalla situazione attuale, l’opzione ferrovia sembra godere sempre più dei favori di chi si reca a sud delle Alpi.

Un bilancio positivo lo stila pure Tiziano Gagliardi, direttore di Ticino Turismo, con la sola eccezione della Leventina: “In questa regione, che vive di turismo di passaggio, vi sono state tantissime disdette”.

“Per fortuna si prevedono tempi di chiusura limitati, di modo che la galleria dovrebbe poter riaprire prima dell’inizio vero e proprio dell’alta stagione”, sottolinea Gagliardi.

“Si vive meglio”

Roman Rudel osserva dal canto suo che già nel 2001 il numero di turisti non era diminuito, anzi: “Certo, non era alta stagione. Abbiamo però notato che le persone si erano fermate più a lungo. Più il viaggio è difficoltoso, più i turisti tendono a rimanere più notti”.

“Questa chiusura – continua Roman Rudel – ha perlomeno sollevato una questione interessante: perfezionare l’accessibilità favorisce veramente il turismo?”.

In ogni caso la chiusura dell’A2 non fa solo degli scontenti. “La maggior parte delle persone che incontro mi dice che si vive meglio”, afferma Sergio Mariotta, fondatore di “Leventina vivibile”, una piccola associazione nata dopo l’incidente del 2001, il cui scopo è di mantenere alta la pressione sulle problematiche legate al traffico nella regione.

“Molti commercianti lavorano meglio, c’è ad esempio gente che ha una casetta di vacanza in valle che viene più volentieri”, spiega Mariotta. Da questa situazione, insomma, non tutti escono perdenti.

swissinfo, Daniele Mariani

Nel 2004 sono transitati attraverso le Alpi svizzere complessivamente 1’255’000 veicoli pesanti.
La legge stabilisce che entro il 2009, ossia due anni dopo l’apertura della galleria di base del Loetschberg, questo numero sia ridotto a 650’000.
L’asse del San Gottardo assorbe oggi oltre i 3/4 del traffico pesante su strada.
Nel 2004 sono transitati in media al giorno al San Gottardo 3’328 camion.
Nel 2000, la media era di 4’498 veicoli pesanti.

La politica svizzera in materia di trasporti pesanti ha quale obiettivo di trasferire il traffico dalla strada alla rotaia. Nel 1994, il popolo svizzero ha approvato la cosiddetta “Iniziativa delle Alpi”. Questo articolo costituzionale stabilisce che la Confederazione deve proteggere la regione alpina dalle conseguenze negative legate al traffico di transito.

Principale chiave di volta di questa politica sono le Nuove trasversali ferroviarie alpine, costituite in particolare dalle gallerie di base del Loetschberg (apertura prevista nel 2007) e del San Gottardo (2016).

Ad eccezione del 2003, dal 2001, il traffico pesante su strada attraverso le alpi svizzere è costantemente diminuito. Ciò è dovuto al fatto che i camion di 40 tonnellate possono ormai circolare sulle strade elvetiche, all’introduzione di una nuova tassa e all’incentivazione del trasporto combinato (strada-ferrovia).

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