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Il ritorno di Alfonsina

Maria Storni in scena a Buenos Aires. EG

Fra le voci più importanti della letteratura femminile latinoamericana, Alfonsina Storni continua a far parlare di sé.

In cartellone a Buenos Aires una favola per bambini che parla dell’amicizia, della dignità e del rispetto per il prossimo e per la natura che ci circonda.

«El Dios de los pajaros» (Il Dio degli uccelli) è in scena in questi giorni al Teatro «Taller del Angel» di Buenos Aires, è uno dei pochi racconti infantili scritti della poetessa argentina di origine ticinese Alfonsina Storni, una delle voci più forti e originali della letteratura femminile sudamericana.

Sul palcoscenico, la debuttante attrice Maria Storni, di vent’anni, bisnipote della celebre poetessa nata a Sala Capriasca, nei pressi di Lugano, nel 1892 da una famiglia di emigrati ticinesi che si stabilì poi in Argentina.

«Per me – dice Maria, al primo anno di scuola di recitazione – è un onore immenso poter partecipare in un’opera scritta dalla mia bisnonna. È un racconto per bambini adatto anche per i più grandi. E’ stato scritto novant’anni fa ma trasmette messaggi validi ancora oggi, il che dimostra l’attualità della sua opera».

Una figura combattente

Alfonsina Storni fu sicuramente una personalità controcorrente. Fu la prima donna scrittrice ad essere ammessa al ristretto mondo letterario argentino degli inizi del Novecento.

La sua biografia è piena di momenti complicati. Suo padre, originario di Origlio, nel Canton Ticino, fonda nella provincia argentina di San Juan la fabbrica di birra e bibite «Los Alpes».

Ma con gli anni gli affari non vanno più così bene. Alfonsina decide allora di spostarsi a Buenos Aires dove cambia diversi lavori; da cassiera in una farmacia a venditrice a collaboratrice editoriale per una rivista. Ma è la passione per la scrittura a trionfare; saggi e racconti ed in particolare poesie che la coinvolge maggiormente.

Ragazza madre, dà alla luce il suo unico figlio Alejandro a 20 anni e lo cresce da sola. Nei suoi testi affronta la problematica della condizione femminile, reclamando maggiori diritti in una società dominata dagli uomini.

«Per l’epoca in cui viveva – afferma la studiosa Delfina Mucchietti, che ha curato l’opera completa pubblicata in Argentina – Alfonsina fu davvero una rivoluzionaria. Oggigiorno viene considerata come la Virginia Wolf dell’America Latina e viene ripresa molto anche all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, dove si presta molta attenzione alla tematica femminista».

La riscoperta dell’opera

Dopo molti anni di oblio, complice anche i giudizi negativi espressi su di lei da alcuni autori importanti come Jorge Luis Borges, la sua opera viene oggi studiata nei licei e nelle università argentine.

Ed è facile trovare tracce del legame affettivo con la sua terra natale. «La Svizzera – dice Muschietti – è presenta nella poesia di Alfonsina come il luogo idilliaco dell’infanzia. Ricorda spesso la quiete delle montagne e quella pace che non seppe purtroppo trovare nell’età adulta».

Il 25 ottobre del 1938, all’età di 46 anni, Alfonsina Storni, malata terminale di cancro, si suicida buttandosi nelle acque di Mar del Plata, nella costa atlantica argentina.

La sua morte viene riportata con gran scalpore sui giornali. Sul quotidiano «la Nacion», per il quale collaborava, viene pubblicata la sua ultima poesia, «Voy a dormir» (Vado a dormire) scritta pochi giorni prima.

«La morte di Alfonsina – dice la bisnipote Maria – fu un gesto poetico e tragico ma non disperato. Una settimana prima salutò alla stazione suo figlio, cioè mio nonno Alejandro, e saldò tutti i suoi debiti. Preferì andarsene consegnandosi alle acque del mare, che tanto amava, piuttosto che morire soffrendo in un letto d’ospedale».

swissinfo, Emiliano Guanella, Buenos Aires

«El Dios de los pajaros» (Il Dio degli uccelli) è in scena al Teatro «Taller del Angel» di Buenos Aires.
Partecipa Maria Storni, di 20 anni, pronipote della poetessa. Maria studia in una scuola di recitazione e ha debuttato in un’opera di teatro infantile «El Dios de los pajaros», scritta dalla sua bisnonna.

Alfonsina Storni nasce nel 1892 a Sala Capriasca, nel Canton Ticino. I suoi genitori emigrano in Argentina dove fondano una fabbrica di bibite e birre a San Juan, che chiamano «Los Alpes». Successivamente si trasferiscono a Rosario dove gestiscono il «Caffè Svizzero» di fronte alla stazione dei treni.

Nel 1912, quando ha appena vent’anni, Alfonsina si trasferisce a Buenos Aires dove inizia a collaborare con giornali e riviste letterarie. Ragazza madre, dà alla luce il suo unico figlio, Alejandro, che crescerà da sola.

Nel 1938, malata terminale di cancro, decide di suicidarsi buttandosi nelle acque di Mar del Plata. Oggi una statua sulla spiaggia principale della città ricorda il suo ultimo gesto.

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