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Il ritorno dello Jodel

Un coro di jodel: rigorosamente in costume Keystone

Il festival della musica etnica svizzera riunisce questo fine settimana ad Aarau quasi 200'000 adepti. Tra i partecipanti, anche cantanti australiani e giapponesi.

Una prova che questa antica forma di canto popolare, che conosce un potente revival, esercita il suo fascino ben oltre i confini nazionali.

Sono pochi gli spettacoli che attirano masse così ampie in Svizzera. I cantanti di jodel fanno meglio di star della musica rap e pop, come Snoop Dogg e Jovanotti, per il quali “solo” 20’000 fan si mobiliteranno questo weekend, per il festival di Frauenfeld.

Nella sola giornata di domenica, la parata dello jodel conterà 100’000 persone: una folla tre volte superiore rispetto a quella che può ospitare lo stadio St Jakob di Basilea per una partita della nota squadra di calcio locale.

Alla riscoperta delle radici

“Abbiamo una tradizione di canto popolare e dobbiamo tutelarla”, dice la grafica Klaudia Meisterhans, che da poco prende lezioni di jodel.

Klaudia è una delle tante persone che stanno riscoprendo queste radici musicali, un interesse che riguarda tutte le età e i ceti sociali.

“Ascolto soprattutto Robbie Williams, ma quando canto preferisco lo jodel”, racconta una quattordicenne al popolare quotidiano “Blick”.

Lo jodelling attira anche nuovi fan dall’estero. Il crescente numero di partecipanti stranieri al festival è una dimostrazione del fatto che la globalizzazione non ha per nulla messo a tacere le tradizioni locali.

Al contrario, un mondo con meno confini – e tariffe aeree economiche – ha contribuito al successo internazionale dello jodel.

Jodel alla giapponese

All’evento, organizzato ogni tre anni, partecipano anche cantanti giapponesi (vedi video), australiani e statunitensi.

Keiko Ito è impiegata all’università di Tokio. Si è avvicinata allo jodel per la prima volta all’età di 15 anni, durante un viaggio in Svizzera e ha deciso di studiarlo.

“Sin da bambina mi è sempre piaciuto cantare. Film come “Heidi” o “The Sound of Music” hanno acceso in me la nostalgia delle Alpi”, racconta l’impiegata giapponese a swissinfo.

Ito interpreta canzoni tradizionali svizzero-tedesche ed è una delle ospiti che si esibiranno sul palco ad Aarau.

“La musica non ha confini. Le semplici melodie dello jodel sono molto potenti”, dice. “La canzone che interpreterò quest’anno mi viene dal cuore”.

Come tutti gli altri interpreti in gara anche Ito indosserà un sontuoso costume ricamato. Oltre ai cantanti, si esibiranno anche gli sbandieratori e i suonatori di corno delle Alpi.

Cori di bambini e fanfare faranno da contorno al variegato misto di sonorità, che domenica culmina con una parata lunga più di due chilometri.

swissinfo, Dale Bechtel
traduzione, Raffaella Rossello

Migliaia di cantanti di jodel, sbandieratori e suonatori di corno alpino partecipano al festival di jodel di Aarau, dal 16 al 19 giugno.

Il festival si tiene ogni tre anni. Quest’anno sono attesi circa 200’000 spettatori.

Fra gli artisti, numerosi interpreti stranieri, australiani, giapponesi e statunitensi.

Lo jodel, che si pensa risalga all’età della pietra, ha una lunga tradizione in Romania, Polonia, Caucaso, Scandinavia e in particolare nelle regioni alpine.

Lo stile che si è sviluppato in Svizzera è una forma di comunicazione a lunga distanza e di richiamo delle mucche (senza testo).

Le musiche jodel a parole, oggi popolari, sono nate solo alla fine dell’Ottocento.

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