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Il proibizionismo per calmare i giovani

Negli ultimi 20 anni sono aumentati il consumo settimanale di alcol e le ubriacature occasionali (pixsil.com / VISUM)

Per contenere gli eccessi dei giovani festaioli, il comune di Coira intende adottare una delle leggi di polizia più severe della Svizzera, vietando il consumo di alcol in luoghi pubblici durante le ore notturne.

Nell’attesa del voto dei cittadini grigionesi, il 24 febbraio, l’Istituto di prevenzione dell’alcolismo (ISPA) avverte che sarebbe invece più pertinente limitare l’accesso agli alcolici.

Il rituale si ripete ogni settimana. Centinaia di giovani si riversano nel quartiere “Welschdörfli” di Coira, in prossimità del centro storico, attirati dall’effervescente vita notturna del capoluogo grigionese. Con i suoi circa 240 esercizi pubblici, Coira è la città che presenta la più alta densità di locali della Svizzera, sostengono molti dei suoi 35mila abitanti.

Tali assembramenti non piacciono alle autorità, le quali vorrebbero mettere un freno a schiamazzi notturni, liti, atti di vandalismo e, soprattutto, agli eccessi alcolici dei weekend.

Il parlamento comunale ha così votato a larga maggioranza una legge destinata a far discutere. Oltre a intensificare la videosorveglianza e a sanzionare chi getta rifiuti per terra (littering), il nuovo decreto di polizia prevede il divieto di consumare alcolici nei luoghi pubblici tra le 00.30 e le 7.00. Chi si farà beccare con una bottiglia in mano rischia in futuro una multa di 50 franchi.

Il diritto alla tranquillità

Per i politici si tratta di una misura per garantire agli abitanti di Coira il diritto di «dormire con la finestra aperta», per usare le parole di Reto Lardelli, membro UDC (destra nazional-conservatrice) del legislativo comunale, all’origine della proposta.

Più in generale, la legge vuole affidare alle forze dell’ordine i mezzi per agire preventivamente. Gli agenti non dovranno più aspettare che si giunga ad eccessi fonici e a danni materiali prima di intervenire.

Se i cittadini di Coira dovessero accettare il nuovo decreto (saranno chiamati alle urne in concomitanza con le votazioni federali del 24 febbraio), il divieto di consumare alcol nelle strade rappresenterebbe una prima in Svizzera, conferma l’Istituto di prevenzione dell’alcolismo e altre tossicomanie (ISPA).

Basta birra al chiar di luna

Agli occhi degli oppositori, il consumo di alcol nei luoghi pubblici non rappresenta al contrario un problema per la società. A preoccupare sono invece le conseguenze delle euforie notturne, come i disturbi alla quiete pubblica o gli atti vandalici. Dei comportamenti però già sanzionati dalla legge, sottolineano i contrari alla revisione.

Con una tale definizione del reato – scrivono sull’opuscolo elettorale – «si criminalizzano tutti coloro che si comportano in modo corretto e tranquillo, la cui unica infrazione è quella di bersi una birra all’esterno durante una tiepida notte d’estate».

Chi crea disordini, aggiunge il consigliere comunale socialista Jon Pult, contrario alla modifica, è una fascia molto ristretta di giovani, che sarà ben contenta di partecipare al gioco del gatto e il topo con la polizia.

Limitare l’accesso

L’inasprimento è visto con scetticismo dall’ISPA. In termini di prevenzione, la condanna del consumo di alcol non rappresenta la misura più pertinente.

«Sarebbe più giudizioso limitare l’accesso agli alcolici», afferma a swissinfo la sua portavoce, Corine Kibora.

«Bisognerebbe agire per frenare gli effetti della liberalizzazione del mercato del commercio dell’alcol avvenuta qualche anno fa – sostiene – che ha portato ad una riduzione dei prezzi, ad un’estensione degli orari di apertura dei negozi e, in definitiva, alla moltiplicazione dell’offerta alcolica destinata ai giovani».

Va quindi nel giusto senso, sottolinea Kibora, la politica che vorrebbe adottare Confederazione, che prevede tra l’altro la proibizione della vendita di bevande alcoliche in stazioni di servizio, chioschi e stazioni ferroviarie tra le 21.00 e le 7.00 (vedi a fianco).

«Alcuni studi internazionali mostrano che il messaggio preventivo più efficace si ottiene combinando le misure strutturali di limitazione dell’accesso all’alcol ad una corretta informazione sui suoi pericoli e ad un’adeguata assistenza nei confronti delle persone in difficoltà», annota la portavoce dell’ISPA.

Operatori sociali

Idealmente, conclude Kibora, si dovrebbero ingaggiare degli operatori sociali che vadano ad incontrare e a discutere con i giovani durante le loro uscite notturne.

«Purtroppo questi progetti sono difficili e costosi da mettere in pratica, molto più di un semplice divieto».

swissinfo, Luigi Jorio

In Svizzera si stima a 300’000 il numero di individui dipendenti dall’alcol. Circa un milione di persone vive a contatto con un alcolizzato (cifre dell’ISPA relative al 2006).

Il 25,4% dei ragazzi e il 17,6% delle ragazze di 15 anni consumano alcol almeno una volta a settimana.

I motivi principali del perché i giovani bevono, rileva un recente studio dell’ISPA, sono sia di carattere sociale (voglia di stare con gli amici, divertimento) che legati al bisogno di superare i problemi quotidiani.

Il costo sociale dell’abuso di alcol è stimato attorno ai 6,7 miliardi di franchi l’anno (2003).

Ogni anno il consumo di alcol provoca la morte di 2’100 persone (Ufficio federale della sanità pubblica).

La fase di consultazione del Programma nazionale Alcol (PNA) 2008-2012 è terminata a fine gennaio 2008.

Pur lodandone gli obiettivi (tra cui la sensibilizzazione, la riduzione degli effetti dannosi dell’alcol, il rafforzamento della tutela dei giovani) i partiti borghesi e il mondo economico hanno respinto il progetto. Secondo loro, il consumo di alcolici è un affare privato e la responsabilità è dei singoli.

Popolari democratici (centro) e liberali radicali (centro-destra) sostengono che invece di preparare nuove leggi che limitano la libertà individuale e il mercato, Berna farebbe meglio ad applicare le disposizioni attuali a protezione dei giovani.

Vietare la vendita di alcolici tra le 21.00 e le 7.000 significherebbe, a loro avviso, punire i consumatori adulti e responsabili.

Una limitazione giudiziosa dell’accesso all’alcol è al contrario sostenuta dai socialisti, per i quali il divieto di vendita notturna non penalizzerebbe i consumatori moderati, ma soltanto i consumi a rischio e l’ebbrezza al volante.

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