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Il problema non sono le dighe svizzere ma il Po

Alessandro Folli, direttore consorzio Bonifica Est Ticino Villoresi e Andrea Pellicini tvsvizzera

Dal Consorzio Ticino Est Villoresi smentiscono "implicazioni" svizzere per la piena del Maggiore

“I rapporti con gli svizzeri sono chiari, improntati alla serietà assoluta”. Queste le parole del presidente del Consorzio di Ticino Est Villoresi, Alessandro Folli, in risposta ad alcune polemiche di questi giorni, montate in Italia, secondo le quali il Lago Maggiore sarebbe esondato anche a causa delle aperture delle dighe in Ticino. Foglia dice che questi non corrisponde al vero, e che se pure avvenisse sarebbe solo dietro specifiche comunicazioni internazionali.

“Il tema vero, ha detto colui che comanda i bacini idrogeologici a Sud del Maggiore in Lombardia e Piemonte, è uno solo: quando arrivano questi eventi c’è una sola cosa da fare: anticiparli, abbattendo le paratie in uscita, ed è quello che abbiamo fatto proprio dopo gli allarmi di Regione Lombardia e Piemonte. Più di questo non si poteva fare, ha aggiunto, creando disagi più in là possibile avvisando gente, di concerto con le Prefetture ed i Comuni”.

“Il Consorzio Ticino non può fare più di quello che sta facendo e viviamo una duplice preoccupazione: da venerdì notte inizieranno ancora le piogge pesanti ed abbiamo il fiume Po davvero pieno. Anche per questo il deflusso del lago va fatto con attenzione perché il Po non riceve più nulla. Abbiamo, dati di poco fa, un afflusso del lago di 1700 metri cubi, e ne stiamo scaricando quasi 2000 ma più di quello non posso fare perché l’acqua non arriva al Po e si corre il rischio di mettere sotto anche Pavia. Spero, mi farebbe stare un pochino tranquillo, che prima di sera riesca ad abbassare ancora il lago di una ventina di centimetri”.

Il lavoro del consorzio sta comunque dando i suoi frutti: Mentre nei giorni scorsi l’affluenza causava l’aumento del lago di 5 cm l’ora, oggi stanno defluendo circa 3 cm di acqua l’ora ma più di quella portata è impossibile trasferire a valle perché l’uscita è solo quella indicata da Folli.

Infine, il numero uno del Consorzio ricorda che forse qualche interpretazione dei fatti da persone poco esperte, mischiando anche i rapporti tra Italia e Svizzera, può essere stata amplificata anche rispetto alla polemica innescatasi durante il periodo estivo con i parchi ticinesi che volevano più acqua. Discussione questa che ha coinvolto direttamente Berna e Roma.

“I rapporti con la Confederazione sono seri e chiari, ha concluso il presidente, io penso alle cose serie e oggi il mio problema è far lavorare al meglio i miei uomini quando la situazione si fa critica, come hanno fatto nelle scorse ore h24 e come faranno nei prossimi giorni di allerta.

SdR

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