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Il primo partito svizzero fedele alla sua linea

Il sangallese Toni Brunner presiede l'UDC dal 2008 Reuters

Inasprimento della politica d’asilo e d’immigrazione, opposizione ferma a ogni tentativo di apertura verso l’UE: con queste posizioni, l’Unione democratica di centro (UDC) passa da una vittoria elettorale all’altra. In vista delle elezioni federali, swissinfo.ch ha incontrato il presidente Toni Brunner.

swissinfo.ch: Quali sono le priorità del suo partito per la prossima legislatura?

Toni Brunner: Constatiamo che ufficialmente nessuno parla più di un’adesione all’Unione europea. Eppure, in modo strisciante, si continua la marcia di avvicinamento all’UE. In questa situazione c’è bisogno dell’UDC, che difende i valori alla base della forza del nostro paese: l’indipendenza, la libertà, l’autodeterminazione. Per noi questo vuole anche dire che al popolo spetta l’ultima parola.

swissinfo.ch: Intanto però la pressione dell’UE sulla Svizzera aumenta.

 

T.B.: Si può creare pressione anche affermando che la cooperazione tra partner uguali – così com’è definita negli accordi bilaterali – è alla fine. Credo che entrambe le parti siano interessate a una buona intesa, a una collaborazione economica e a una convivenza pacifica. Abbiamo obiettivi comuni, ma questi devono poter essere raggiunti – sia nell’UE, sia in Svizzera – in modo autonomo.

swissinfo.ch:In che settori la Confederazione dovrebbe ridurre le uscite e in quali dovrebbe invece investire di più?

T.B.: L’UDC vuole una situazione finanziaria sana ed equilibrata. Ciò significa che non si possono spendere più soldi di quelli che entrano. Tutti i settori devono impegnarsi a non superare i limiti budgetari. Ci sono alcuni ambiti in cui le spese stanno aumentando enormemente, per esempio nelle relazioni con l’estero. Il parlamento ha appena deciso di aumentare i contributi all’aiuto allo sviluppo. Anche nel settore sociale e sanitario i costi stanno esplodendo. Sono necessari degli interventi strutturali, anche se possono risultare dolorosi. Penso per esempio alla prossima revisione dell’assicurazione invalidità.

swissinfo.ch: La Svizzera deve rinunciare all’energia nucleare e puntare sulle energie rinnovabili?

T.B.: In futuro, ragionando su questo tema, bisognerà tener conto di quanto accaduto in Giappone. È necessario analizzare la politica energetica nel suo complesso. Accanto alle questioni legate alla sicurezza tecnica è necessario considerare anche la sicurezza dell’approvvigionamento e garantire costi energetici sopportabili per tutti. Prendere ora decisioni affrettate per il futuro è la via sbagliata.

swissinfo.ch: A cosa dovrebbero corrispondere la missione e gli effettivi dell’esercito di domani?

 

T.B.: L’UDC è favorevole a un esercito di milizia ben equipaggiato, il cui compito si concentri sulla protezione del paese. Non vogliamo un piccolo esercito professionale, bensì un’armata di milizia che goda del consenso popolare. L’esercito deve poter difendere il paese in caso di necessità. La sicurezza è un diritto del paese e della popolazione.

Il budget disponibile, pari a circa 4 miliardi di franchi, impone tuttavia delle economie. Per l’UDC è prioritario poter contare su una fanteria e un’aviazione robuste. Tutto il resto deve svilupparsi secondo le possibilità. Non siamo d’accordo con la massiccia riduzione degli effettivi e siamo contrari all’invio sempre più frequente di soldati all’estero. Non vogliamo lanciarci in avventure. Abbiamo un esercito difensivo e dobbiamo concentrarci sulla difesa.

swissinfo.ch: Come si posiziona il suo partito rispetto all’immigrazione e all’integrazione degli stranieri in Svizzera?

T.B.: Dobbiamo inasprire ulteriormente il diritto d’asilo e degli stranieri per combattere gli abusi. È importante che la nostra iniziativa sul rinvio dei criminali stranieri sia applicata efficacemente. È un tema che seguiamo da vicino. Abbiamo presentato un disegno di legge; il gruppo di lavoro creato dalla ministra della giustizia Simonetta Sommaruga deve ora prendere posizione. La questione è se si vuole applicare o meno una decisione popolare.

Per il resto, la ministra della giustizia sta mettendo in atto una politica d’asilo meno rigorosa. In questo ambito vogliamo fare da contrappeso. Già oggi la Svizzera è uno dei paesi più solidali e umanitari del pianeta. Non possiamo farci carico dei problemi di mezzo mondo accogliendo un numero sproporzionato di persone.

swissinfo.ch: Quali sono le proposte del suo partito per migliorare la politica della Confederazione nei confronti della Quinta Svizzera?

 

T.B.: Dobbiamo garantire che gli svizzeri dell’estero ottengano tutte le informazioni necessarie. Ma si tratta anche di permettere loro di esercitare i diritti politici. Al momento gli svizzeri all’estero che fanno uso dei loro diritti sono ancora troppo pochi. Per questo l’UDC per le elezioni parlamentari presenta in molti cantoni una lista di svizzeri residenti all’estero. Ci preoccupiamo dei cittadini che vivono fuori dalla Svizzera e che vogliono presentarsi alle elezioni per dare il loro contributo al paese.

L’Unione democratica di centro è nata nel 1971 dalla fusione del Partito dei contadini e dei borghesi e del Partito democratico grigionese e glaronese.

Negli anni Novanta ha conosciuto una rapida crescita elettorale, diventando nel 1999 il primo partito per numero di voti. L’UDC è cresciuta anche nelle elezioni del 2003 e del 2007, raggiungendo il 28,9% dei consensi.

La politica dell’UDC si colloca chiaramente a destra: meno stato, una collaborazione limitata con l’UE e una politica d’asilo e degli stranieri più restrittiva sono punti fondamentali del suo programma.

Nel 2003 il partito ha conquistato con Christoph Blocher un secondo seggio nel governo federale (Consiglio federale). Quattro anni dopo Blocher non è però stato riconfermato dal parlamento, che gli ha preferito Eveline Widmer-Schlumpf, membro del governo grigionese.

L’elezione ha avuto come conseguenza l’espulsione dell’intera sezione grigionese dall’UDC. La corrente liberale del partito ha allora dato vita a una nuova formazione politica, il Partito borghese democratico, a cui hanno aderito Eveline Widmer-Schlumpf e l’ex ministro dell’UDC Samuel Schmid.

Dal 2008 l’UDC è di nuovo rappresentata in Consiglio federale con Ueli Maurer, per molti anni presidente del partito.

Nato nel 1974 nel canton San Gallo, Toni Brunner è di professione agricoltore.

Dal 1995 rappresenta l’UDC sangallese alla Camera del popolo, in cui è stato eletto la prima volta a soli 21 anni.

Nominato vicepresidente del partito nazionale nel 2000, dal 2008 ha assunto la carica di presidente dell’UDC.

Toni Brunner è inoltre membro della Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia.

Traduzione di Andrea Tognina

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