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Il prato dove leggenda e storia si incontrano

Noi, Elisabetta II e Vaclav Havel

Dal pontile del battello – la via d’acqua è la sola che permette l’accesso al luogo – basta salire per dieci minuti verso la montagna. Questo è il Grütli: un prato; un riquadro verde. A centro, svetta un pennone con la bandiera rossocrociata. Tutto qui.

Intorno a noi alcune mucche e una dozzina di pecore pascolano pacificamente. Più in là c’è il ristorante, uno «chalet» di legno. Sotto gli occhi di alcuni nanetti da giardino, si mangiano i nutrienti piatti della cucina svizzero-tedesca. Dalla terrazza la vista sul lago è spettacolare.

Qui non ci sono dubbi: siamo in Svizzera, siamo arrivati direttamente al cuore del paese. Quello che si rispecchia in tutti i luoghi comuni, quello da mettere nella boccia di vetro con la neve che cade, quando la si scuote.

Non è un caso che il Grütli sia il centro mitico della Svizzera. Secondo la leggenda è qui che i padri fondatori della Confederazione si sono incontrati in segreto per giurare solidarietà e fedeltà eterne. Era il 1291.

Noi ci siamo oggi. E prima di noi molte personalità illustri hanno visitato questo luogo. Lo scià di Persia, due regine d’Inghilterra e anche il primo presidente democratico della Repubblica ceca, Vaclav Havel. Lui è venuto nel 2001.

Prima della Seconda guerra mondiale, anche il generale Guisan ha chiamato all’appello i suoi ufficiali su questo praticello. La difesa nazionale ha trovato qui un suo luogo simbolo; fra le montagne inespugnabili.

Il consigliere federale socialista Moritz Leuenberger ha detto che «il Grütli è stato spesso utilizzato come simbolo di una Svizzera chiusa su sé stessa, fissa fra i propri antichi miti». Ma è stato lui stesso ad accompagnare qui Havel, il presidente poeta. Qui si possono infatti trovare diverse sfaccettature di un amore patrio.

Patriottismo al pascolo

In questo luogo la leggenda incontra la storia. Su questo prato – al centro geografico fra Uri, Svitto e Untervaldo – i primi Confederati avrebbero costruito le fondamenta per un progetto che dura da secoli: la Svizzera. A lato degli eventi storici, Guglielmo Tell avresse fatto del suo, eliminando un oppressore ingiusto.

Qui ci si appella alle origini. Un tema caro ai patrioti più veraci, ma anche a chi sconfina nel nazionalismo. A più riprese bande di skinheads hanno perturbato i discorsi ufficiali che annualmente si tengono qui in occasione della festa nazionale, il primo agosto.

Sull’altro fronte, dunque per i post-sessantottini, il praticello è solo un luogo polveroso, adatto unicamente a riporvi la chincaglieria ideologica.

Eppure oggi – afferma l’ex-deputata democristiana Judith Stamm – «nella lettura di chi è aperto al mondo, il Grütli ha anche una nuova valenza: simbolizza libertà e solidarietà, valori non ancora tramontati».

Simbologia universale

Judith Stamm è la presidente della Commissione nazionale del Grütli, gruppo incaricato della gestione del lembo di terra in riva al Lago dei Quattro cantoni. Con il suo impegno, l’esponente democristiana, vuole fare di questo luogo un simbolo che travalichi i confini nazionali.

«Per me la libertà è un valore essenziale. Se essa viene maltrattata, ovunque questo avvenga, dobbiamo reagire», afferma seduta ad un tavolo del ristorante. Mentre noi visitiamo il luogo, la Commissione ha infatti una seduta di pianificazione. Qui si discute di amministrazione e di grandi ideali.

Ogni anno, più di 100’000 persone visitano il Grütli. «Ci sono dei turisti di tutti i paesi. Molti sono anche gli svizzeri e si racconta che per gli abitanti della regione, venire almeno una volta l’anno è una tradizione, quasi un pellegrinaggio».

Fra gli illustri ospiti che Judith Stamm ricorda c’è anche la regina Vittoria, bisnonna dell’attuale regina d’Inghilterra Elisabetta II. Avrebbe perfino dipinto un acquarello. Ludwig di Baviera, il re dei castelli da «mille e una notte», voleva addirittura viverci.

Inoltre, le impressioni raccolte dal sommo poeta tedesco, Johann Wolfgang Goethe, sono poi confluite nell’opera dell’amico Schiller che alla regione ha dedicato il suo «Guglielmo Tell».

swissinfo, Daniele Papacella et Alexandra Richard, Grütli

Situato su una pendice irraggiungibile in riva al Lago dei quattro cantoni, il prato del Grütli avrebbe ospitato gli incontri segreti fra i rappresentanti di Uri, Svitto e Unterwalden.

Nel 1291, in questo luogo sarebbe stato siglato il patto di solidarietà perenne, ritenuto l’atto di nascita della Confederazione svizzera.

Solo la tradizione orale collega Guglielmo Tell alle azioni politiche che portarono all’indipendenza. Non ci sono fonti scritte, ma il luogo è ancora oggi una sorte di altare dell’indipendenza svizzera.

Le gesta avvenute sul Grütli sono direttamente collegate ai valori che la tradizione ha conferito al balestriere di Bürglen.

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