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Il pensionamento delle donne ancora al centro di un voto popolare

Per il referendum contro l'innalzamento dell'età di pensionamento delle donne sono state raccolte più di 150'000 firme, ben più delle 50'000 necessarie. © Keystone / Anthony Anex

Il 25 settembre l'elettorato svizzero voterà su una riforma del sistema di assicurazione vecchiaia, dopo due referendum respinti nel 2004 e nel 2017. L'aumento dell'età di pensionamento delle donne rimane la questione più controversa.

Di cosa stiamo parlando?

L’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) è il primo pilastro del sistema pensionistico svizzero. È obbligatoria e si basa essenzialmente sui contributi delle persone attive e dei datori di lavoro, con l’obiettivo di garantire un livello di vita minimo a chi è in pensione. Con l’aumento dell’aspettativa di vita, il finanziamento dell’AVS non è più sostenibile a lungo termine. Per risolvere il problema, il Governo aveva già elaborato due proposte di riforma. Entrambe prevedevano l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne da 64 a 65 anni. Il primo progetto è stato respinto dall’elettorato nel 2004 e il secondo nel 2017.

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Il 25 settembre sarà sottoposta al voto popolare una nuova revisioneCollegamento esterno, il cui principale obiettivo è di garantire le rendite fino al 2030. La votazione riguarda due questioni legate all’ultima riforma denominata AVS21: un aumento dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) e una modifica della Legge federale sull’AVS. Per l’entrata in vigore del progetto è necessario un doppio “sì”.

Quali sono le differenze tra la precedente riforma respinta nel 2017 e la nuova versione?

Il progetto di riforma “Previdenza per la vecchiaia 2020” è stato respinto con il 52,7% dei voti il 24 settembre 2017. Si trattava di una revisione più ampia che comprendeva il primo pilastro (AVS) e il secondo pilastro (previdenza professionale). Dopo questo fallimento alle urne, il Governo ha deciso di separare i due oggetti. AVS21 – la riforma che in sostanza sarà sottoposta al voto il prossimo 25 settembre -riguarda solo l’assicurazione vecchiaia e superstiti.

Il principale punto in comune tra i due progetti è l’aumento dell’età di pensionamento delle donne, che sarà parificata a quella degli uomini e che passerà da 64 a 65 anni. Tuttavia, mentre “Previdenza per la vecchiaia 2020” prevedeva una compensazione sostenibile per tutti i futuri pensionati e pensionate, la riforma AVS21 limita le misure di compensazione a una sola generazione di donne.

Nella maggior parte dei Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), l’età di pensionamento è già stata standardizzata tra i due sessi. Questa misura è stata solitamente accompagnata da un aumento generale dell’età pensionabile.

Chi è interessato dalla nuova revisione?

L’aumento di 0,4 punti percentuali dell’IVA riguarderà l’intera popolazione, poiché causerà una leggera crescita dei prezzi di beni e servizi. Essendo l’AVS un regime assicurativo obbligatorio, alcuni aspetti della riforma riguarderanno potenzialmente anch’essi tutti: l’età pensionabile sarà più flessibile (tra i 63 e i 70 anni), sarà possibile ricevere solo una parte della rendita e si terrà conto dei contributi versati dopo i 65 anni. Queste misure mirano a incoraggiare le persone a rimanere attive anche oltre l’età di pensionamento ufficiale.

Le persone più colpite da questa revisione dell’AVS sono le donne, che dovranno lavorare un anno in più. Se il 25 settembre il disegno di legge sarà approvato, potrebbe entrare in vigore in più fasi a partire dal 2024. Le donne nate tra il 1961 e il 1963 vedranno gradualmente progredire la loro età di pensionamento e l’età di riferimento diventerà poi 65 anni per tutte coloro nate dal 1964 in poi.

La bozza prevede misure compensative per la “generazione di transizione”, cioè per le donne nate tra il 1961 e il 1969: possibilità di andare in pensione a 62 anni con una riduzione minore della pensione e pagamento di una rendita supplementare in caso di pensionamento alla data ufficiale o dopo.

Come inciderebbe la nuova riforma sulle finanze dell’AVS?

Nel 2021, l’AVS ha chiuso l’esercizio con un utile di 2,6 miliardi di franchi e un patrimonio di 49,7 miliardi di franchi. Tuttavia, secondo le proiezioni dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali, l’assicurazione sarà in deficit a partire dal 2029. Se la nuova riforma verrà approvata, il bilancio dovrebbe andare in rosso solo nel 2031, e non in modo così marcato.

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L’innalzamento dell’età pensionabile per le donne permetterebbe di risparmiare 1,2 miliardi di franchi all’anno a partire dal 2029, mentre l’aumento dell’IVA porterebbe altri 1,3 miliardi di franchi all’anno nelle casse dell’AVS a partire dal 2024. Tuttavia, la riforma AVS21 non sarà sufficiente a garantire il finanziamento delle pensioni a lungo termine, oltre il 2030.

Quali sono gli argomenti di chi si oppone alla riforma?

L’aumento dell’IVA è soggetto a referendum obbligatorio, poiché richiede una modifica della Costituzione, quindi il popolo avrebbe votato in ogni caso. Tuttavia, un comitato composto da sindacati, partiti di sinistra e gruppi di donne ha deciso di lanciare un referendum contro la revisione della Legge federale sull’AVS, per contrastare direttamente l’aumento dell’età pensionabile.

Il fronte che si oppone al progetto rifiuta che la riforma venga attuata a spese delle donne, le quali ricevono già una pensione molto più bassa. Secondo uno studio dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali, la pensione media delle donne (comprendente tutti e tre i pilastri) è inferiore del 37% rispetto a quella degli uomini. Le ragioni di questo divario sono, tra l’altro, le disuguaglianze retributive di genere e il fatto che le donne sono spesso meno attive nel mercato del lavoro e devono ancora svolgere la maggior parte dei lavori domestici e di cura. Il comitato che ha promosso il referendum chiede quindi che venga eliminata questa discriminazione prima di procedere a un’equiparazione dell’età pensionabile.

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Il comitato sottolinea inoltre che l’attuale contesto del mercato del lavoro non favorisce l’assunzione di dipendenti a fine carriera. L’aumento dell’età di pensionamento potrebbe far aumentare il numero di persone disoccupate o che ricevono assistenza sociale. I promotori del referendum chiedono che l’AVS non venga indebolita, ma rafforzata attraverso salari più alti, pensioni migliori e finanziamenti alternativi.

Chi sostiene la riforma?

Il Governo e la maggioranza del parlamento chiedono all’elettorato di accettare AVS21. La riforma – sottolineano – è necessaria ed urgente al fine di garantire il mantenimento del livello delle pensioni fino al 2030 e per evitare che le generazioni future siano penalizzate.

I partiti di centro e di destra, così come il mondo economico, fanno campagna a favore della riforma. In particolare, accolgono con molto favore gli incentivi a lavorare oltre i 65 anni e la maggiore flessibilità nel pensionamento, con la possibilità di percepire la pensione prima o dopo, a seconda delle esigenze personali. Queste misure, sostengono, contribuiranno ad alleviare la carenza di manodopera qualificata in Svizzera e daranno alle persone attive e alle aziende la possibilità di trarre vantaggio da una vita professionale più lunga.

I favorevoli a AVS21 sostengono che l’età di pensionamento delle donne deve essere innalzata, in quanto le donne hanno un’aspettativa di vita più lunga degli uomini e quindi ricevono la pensione più a lungo. Inoltre, oggi le donne sono più istruite che in passato e la maggior parte di loro esercita un’attività lucrativa. Chi sostiene il progetto sottolinea inoltre che le donne più colpite da questa revisione beneficeranno comunque di misure di compensazione di alta qualità.

Traduzione di Daniele Mariani

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