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Il Pardo al guinzaglio di Frédéric Maire

Il nuovo direttore del Festival internazionale del film di Locarno ai appresta a presentare la sua prima edizione. pardo.ch

La 59edizione del Festival internazionale del film di Locarno è firmata per la prima volta dal nuovo direttore artistico, il neocastellano Frédéric Maire.

Giornalista cinematografico, regista, cofondatore della Lanterna Magica, Maire è ufficialmente subentrato ad Irene Bignardi nel mese di ottobre del 2005.

Ma al lavoro il nuovo direttore si è messo la sera stessa della sua nomina, il 14 agosto 2005. Un tuffo immediato, dunque, nelle acque del Festival che ben conosce e che non hanno, nel loro incessante fluire e rifluire, alcun segreto.

Sì, perché da oltre vent’anni Frédéric Maire è sempre stato davvero molto vicino all’organizzazione della rassegna cinematografica.

Lo incontriamo nel suo ufficio a Locarno, dove già si respira la tensione che precede una grande prima.

swissinfo: Come affronta questo primo appuntamento da direttore?

Frédéric Maire: Non sarei sincero se non dicessi che sento un po’ di fremito nel cuore. Pur conoscendo il Festival da tantissimi anni, non ho mai vissuto l’esperienza di salire sul palco di Piazza Grande per presentare un film o per parlare ad una piazza di ottomila persone.

Come non provare emozione? Come non sentire dentro una certa tensione, come quella che provano gli attori quando sono sulla scena? Sto comunque parlando di sensazioni che sono molto piacevoli. Piacevoli anche perché, con il mio “team”, mi preparo ad affrontare il Festival in modo molto sereno.

Credo infatti che stiamo realizzando, a livello di programma e di contenuti del festival, esattamente quello che abbiamo voluto. Ossia un Festival un po’ più accessibile per quanto riguarda la Piazza e forse, e per certi versi, un po’ più radicale in altre parti del programma.

swissinfo: Alla sua nomina aveva dichiarato che avrebbe voluto riportare il Festival alle origini. Come sta andando questo processo?

F.M.: Non parlerei di ritorno alle origini. Direi piuttosto che si tratta di andare avanti costruendo sulla base della storia del Festival. Il Festival è un edificio che si costruisce pietra dopo pietra, ogni anno, a partire da una stessa base.

Io sono dunque ripartito dalla base, che già esiste: un Festival di scoperta, un Festival libero, che si può permettere anche operazioni coraggiose in termini di programmazione. Un Festival che ama il cinema a 360 gradi: dai film più classici, nel senso hollywoodiano del termine, ai film più radicali.

Noi ci siamo inseriti esattamente in questo solco, perché vogliamo continuare ad edificare il Festival su una base sempre più solida, puntando sempre più in alto.

swissinfo: Per quanto tempo Locarno potrà ospitare il Festival? Penso in particolare alla logistica e alle strutture di accoglienza. Occorrono interventi urgenti?

F.M.: Sì, sono necessari interventi abbastanza urgenti. Non tanto a livello di strutture e di spazi destinati in modo specifico al cinema, bensì a livello di accoglienza.

Il parco alberghiero pone in effetti qualche grattacapo, soprattutto a causa della mancanza di camere a Locarno. Ci vorrebbe anche una maggiore diversità nelle proposte alberghiere.

Naturalmente anche dal profilo cinematografico si sente la mancanza di sale di buona qualità. Sappiamo bene che le strutture esistenti a Locarno stanno invecchiando e che hanno un grande bisogno di essere ristrutturate.

Mi rendo comunque conto che nell’attuale situazione economica della regione, si tratta di investimenti molto impegnativi. Spero però che nei prossimi mesi giungano dei segnali forti.

swissinfo: Nel mondo dei festival quanto potere contrattuale ha Locarno?

F.M.: In base all’esperienza di quest’anno, posso tranquillamente affermare che la forza contrattuale di Locarno è più forte di quanto pensassi. Come direttore del Festival posso annunciare, con molto fierezza, di avere dei film che altri festival, come per esempio Venezia, si contendevano.

Confrontati a certe sezioni parallele di Cannes o di Venezia, ci siamo resi conto che siamo forti quanto loro, specialmente per quanto riguarda i film “fragili”, nel senso buono del termine. Film che a Locarno troveranno il loro pubblico, mentre a Venezia rischierebbero di essere schiacciati.

Locarno resta uno dei punti di riferimento per i giovani registi, per quelli meno noti ma non per questo meno bravi di altri. Anzi. A Locarno trovano un pubblico curioso, che ama scoprire, che ama conoscere, che ama lasciarsi stupire.

swissinfo: Come giudica l’attuale produzione cinematografica internazionale?

F.M.: Mi impressiona la quantità dei film che si producono, soprattutto se penso che i video hanno permesso di democratizzare molto le modalità di produzione, per cui diventa sempre più facile fare lungometraggi di finzione con pochi mezzi. Ma la moltiplicazione dei film non aumenta la qualità.

Grazie al video possiamo però apprezzare un numero sempre maggiore di giovani registi alle prime armi che realizzano delle opere strepitose. Non ho sottomano le cifre esatte, ma posso dire che quest’anno anche in Piazza saranno presentate tante opere prime. E di una qualità davvero sorprendente.

swissinfo: E il cinema svizzero è in buona salute?

F.M.: Sempre di più. Specialmente nella Svizzera tedesca, il cinema svizzero registra ottimi incassi. Bisognerebbe che anche la Svizzera romanda e il Ticino riconoscessero che il cinema svizzero esiste e che è di un buonissimo livello.

A Locarno i film svizzeri saranno pertanto numerosi e ben distribuiti in tutti le sezioni, compresa Piazza Grande. Le opere che abbiamo scelto sono molto forti e molto variegate: dal documentario classico, ad opere più sperimentali, fino alla commedia familiare.

A dimostrazione che la vitalità del cinema svizzero non è finzione, bensì una piacevole realtà. Che chiede solo di essere scoperta. Nella più pura tradizione del Festival internazionale del film di Locarno.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

Il nuovo direttore Frédéric Maire ha collaborato regolarmente con il Festival a partire dal 1986; inizialmente come redattore poi come responsabile del Pardo News (dal 1990) e del Catalogo (dal 1992), infine come responsabile del servizio stampa (dal 1994 al 1996).

Oggi, nelle vesti di direttore, propone al pubblico di Locarno una rassegna un po’ più snella, ma più chiara e soprattutto molto festiva. Perché cinema non è solo impegno e voglia di scoprire. Ma anche gioia.

Frédéric Maire nasce il 27 ottobre 1961 a Neuchâtel, da padre svizzero e madre italiana.
A partire dal 1979, realizza diversi film. Ha all’attivo un ricco carnets di lungometraggi e di corti di finzione.
Dal 1988 al 1992, insegna introduzione ai mezzi audiovisuali presso il DAVI (Département audiovisuel de l’Ecole d’Art de Lausanne).
Dal 1992, è cofondatore e codirettore (insieme Vincent Adatte e Francine Pickel) della Lanterna Magica, un club cinematografico pensato per i giovani dai 6 agli 11 anni.
Dal 2000 al 2004, è stato membro del comitato di esperti della Fondazione Montecinemaverità a Lugano.

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