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Il museo dei titoli e delle obbligazioni

Azione numero 1 dei Chaplin Studios, firmata dallo stesso Charlot. SIS

Quattrocento anni di storia economica ripercorsa attraverso carte valori provenienti da oltre una sessantina di Paesi.

È la proposta del museo “Wertpapierwelt” che s’inaugura martedì 15 luglio ad Olten, nel Canton Soletta.

Un tuffo nella storia economica degli ultimi quattro secoli, nell’epopea del colonialismo, delle grandi scoperte, di titanici lavori di genio civile come i canali di Panama e Suez, dell’industrializzazione.

È quanto offre il Museo dei titoli antichi di Olten, la più grande ed importante collezione del genere al mondo.

Titoli storici, carte valori d’epoca, azioni fuori corso: termini indifferentemente usati nei vari Paesi per indicare le azioni e le obbligazioni emesse da società o enti pubblici non più esistenti.

Esposizione unica al mondo

Philippe Beck, responsabile della comunicazione e delle relazioni pubbliche del gruppo SIS, titolare in Svizzera del monopolio del deposito di titoli, conferma a swissinfo l’unicità della mostra.

“La nostra è la prima esposizione permanente del genere nel mondo intero. Benché esista già da 401 anni, l’azione è sempre rimasta una perfetta sconosciuta al vasto pubblico”.

Non è, infatti, evidente a tutti che parte di quanto ci circonda nella vita quotidiana, dai più comuni generi di consumo, al tempo libero, alla salute, sono quasi sempre prodotti da società per azioni.

Scripofilia

Esaurite le loro funzioni finanziarie, i titoli azionari ed obbligazionari fuori corso sono diventati oggetti di collezionismo, spesso superando ampiamente la loro massima quotazione di mercato di un tempo.

Il collezionismo di titoli storici, carte valori d’epoca ed azioni fuori corso si definisce col termine di scripofilia dall’inglese “scrip”, che in italiano significa certificato provvisorio.

Uno dei maggiori scripofili al mondo è il tedesco Jakob Schmitz: in vent’anni ha collezionato oltre 7 mila documenti finanziari emessi da società o enti pubblici di 140 diverse nazioni.

Ed è proprio la collezione Schmitz che è stata acquistata dal gruppo SIS per mostrarla al pubblico. Ottanta i titoli antichi esposti: gli altri sono consultabili virtualmente su ordinatore.

Copyright genovese o olandese?

L’opinione generale considera il 1602 come l’anno ufficiale di nascita dell’azione.

Lo si fa coincidere con l’anno di fondazione della Compagnia delle Indie Orientali – Oast Indische Compaignie – che nell’età dell’oro, come è stato definito il Seicento, assicurava i collegamenti navali con l’India e la Cina, importando spezie, seta, cotone, avorio.

La paternità dell’azione viene attribuita alla società olandese perché per prima utilizzò il termine “Aktie”, ossia azione.

Alcuni storici dell’economia ritengono però che le prime società per azioni sarebbero state le “Maone” genovesi del XIII secolo, ossia le associazioni tra i proprietari delle galere.

Altri studiosi fanno invece risalire la prima società anonima al 1408 e la identificano con la fondazione del Banco di San Giorgio, sempre a Genova.

Il più vecchio titolo conosciuto è comunque un’azione rilasciata nel 1606 proprio dalla Compagnia delle Indie Orientali, uno dei cui rari esemplari è custodito alla Borsa valori di Amsterdam.

Un universo per iniziati

Con l’acquisto della collezione Schmitz, il gruppo SIS vuole dare visibilità al proprio mandato: la tesoreria dei titoli azionari ed obbligazionari per l’intera Svizzera.

“Con l’apertura del Museo dei titoli antichi vogliamo anche far conoscere al grande pubblico la nostra attività, oltre ad offrire la possibilità di vedere un’esposizione unica nel suo genere”, conferma il responsabile della comunicazione e delle relazioni pubbliche del gruppo SIS.

Ad Olten, al numero civico 100 della Baslerstrasse, di fronte all’entrata del Museo dei titoli antichi, si trova, infatti, l’equivalente elvetico del celeberrimo Fort Knox americano.

La differenza sta nel contenuto. Al posto dell’oro (in Svizzera depositato presso la sede centrale della Banca nazionale a Berna), nei 54 mila metri quadri della camera blindata sono custoditi titoli elvetici ed esteri per 1.580 miliardi di franchi svizzeri, secondo i dati del rapporto di gestione 2002.

Rarità storiche e culturali

Oggigiorno l’emissione di azioni ed obbligazioni è diventata una pratica virtuale.

Chi acquista o vende titoli lo fa senza possedere fisicamente il documento finanziario, anche se l’acquirente che lo desiderasse può sempre farselo stampare.

I titoli antichi sono invece ammirati, ricercati e collezionati per l’importanza storica, il valore artistico, la rarità, le firme di personaggi famosi (come quella di Charlie Chaplin sull’azione numero uno dei suoi Studios californiani).

I titoli antichi, infine, anche come alternativa di investimento a quelli quotati sui mercati finanziari. A differenza di quest’ultimi, i prezzi di quelli fuori corso continuano a crescere.

“Il boom mondiale della collezione di titoli storici è destinato a dilatarsi ulteriormente: gli incoraggianti risultati finora raggiunti lo confermano”, dichiara a swissinfo Mauro Magnani direttore di Finance Area SrL, azienda leader in Italia nel mercato della scripofilia.

swissinfo, Sergio Regazzoni, Olten

Quattro secoli di storia economica da ripercorre con il fil rouge delle azioni antiche fuori corso.

È la proposta del Museo dei titoli storici di Olten, la più grande ed importante collezione del genere del mondo.

L’iniziativa culturale è stata promossa dal gruppo SIS, titolare in Svizzera della licenza per la tesoreria di azioni elvetiche e straniere.

1602, primo utilizzo delle azioni da parte della Compagnia delle Indie Orientali
7 mila, i titoli antichi della collezione Schmitz
80, le carte valori esposte al Museo dei titoli antichi di Olten

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