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Il minareto della discordia

Tradizionalmente, il muezzin chiama i fedeli mussulmani alla preghiera dall'alto del minareto Keystone

Un'associazione culturale turca intende ricorrere contro la decisione delle autorità di Wangen (canton Soletta), che hanno vietato la costruzione di un minareto.

Martedì, la commissione delle costruzioni di Wangen aveva respinto il progetto per ragioni di pianificazione del territorio. Una decisione che secondo l’associazione è invece stata dettata da motivi politici.

Nel settembre 2005, l’associazione culturale turca di Olten, nel canton Soletta, aveva presentato una richiesta per la costruzione di un minareto di 6 metri sul tetto del suo stabile a Wangen.

La commissione delle costruzioni della cittadina solettese (4’700 abitanti) vi si era però opposta, siccome l’edificio in questione si trova all’interno di una zona industriale.

«Provvisto di un minareto, lo stabile assumerebbe un carattere sacrale, ciò che non è autorizzato nella zona industriale», ha indicato il direttore delle costruzioni della città, Max Zülli.

«È in gioco la parità di trattamento: le chiese già presenti sul territorio si trovano anch’esse nella zona riservata agli edifici pubblici», ha sottolineato.

Ciò non toglie che l’associazione culturale turca si è detta sorpresa della decisione della commissione: «La scelta è stata dettata da ragioni politiche. I cittadini temevano di veder spuntare un minareto nella loro comunità e molti si sono opposti alla sua costruzione», dice a swissinfo Süleyman Osmanof, portavoce dell’associazione.

Opposizione

L’anno scorso, al momento della richiesta dell’autorizzazione di costruzione, l’opposizione si è rapidamente organizzata. In pochi giorni, un membro locale dell’Unione democratica di centro (partito di destra nazionalista) ha raccolto le firme di 400 abitanti contrari al minareto, parlando del pericolo di «un’invasione islamica».

Contro il progetto di costruzione si sono poi schierate anche le comunità cattoliche e protestanti – che temono per il futuro dei valori cristiani – e addirittura il sindaco del comune, il quale ha espresso pubblicamente il suo disaccordo.

Max Zülli ha voluto ad ogni modo precisare che «la commissione si è basata esclusivamente su criteri legali relativi alle costruzioni, senza farsi influenzare dalla pressione esercitata dalla comunità locale».

Secondo Osmanof, parte dell’opposizione sollevatasi nella piccola località della Svizzera tedesca è invece dovuta ad una certa dose di inconsapevolezza: «La gente non capisce il ruolo di un minareto. Si tratta di un simbolo che può essere visto in ogni parte del mondo, senza alcuna connotazione politica».

Come indica il portavoce dell’associazione, l’opposizione dei cittadini si è generalmente smorzata, una volta spiegato il significato di tale struttura.

Ricorso

Mercoledì, l’associazione ha annunciato la sua intenzione di ricorrere contro il divieto di costruzione presso il dipartimento cantonale di giustizia.

Tutti i mezzi legali a sua disposizione saranno utilizzati, ha fatto sapere l’associazione, la quale rispetterà ad ogni modo la decisione finale.

«Rimarremo a Wangen anche se non potremo avere il minareto», afferma Osmanof.

Costruzione problematica

In Svizzera, non è la prima volta che la costruzione di un minareto si rivela problematica. Recentemente, le autorità di Wohlen (canton Argovia) hanno ad esempio respinto una richiesta in questo senso.

Attualmente, la Svizzera conta due moschee munite di un minareto: a Ginevra (la più importante del Paese) e a Zurigo (la prima costruita in Svizzera).

swissinfo e agenzie

Stando al censimento nazionale del 2000, in Svizzera vivono 311’000 mussulmani.
La maggior parte di loro proviene dai Balcani e dalla Turchia.
I cittadini di fede mussulmana rappresentavano il 2,2% della popolazione elvetica nel 1990.
Il 4,3% nel 2000.
L’aumento è dovuto in buona parte all’afflusso di rifugiati della guerra nell’ex Jugoslavia.

Tradizionalmente, la funzione di un minareto – uno degli elementi architettonici di una moschea – è di fornire una posizione rialzata dalla quale il muezzin può invitare i fedeli mussulmani alla preghiera.

Nelle moschee moderne il muezzin risiede tuttavia nella sala delle preghiere, dalla quale chiama i fedeli tramite un microfono e degli altoparlanti.

La presenza di un minareto è dunque oggi legata più che altro all’aspetto decorativo.

È il caso del progetto di Wangen, dove il minareto di 6 metri è sprovvisto di altoparlanti.

Attualmente in Svizzera, solamente le moschee di Ginevra e Zurigo sono munite di un minareto.

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