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Il mercato dell’elettricità svizzero, un’anomalia al centro dell’Europa

La Confederazione conta circa 630 gestori della rete di distribuzione, il 70% di quali non produce elettricità. © Keystone / Jean-christophe Bott

La crisi energetica fa esplodere i prezzi dell'elettricità in tutta Europa, anche in Svizzera. Ma il Paese è colpito in modo ineguale a causa delle specificità del suo mercato.

Il brutale aumento dei prezzi dell’elettricità colpisce in pieno il mercato europeo, totalmente liberalizzato del 2007. Gli Stati devono mettere mano al portafoglio per sostenere le economie domestiche e le aziende. Voci che rimettono in causa l’apertura completa del mercato – o perlomeno il modo in cui è messa in atto – stanno iniziando a farsi sentire.

Nel centro dell’Europa, anche la Svizzera soffre per la crisi energetica, ma si distingue per il suo mercato, liberalizzato solo parzialmente. Spiegazioni.

Come funziona il mercato svizzero dell’elettricità?

Dagli anni Novanta, la fornitura di elettricità e la gestione della rete sono state progressivamente privatizzate. Ma, nel 90% dei casi, le collettività pubbliche sono ancora le azioniste principali. Nel 2009, il mercato elvetico è stato parzialmente liberalizzato: le aziende il cui consumo è superiore a 100’000 kWh all’anno possono scegliere liberamente a chi rivolgersi per la fornitura. Rappresentano però solo lo 0,8% dell’utenza della rete.

Le economie domestiche e le aziende più piccole sono considerate “clientela vincolata”, obbligata a consumare l’elettricità del fornitore locale. Ciò significa che i prezzi possono variare molto da un Comune all’altro. Nel 2022, chi abitava nella città di Basilea ha sborsato 28 centesimi al kWh mentre la popolazione di Sempione, in Vallese, ha pagato solo 11 centesimi.

Chi sono gli attori importanti dell’elettricità in Svizzera?

Il Paese conta circa 630 gestori della rete di distribuzione, il 70% di quali non produce elettricità. Si tratta spesso dei Comuni, che devono garantire l’approvvigionamento in un territorio delimitato chiaramente. Una manciata di aziende si sono sviluppate in modo più ampio, a livello nazionale o anche internazionale.

Il Governo elvetico ha identificato tre fornitori di elettricità di importanza sistemica, il cui fallimento rischierebbe di danneggiare l’approvvigionamento dell’insieme del Paese: Axpo, Alpiq e BKW.

Anche Swissgrid è un’attrice importante del mercato elvetico poiché l’azienda gestisce l’insieme della rete del trasporto ad alta tensione e assicura lo scambio di elettricità con i Paesi europei. La società è di proprietà delle grandi imprese energetiche svizzere.

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Come vengono fissati i prezzi dell’elettricità in Svizzera?

La tariffa dell’elettricità per la clientela vincolata è la somma del prezzo dell’energia, del trasporto e di varie tasse e canoni. La fattura varia da un Comune all’altro a causa dell’ammontare delle tasse riscosse a livello locale, ma anche in funzione della strategia di approvvigionamento delle imprese fornitrici. Alcune producono esse stesse una parte importante dell’elettricità, mentre altre l’acquistano. Talune hanno già firmato contratti con anni di anticipo mentre altre si riforniscono sul corto termine. Sono strategie che si ripercuotono direttamente sulla fattura di consumatrici e consumatori a seconda dei capricci del mercato.

La legge attualeCollegamento esterno garantisce alla clientela vincolata un accesso alla rete, alla quantità di energia desiderata e a “tariffe adeguate”. Nel 2021, il prezzo medio era di 18,5 centesimi di franco per kWh in Svizzera, mentre la media dei Paesi dell’Unione ECollegamento esternouropea (UE) era di 22 centesimi di euro.

La clientela vincolata non ha la possibilità di cambiare l’azienda fornitrice, ma questa ha il diritto di aumentare i prezzi, se giustificabile. Ogni anno, i 630 gestori della rete devono sottoporre il tariffario alla Commissione federale dell’energia elettrica (Elcom)Collegamento esterno che può proibire gli aumenti infondati o ridurre retroattivamente i montanti troppo elevati.

Quali sono le conseguenze in Svizzera dell’aumento internazionale del prezzo dell’elettricità?

La produzione nazionale, che proviene in gran parte dalle centrali idroelettriche, soddisfa comodamente il fabbisogno durante la bella stagione. Ma, durante l’inverno, la Svizzera deve importare circa il 40% dell’elettricità che consuma. Le aziende fornitrici devono quindi acquistare energia sul mercato europeo, in cui i prezzi raggiungono livelli record. Di conseguenza, consumatrici e consumatori in Svizzera vedranno aumentare la fattura nel 2023. Elcom prevede un aumento medio del 27%.

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La situazione varia molto tra un’azienda e l’altra. Le imprese di gestione della rete che producono gran parte della loro elettricità, come la bernese BKW, sono poco toccate dalle fluttuazioni del prezzo a livello internazionale. Nel 2023, la clientela di BKW dovrà pagare 25,5 centesimi per kWh rispetto ai 25,2 centesimi del 2022. L’azienda del Canton Vaud Romande energie, dall’altro lato, produce solo il 40% dell’elettricità della sua rete e le tariffe passeranno da 21,2 centesimi nel 2022 a 32,2 nel 2023.

La crisi energetica tocca anche le grandi fornitrici di elettricità come Axpo e Alpiq, che faticano a reperire la liquidità necessaria per pagare le cauzioni di contratti futuri. Axpo ha chiesto il sostegno del Governo svizzero e ottenuto una linea di credito di 4 miliardi di franchi. Un provvedimento simile ad altri in Europa: la Germania, l’Austria e i Paesi scandinavi hanno appena sbloccato diversi miliardi per fornire liquidità alle proprie imprese energetiche.

In che modo la Svizzera si integra nel mercato europeo dell’elettricità?

Da un punto di vista tecnico, la rete elettrica elvetica è un elemento essenziale della rete europea. Con le sue 41 linee transfrontaliere ad alta tensione, garantisce il trasferimento di energia da un Paese all’altro. La Confederazione dipende da questa connessione per assicurare il proprio approvvigionamento: può così esportare elettricità quando la produzione eccede i bisogni e importarne quando il rendimento nazionale è insufficiente.

Ma dato che la Svizzera non fa parte dell’UE e non ha completamente liberalizzato il mercato, le relazioni sono complicate. I negoziati bilaterali sull’energia sono stati bloccati lo scorso anno quando il Governo svizzero ha deciso unilateralmente di mettere fine alle discussioni sull’Accordo quadro istituzionale con l’UE. In attesa di un’eventuale ripresa del dialogo, Swissgrid ha preso le redini e dirige le negoziazioni più tecniche con gli operatori delle reti europee.

Perché il mercato svizzero non è totalmente liberalizzato?  

Il Governo svizzero ha voluto perseguire la stessa politica di altri Paesi europei, ma è stato fermato dal popolo nel 2002Collegamento esterno, quando il 56,2% dell’elettorato ha rifiutato di liberalizzare il mercato elvetico. Nel 2017Collegamento esterno, il popolo ha invece approvato una nuova legge sull’energia che prevede la chiusura progressiva di tutte le centrali nucleari del Paese.

L’evoluzione del mercato europeo e la volontà della Svizzera di uscire dal nucleare hanno spinto il Governo a elaborare una nuova legge sull’approvvigionamento energetico. Il testo prevede, ad esempio, una liberalizzazione totale del mercato e uno sviluppo rapido di energie rinnovabili sul territorio svizzero. La legge sarà presto esaminata dal Parlamento e il dibattito, nel contesto attuale, si annuncia particolarmente acceso.

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Traduzione: Zeno Zoccatelli

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