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Il Lavaux nel patrimonio mondiale dell’Unesco

Atmosfera serale nel Lavaux: i vigneti di Chexbres swiss-image

I vigneti terrazzati che caratterizzano la sponda svizzera del lago Lemano sono stati iscritti giovedì nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità.

Il comitato di esperti dell’Unesco, riunito in Nuova Zelanda, ha accettato anche la proposta di raddoppiare la superficie del sito Jungfrau – Aletsch – Bietschhorn.

I vigneti terrazzati della regione del Lavaux, sulla sponda vodese del lago Lemano, sono stati iscritti nel patrimonio mondiale dell’Unesco. Lo ha deciso un comitato di 21 esperti riunito a Christchurch, in Nuova Zelanda. Le campane dei quattordici comuni interessati hanno suonato a festa per sottolineare l’evento.

L’iscrizione è stata annunciata giovedì dalla prefetta di Lavaux, Florence Siegrist, in una conferenza stampa a Lutry, villaggio del canton Vaud. Il presidente dell’associazione promotrice della candidatura, Bernard Bovy, ha precisato che la decisione è stata presa «all’unanimità e con le congratulazioni».

Il Lavaux è il primo sito della Svizzera francese ad essere iscritto nel patrimonio mondiale dell’Unesco, ha sottolineato Jean-Frédéric Jauslin, capo dell’Ufficio federale della cultura (Ufc).

Un marchio che protegge

Il marchio dell’UNESCO rafforza l’immagine del Lavaux sul piano internazionale e la sua protezione locale a lungo termine, afferma l’Ufc. Infatti, i beni iscritti nel patrimonio mondiale s’impegnano a rispettare un programma di misure di gestione e supervisione per assicurarne la perennità.

Con una superficie di 898 ettari, di cui 574 di vigneti, il sito è stato plasmato dal lavoro di generazioni di viticoltori già a partire dalla seconda metà del XII secolo. Il magnifico paesaggio dei vigneti terrazzati che si affacciano sul lago Lemano e guardano verso le Alpi è stato celebrato da pittori, fotografi e poeti. Frutto eccezionale di una natura unica e del paziente lavoro dell’uomo, sbalordisce da secoli i suoi visitatori.

L’idea di iscrivere il Lavaux tra i «gioielli» dell’umanità è germogliata nel 1999. La proposta è stata caldeggiata anche da Consiglio federale e parlamento. La storia è però più lunga e nasce negli anni Settanta su iniziativa di un privato cittadino, intenzionato a contrastare le mire delle ditte di costruzione intenzionate a sostituire i vigneti con delle ville.

A lungo osteggiato dalle autorità cantonali, Franz Weber è riuscito a convincere la popolazione vodese che ha accettato a due riprese d’iscrivere la protezione del Lavaux nella costituzione (1973: l’iniziativa «Salvare il Lavaux» è accolta con il 57% dei sì; 2005: «Salvare il Lavaux 2» ottiene più dell’80% di sì).

Più spazio per i ghiacchiai

La riunione dell’Unesco a Christchurch ha avuto un altro risvolto positivo per la Svizzera. Il comitato di esperti ha approvato l’ampliamento di oltre il 50% del sito naturale Jungfrau – Aletsch – Bietschhorn e ha accettato il nuovo piano di gestione della zona.

Il perimetro della regione alpina, dichiarata patrimonio naturale dell’umanità nel 2001, passa così da 539 a 824 km quadrati e interessa 26 comuni dei cantoni Berna e Vallese. Bruno Walder, capo del settore Paesaggi d’importanza nazionale dell’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam), ha sottolineato come la Svizzera debba impegnarsi a preservare questa zona unica di alta montagna per le generazioni future. A questo scopo servono misure di protezione efficaci e uno sviluppo sostenibile. Inoltre, ha dichiarato Walder in Nuova Zelanda, «la popolazione dei comuni interessati deve essere coinvolta in questo processo».

L’allargamento permette d’includere nel patrimonio mondiale vette e ghiacciai alpini come lo Schreckhorn o il Finsteraarhorn. Di conseguenza, spiega Walder, «il nome del sito deve essere ripensato. Faremo una proposta concreta l’anno prossimo». Il nome Jungfrau – Aletsch – Bietschhorn potrebbe essere sostituito da «Swiss Alps Natural World Heritage», ma per il momento si tratta solo di un’idea.

swissinfo e agenzie

La regione del Lavaux corrisponde al tatto di sponda nord del lago Lemano situato tra Losanna e Vevey.

È una delle più prestigiose zone vinicole svizzere. La costruzione dei terrazzamenti è stata intrapresa da monaci otto secoli or sono. I vigneti si estendono per più di 500 ettari. L’intera regione sfiora i 900 ettari. Vi si coltiva soprattutto uva Chasselas.

Il Lavaux beneficia di un clima temperato. I pendii, esposti a sud, e i muri in pietra danno alla regione un tocco mediterraneo.

La regione Jungfrau – Aletsch – Bietschhorn rappresenta una testimonianza eccezionale del modo in cui si sono formate le Alpi. Buona parte della zona è coperta da nevi eterne. Include il maggiore ghiacciaio eurasiatico.

La regione presenta una varietà di ecosistemi ed è considerata patrimonio naturale dell’umanità per la sua bellezza e per la qualità delle informazioni che offre a chi studia montagne e ghiacciai. È considerata anche una buona base per studiare i mutamenti climatici.

> Centro storico di Berna

> Monastero di San Gallo

> Monastero di Mustair

> Castelli di Bellinzona

> Regione Jungfrau – Aletsch – Bietschhorn

> Monte San Giorgio

> Regione del Lavaux

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