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Il gruppo Swatch si lancia nell’energia del futuro

Sviluppare dei sistemi di produzione d'elettricità basati sull'idrogeno e le pile a combustibile: è la scommessa di una nuova azienda svizzera fondata, tra gli altri, dal presidente della Swatch Nicolas Hayek.

La tecnologia esiste già. La sfida è renderla più affidabile e meno onerosa da un punto di vista finanziario.

Insieme ad altri partner, Swatch Group e Groupe E intendono creare una società di sviluppo e di produzione di sistemi di energie rinnovabili. Oltre all’elettricità, il progetto potrebbe trovare applicazioni nel settore dell’automobile.

La nuova entità si interesserà in particolare alla tecnica dell’idrogeno e delle pile a combustibile, hanno reso noto mercoledì i dirigenti del numero uno mondiale dell’orologeria e dell’impresa Groupe E, nata nel 2005 dalla fusione tra le aziende elettriche di Neuchâtel e di Friburgo.

La costituzione della società dovrebbe avvenire nei prossimi due mesi, ha indicato Philippe Virdis, direttore generale di Groupe E, secondo il quale vanno ancora chiariti alcuni dettagli giuridici. La sede e il nome della società non sono ancora noti.

Tra gli altri partner vi sono una grande banca internazionale, il cui nome non viene rivelato, i politecnici federali (Zurigo e Losanna) e Hayek Engineering.

Nuova pila a combustibile

Confermando nelle grandi linee le informazioni pubblicate la settimana scorsa dalla rivista “Hebdo”, i due gruppi hanno annunciato che la nuova società mira a fornire elettricità per i bisogni residenziali della popolazione, ma anche per la mobilità.

A tale scopo i suoi promotori intendono sfruttare innanzitutto “le grandi potenzialità industriali offerte dall’elettrolisi”, ossia le reazioni chimiche provocate dal passaggio di corrente elettrica in soluzioni contenenti elettroliti o in sale fuso.

Le ricerche dovrebbero portare alla messa a punto di nuove tecniche di produzione d’energia a base d’idrogeno e di una pila a combustibile. Questa pila permetterebbe di ottenere elettricità per mezzo di reazioni elettrochimiche prodotte dall’impiego di sostanze reagenti, quali l’idrogeno e l’ossigeno.

Per raggiungere questo obbiettivo occorre trovare in particolare delle soluzioni per ridurre le quantità di metalli contenuti nelle pile, fabbricare idrogeno a basso costo e migliorare le tecniche di stoccaggio di questo gas.

Secondo tentativo di Hayek

I partner intendono sviluppare impianti pilota entro l’anno prossimo. I nuovi prodotti dovrebbero essere commercializzati tra tre – cinque anni.

I tentativi di generare elettricità sulla base di idrogeno non sono nuovi. Già da diversi anni, aziende e università hanno intensificato le ricerche, nella speranza tra l’altro di poter produrre un giorno automobili ecologiche.

Lo stesso Nicolas Hayek, presidente del consiglio di amministrazione del gruppo Swatch, aveva tentato di lanciarsi già oltre una decina d’anni fa nella produzione di un’automobile ecologica, assieme alla casa automobilistica tedesca Mercedes.

Da questa cooperazione era nata l’autovettura Smart, per la quale era stata però abbandonata l’idea di commercializzare anche un modello a motore ibrido. Il gruppo Swatch si quindi ritirato nel 1998 dalla joint venture.

swissinfo e agenzie

La tecnologia delle pile a combustibile esiste già da diversi decenni.

Alla fine degli anni ’50, fu costruito un trattore alimentato con questa fonte energetica.

Questa tecnologia permette di produrre energia elettrica mescolando idrogeno ed ossigeno. Un motore a pile combustibili è pulito, poiché emette solo vapore acqueo.

Il problema è soprattutto di produrre e stoccare l’idrogeno, presente in grande quantità ma principalmente combinato con l’ossigeno (acqua). Per separarlo sono necessarie grosse quantità d’energia. Attualmente la quasi totalità dell’idrogeno è prodotta bruciando petrolio, carbone o gas.

Da una ventina d’anni le ricerche in questo campo si sono moltiplicate. Diverse case automobilistiche hanno sviluppato dei prototipi che funzionano con questa tecnologia.

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