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L’Italia si ferma per arginare i contagi

Il presidente del consiglio dei ministri italiani Giuseppe Conte durante il suo discorso alla nazione.
"Non è necessario fare nessuna corsa per acquistare il cibo: i negozi di alimentari restano aperti", ha rassicurato Giuseppe Conte. Keystone / Filippo Attili/chigi Palace Pres

"Questo è il momento di compiere un passo in più, quello più importante. Ora disponiamo anche la chiusura di tutte le attività commerciali, di vendita al dettaglio, ad eccezione di quelle dei beni di prima necessità e delle farmacie. Chiudiamo i negozi". Lo ha annunciato il premier italiano Giuseppe Conte.

“Chiudiamo negozi, bar, pub, ristoranti. Resta consentita la consegna a domicilio”, ha aggiunto Conte da Palazzo Chigi, parlando dell’emergenza legata all’epidemia di coronavirus. Stesso destino per parrucchieri, centri estetici e mense.

Rimangono invece garantiti i trasporti e i servizi di pubblica utilità (bancari, postali, finanziari, assicurativi). Secondo il primo ministro “per avere un riscontro effettivo” di queste misure “dovremo attendere un paio di settimane”. Aperte anche le fabbriche, ma “con misure di sicurezza” e senza i reparti non indispensabili per la produzione.

“Il Paese ha bisogno della responsabilità di 60 milioni di italiani che ogni giorno compiono sacrifici”.
Giuseppe Conte

Stando alle parole di Conte inoltre “saranno garantite, nel rispetto della normativa igienico-sanitaria, le attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agroalimentare comprese le filiere che offrono beni e servizi rispetto a queste attività”. 

“Non è necessario fare nessuna corsa per acquistare il cibo: i negozi di alimentari restano aperti”, ha rassicurato Conte. “Per le attività produttive va incentivato il più possibile il lavoro agile, incentivate le ferie e i permessi”. 

Gli ultimi aggiornamenti:

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“Se i numeri dovessero continuare a crescere, cosa nient’affatto improbabile, non significa che dovremo affrettarci a varare nuove misure. Non dovremo fare una corsa cieca verso il baratro. Dovremo essere lucidi, responsabili”, ha poi detto il premier italiano sul prossimo futuro.

“Se saremo tutti a rispettare le regole, usciremo più in fretta dall’emergenza. Il Paese ha bisogno della responsabilità di 60 milioni di italiani che ogni giorno compiono sacrifici. Ciascuno si sta giovando dei propri e degli altrui sacrifici. Una comunità di individui, come direbbe Norbert Elias. Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci con più calore e correre più veloci domani”. Lo dice il premier Giuseppe Conte parlando dal suo ufficio a Palazzo Chigi.

L’analisi dell’inviato della RSI a Roma Lorenzo Buccella:

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I numeri italiani

I dati non lasciano margine al premier Conte: 2’000 malati in più in un solo giorno (ma inclusi i 600 che la Lombardia non aveva comunicato martedì per un ritardo nei risultati dei test), stanno a testimoniare che la curva di crescita del coronavirus non si arresta ancora e ora cominciano a chiudere anche i simboli del Paese come gli stabilimenti della Fca a Melfi, Cassino e Pomigliano o la moda.

“Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci con più calore e correre più veloci domani”
Giuseppe Conte

I numeri, d’altronde, da giorni confermano che la situazione è seria: ad oggi sono 10.590 i malati, più della metà in Lombardia che ha anche il più alto numero di ricoverati in terapia intensiva, 560 su un totale di 1’028. E i morti sono arrivati a 827 (di cui 617 in Lombardia), altri 196 in 24 ore. 

I guariti, invece, sono meno del 10% del totale dei contagiati: 1’045 su 12’462. “Abbiamo dei numeri che fanno sì che i dati possano apparire come un numero elevato, ma in realtà la crescita odierna è nel trend dei giorni scorsi” ha detto il commissario Angelo Borrelli spiegando il perché di una crescita che, finora, non si era mai registrata.

Che però si sia ancora ben lontani dal picco lo conferma il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Iss Giovanni Rezza. “I prossimi 14 giorni saranno cruciali per capire l’andamento dei casi di contagio – ha detto – Gli effetti delle misure restrittive non si vedranno entro questa settimana, anche per quanto successo nei giorni scorsi con i massicci spostamenti da Milano. Per questa settimana mi aspetto un aumento dei casi e non un calo”

Ecco la situazione nel mondo aggiornata.

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Commissario Arcuri

Domenico Arcuri, che guida l’agenzia nazionale per gli investimenti Invitalia, sarà il nuovo commissario delegato per il settore sanitario nell’ambito dell’emergenza coronavirus, con ampi poteri di deroga. Lo ha annunciato il presidente del consiglio.

Arcuri è stato spesso visto alla sede nazionale della Protezione civile a Roma nelle ultime settimane. Ha parlato nei giorni scorsi con Conte, tra l’altro, delle forniture di mascherine per il personale sanitario e del potenziamento della produzione nazionale di questi dispositivi.

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