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Il governo svizzero riconosce il Kosovo

A detta di Pascal Couchepin, il riconoscimento del Kosovo non può essere considerato un precedente Keystone

Il Consiglio federale ha deciso mercoledì di riconoscere l'indipendenza del Kosovo e di instaurare relazioni diplomatiche e consolari con questo nuovo paese dei Balcani.

Per il governo serbo questo passo da parte della Svizzera rappresenta un “attacco alla sovranità e all’integrità” della Serbia.

“Il chiarimento dello statuto del Kosovo costituisce una condizione per la stabilità e lo sviluppo economico e politico dell’intera regione dei Balcani occidentali”, ha dichiarato il presidente della Confederazione Pascal Couchepin, annunciando alla stampa la decisione adottata mercoledì dal governo svizzero.

Non vi può essere una soluzione ideale in una situazione, come questa, in cui la posta in gioco emotiva è importante e gli interessi contraddittori, sottolinea il Consiglio federale in una dichiarazione letta dallo stesso Couchepin.

A detta del governo, questa nuova tappa nella ricostituzione politica della regione è comunque “preferibile a qualsiasi alternativa”. Sempre secondo il Consiglio federale, tenuto conto delle circostanze specifiche del caso del Kosovo, questo riconoscimento non costituisce un precedente.

Rispetto dei diritti delle minoranze

La decisione – ha affermato Pascal Couchepin – è stata presa dal governo su proposta del Dipartimento federale degli affari esteri e dopo aver consultato le Commissioni della politica estera delle due Camere del parlamento.

Il Consiglio federale ha preso inoltre atto della dichiarazione d’indipendenza adottata dal parlamento di Pristina il 17 febbraio scorso e dell’invito formale a riconoscere il Kosovo rivolto al governo svizzero dal presidente e dal primo ministro di questo paese.

In tale ambito, il Consiglio federale si è in particolare rallegrato per il fermo impegno delle autorità del Kosovo a rispettare nella loro totalità gli obblighi derivanti dalle proposte sullo statuto di indipendenza elaborate dall’ONU, tra cui la protezione delle minoranze e la supervisione dell’indipendenza da parte di una presenza internazionale civile e militare.

Legami più forti con la Serbia

Anche in futuro il governo svizzero intende proseguire l’impegno della Svizzera nella regione, partecipando attivamente agli sforzi della comunità internazionale.

La Confederazione – ha sottolineato Pascal Couchepin – ha sempre assunto posizioni equilibrate nei Balcani, tenendo conto degli interessi legittimi di tutte le parti interessate. Il Consiglio federale si premura di rilevare che il riconoscimento del Kosovo va di pari passo con la volontà di rinsaldare gli stretti rapporti che intrattiene con la Serbia e di rafforzare l’ottima cooperazione con questo paese.

Reazione negativa di Belgrado

Come prevedibile, il governo serbo ha reagito negativamente alla decisione adottata dal Consiglio federale. Il riconoscimento del Kosovo da parte della Svizzera costituisce un “attacco alla sovranità e all’integrità del paese”, si legge in una nota emessa mercoledì dall’ambasciata serba a Berna.

Secondo Belgrado, le conseguenze potrebbero essere drammatiche per la stabilità della regione e dell’Europa. Come aveva fatto con altri paesi, che avevano preso la stessa decisione, la Serbia adotterà anche nei confronti della Svizzera misure adeguate per proteggere i suoi diritti e i suoi legittimi interessi, si legge nella nota.

Anche la comunità serba in Svizzera è rimasta “delusa” dalla decisione di riconoscere l’indipendenza del Kosovo. “E’ uno choc” ha affermato Dragana Kristic, rappresentante dell’Associazione culturale serba a Ginevra. “Siamo meravigliati e molto delusi” ha aggiunto. “Non ci aspettavamo che la Svizzera reagisse in questo modo”.

Ringraziamenti da Pristina

Da parte sua, il governo del Kosovo ha annunciato di rallegrarsi per la decisione adottata dalle autorità elvetiche.

“Il Kosovo sarà per sempre riconoscente nei confronti della Svizzera”, ha affermato Vlora Citaku, portavoce del primo ministro kosovaro Hashim Thaci. Questa riconoscenza vale anche per il sostegno accordato negli ultimi 10 anni dalla Confederazione al Kosovo, ha sottolineato Vlora Citaku.

Critiche dell’UDC e dell’ASNI

Per l’Unione democratica di centro, la decisione del governo svizzero è “affrettata” e viola i principi della neutralità elvetica. Dello stesso tenore anche la reazione dell’Azione per una svizzera neutrale e indipendente (ASNI), secondo la quale questo passo rappresenta un gravissimo errore e dimostra che il governo tiene in scarsa considerazione la politica di neutralità.

L’ASNI annuncia inoltre che in marzo inizierà a raccogliere firme per la sua iniziativa volta a rafforzare i diritti popolari in materia di politica estera. Il testo mira a introdurre la consultazione obbligatoria, e dunque la doppia maggioranza di popolo e cantoni, per tutti i “temi importanti”.

Socialisti, radicali e verdi avevano invece già sostenuto un riconoscimento in sintonia con la comunità internazionale al momento della dichiarazione di indipendenza del Kosovo.

swissinfo e agenzie

Dopo la Seconda guerra mondiale, la provincia del Kosovo gode di uno statuto di autonomia, ancorato nel 1974 nella Costituzione della Federazione jugoslava.

1989: il presidente serbo Slobodan Milosevic annulla lo statuto di autonomia e invia l’esercito in Kosovo per sedare le proteste.

1998: decine di migliaia di kosovari abbandonano le loro case in seguito ad un’offensiva condotta da Belgrado contro l’Esercito di liberazione del Kosovo (UCK).

1999: la Nato lancia una serie di attacchi aerei contro la Serbia per porre fine al conflitto tra le forze serbe e gli indipendentisti albanesi. Dopo due mesi e mezzo di bombardamenti, 50’000 soldati della Nato vengono stazionati in Kosovo e la provincia viene posta sotto il protettorato dell’Onu.

2007: il leader separatista Hashim Thaci vince le elezioni parlamentari e preannuncia la proclamazione dell’indipendenza del Kosovo.

2008: il 17 febbraio il parlamento di Pristina proclama l’indipendenza del Kosovo. Dieci giorni dopo la Svizzera riconosce il Kosovo come nuovo paese indipendente.

In Svizzera vivono da 170’000 a 190’000 espatriati kosovari, ossia quasi il 10% della popolazione residente in Kosovo. Si tratta della la più folta comunità di espatriati kosovari, dopo quella che si trova in Germania.

La Confederazione partecipa dal 1999 alla missione di pace delle truppe internazionali KFOR (Kosovo Force), guidate dalla Nato. Circa 200 soldati svizzeri della Swisscoy sono stazionati in Kosovo.

La Svizzera figura tra i principali paesi donatori del Kosovo. La Direzione della cooperazione e dello sviluppo (DSC) e la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) hanno previsto di impiegare 13,9 milioni di franchi per i programmi in Kosovo nel 2008.

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