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Il governo svizzero non intende aderire alla task force del G7 sulle sanzioni

Il Palazzo federale nella capitale svizzera Berna. Keystone / Lukas Lehmann

Il Paese ha resistito alle pressioni per entrare a far parte della task force internazionale REPO che coordina le sanzioni occidentali contro la Russia.

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Questo contenuto è stato pubblicato il 19 aprile 2023 - 17:33
Keystone-SDA/dos

Le autorità hanno risposto a una recente lettera degli ambasciatori dei Paesi del G7, rifiutando - per ora - la richiesta di entrare a far parte della taskforce Russian Elites, Proxies, and Oligarchs (REPO), ha dichiarato mercoledì il portavoce del governo svizzero André Simonazzi.

Simonazzi ha fatto riferimento a una nota pubblicata martedìLink esterno dalla Segreteria di Stato dell'economia (SECO), che confuta le critiche mosse dagli ambasciatori in una lettera trapelata la settimana scorsa alla stampa svizzera.

Per la SECO, l'attuale cooperazione tra la Svizzera e i Paesi del G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti) "si sta svolgendo senza problemi" e "al momento non è necessario aderire formalmente alla Task Force".

La SECO ha inoltre ribadito che l'ammontare dei beni russi bloccati in Svizzera (7,5 miliardi di franchi svizzeri) è "considerevole" nel confronto internazionale e corrisponde a circa un terzo di quelli bloccati nell'Unione europea.

Ha inoltre chiesto una migliore distinzione tra gli asset sanzionati e quelli non sanzionati, che vengono "ripetutamente confusi o mischiati". "Un esempio, spesso citato nell'ultimo anno, è la stima dell'Associazione svizzera dei banchieri secondo cui circa 150-200 miliardi di franchi svizzeri di beni di persone e organizzazioni russe sono detenuti dalle banche svizzere. Questa cifra non ufficiale è in realtà una stima (molto approssimativa) del totale dei patrimoni russi gestiti in Svizzera".

L'ambasciatore statunitense in Svizzera Scott Miller ha recentemente suggerito che la Svizzera potrebbe congelare fino a 100 miliardi di franchi.

+ Miller: "Le sanzioni sono forti solo quanto la volontà politica che le sostiene".Link esterno

Anche il massimo funzionario statunitense per le sanzioni, il sottosegretario al Tesoro Brian Nelson, si è recato in Svizzera questa settimana per colloqui con i funzionari della SECO, che ha dichiarato su Twitter essere stati "costruttivi".

Simonazzi ha dichiarato mercoledì che se in futuro la partecipazione alla task force REPO dovesse essere considerata nell'interesse della Svizzera, il governo rivaluterebbe la situazione.

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