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Il governo organizza la difesa della «swissness»

Il governo vuole un uso ordinato e pulito del simbolo della Confederazione swissinfo.ch

Nell'utilizzo della croce bianca e del termine «Svizzera» regna una certa confusione. Ora l'esecutivo ha deciso di fare ordine.

Gli ambienti interessati – in particolare l’economia – avranno tempo fino alla fine di marzo del 2008 per pronunciarsi su un progetto di revisione della legge sulla protezione dei marchi e delle denominazione d’origine.

Sempre più imprese – indica una nota del ministero di giustizia e polizia (DFGP) – usano per i propri prodotti o servizi designazioni come «Svizzera», «qualità svizzera», «made in Switzerland» e la croce svizzera. Ciò comporta anche un aumento degli abusi.

La legislazione attuale – secondo il DFGP – non tiene sufficientemente conto della realtà economica ed è quindi insoddisfacente. Ad eccezione degli orologi, attualmente non esistono criteri chiari che permettano di decidere quando si può apporre la designazione «Svizzera» su una merce.

Non è neppure giustificabile vietare di contrassegnare con la croce svizzera le merci, permettendolo nel contempo per i servizi. Infine gli abusi non vengono perseguiti in modo efficace né nella Confederazione né all’estero. Il progetto di legge «swissness» intende eliminare tali lacune.

Il progetto di revisione della legge sulla protezione dei marchi e delle indicazioni di provenienza contiene criteri più precisi per determinare la provenienza geografica di un prodotto.

60% dei costi di produzione in Svizzera

Affinché una merce possa essere definita di origine svizzera, almeno il 60% dei costi di produzione dev’essere generato nella Confederazione per tutte le categorie di prodotti (prodotti naturali, prodotti naturali trasformati, prodotti industriali). Non sono considerati costi di produzione in particolare
le spese di commercializzazione, quali le spese per la promozione e il servizio
ai clienti dopo la vendita.

Il disegno di legge propone criteri di provenienza specifici per ogni categoria di prodotti: per i prodotti naturali fa stato ad esempio il luogo d’estrazione o il luogo in cui il prodotto è cresciuto integralmente.

Il progetto legislativo prevede che in caso di abusi in Svizzera, in particolare della denominazione «Svizzera» e della croce svizzera, l’Istituto federale della proprietà intellettuale possa sporgere denuncia penale.

Le indicazioni di provenienza che rinviano a un’origine geografica, indice di una qualità o di una reputazione particolare oppure di un’altra caratteristica del prodotto (cosiddette indicazioni geografiche), potranno essere registrate anche per i prodotti non-agricoli.

Maggior protezione delle denominazioni d’origine

Le indicazioni geografiche e le denominazioni d’origine potranno inoltre essere iscritte, a severe condizioni, come marchi di garanzia o marchi collettivi nel registro dei marchi. L’iscrizione nel registro permetterà al titolare del marchio di ottenere la protezione anche all’estero.

«Quest’ultimo aspetto – ha detto davanti ai media il ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher – è nuovo e molto importante». «In caso di abusi si rischiano fino a cinque anni di prigione e multe superiori al milione di franchi», ha aggiunto.

La revisione della legge federale per la protezione degli stemmi pubblici e di altri segni pubblici prevede inoltre di riservare l’uso dello stemma svizzero – croce svizzera su uno scudo – alla Confederazione e alle sue unità.

La bandiera svizzera e la croce svizzera potranno invece essere usate da tutti, se il prodotto così contrassegnato è effettivamente di origine svizzera.

swissinfo e agenzie

«Alla mente dei consumatori svizzeri e stranieri, la ‘svizzerità’ richiama essenzialmente e in grandi linee un mondo sano, ordinato, efficace, che evoca a sua volta le nozioni di precisione, esattezza, affidabilità e solidità», sostiene il rapporto pubblicato mercoledì dal governo.

La ‘svizzerità’ è sinonimo di innovazione, di prodotti esclusivi e di servizi eccellenti. Questa designazione, indica il Consiglio federale, vuol far riferimento ad un paese «ricco di culture, cosmopolita e aperto al mondo».

In altre parole, il marchio ‘svizzera’ ha effetti positivi per il marketing e il commercio. Per tale motivo, la metà delle aziende svizzere ricorrono a questa designazione o allo stemma nazionale per contrassegnare i loro prodotti.

Attualmente, lo stemma svizzero non può essere registrato quale marchio commerciale, né essere affisso su prodotti commerciali. Questo marchio può essere impiegato, a determinate condizioni, nel settore dei servizi.

L’utilizzazione delle designazioni «svizzera» o «swiss made» è essenzialmente limitata dalla giurisprudenza. Finora il governo ha fissato regole chiare soltanto per gli orologi.

Negli ultimi anni queste regole sono state però frequentemente violate. In mancanza di una designazione «svizzera» protetta dalla legge, questi abusi non possono venir puniti.

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