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Il gas russo dovrà essere pagato in rubli

condotta di gas
Il gas russo copre circa il 40% del consumo europeo. Keystone / Maksim Malinoski

Vladimir Putin ha annunciato mercoledì che i Paesi considerati "ostili" non potranno più pagare il gas e il petrolio russi in euro o in dollari, ma solo in rubli. Una mossa che ha fatto schizzare verso l'alto il prezzo del gas.

La dipendenza di diversi Paesi dell’Unione Europea alle forniture di petrolio e soprattutto di gas russo è sicuramente l’arma economica numero uno nelle mani dell’inquilino del Cremlino, che non si è privato di utilizzarla.

Il presidente russo ha infatti annunciato mercoledì che tutti i Paesi “ostili”, ovvero quelli che hanno preso sanzioni nei confronti della Russia, dovranno d’ora in poi pagare le forniture in rubli. Ciò ha provocato un’impennata dei prezzi del gas sul mercato europeo, visti i timori per l’approvvigionamento e le tensioni legate all’offerta.

I Paesi europei, che contrariamente agli Stati Uniti non hanno imposto un embargo sulle risorse energetiche russe, intendono ridurre le importazioni di gas e petrolio dalla Russia di due terzi quest’anno, ma prevedono di poter uscire dalla “dipendenza” delle forniture provenienti da est solo nel 2027.

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Se volete il nostro gas, comprate rubli

Insieme agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna, i Paesi dell’Unione Europea hanno congelato i beni della banca centrale della Russia, ciò che ha causato il crollo del rublo e ha fatto fondere come neve al sole le riserve di valuta estera dell’istituto.

Il messaggio di Vladimir Putin sembra ora essere: se volete il nostro gas, comprate rubli.

“La Russia continuerà, naturalmente, a fornire gas naturale secondo i volumi e i prezzi (…) stabiliti nei contratti precedentemente conclusi”, ha dichiarato il presidente russo in una riunione con i suoi ministri più importanti, che è stata trasmessa in televisione.

“I cambiamenti riguarderanno solo la valuta di pagamento, che sarà cambiata in rublo”, ha aggiunto.

Il gas russo copre circa il 40% del consumo europeo e le importazioni di gas dell’UE dalla Russia hanno fluttuato tra 200 e 800 milioni di euro al giorno dall’inizio dell’anno. Un cambio di valuta per queste transazioni potrebbero causare importanti interruzioni del commercio. Ciò ha causato, come detto, un’impennata dei prezzi all’ingrosso in Europa, aumentati fino al 30% mercoledì.

Come interpretare la mossa russa? L’analisi del corrispondente della RSI a Bruxelles Thomas Miglierina:

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Violazione del contratto

L’annuncio di Putin si è anche subito tradotto in un rafforzamento del rublo, che per la prima volta in tre settimane è sceso di nuovo sotto la soglia di 95 rubli per dollaro.

Dall’inizio della guerra, la valuta russa ha perso il 20% del suo valore.

Vladimir Putin ha dato tempo una settimana al Governo russo e alla banca centrale per trovare una soluzione per proseguire le forniture di gas facendole pagare in rubli.

Il ministro dell’economia tedesco Robert Habeck, il cui Paese è particolarmente dipendente dal gas russo, ha denunciato quella che ha definito una violazione da parte di Mosca dei contratti in essere, conclusi in euro.

Secondo Gazprom, il colosso russo dell’energia, il 58% delle sue vendite di gas naturale in Europa e altri Paesi sono stati regolati in euro a partire dal 27 gennaio. Il dollaro USA ha rappresentato circa il 39% delle vendite e la sterlina circa il 3%.

L’analisi del giornalista economico Luca Fasani:

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