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Il destino sospeso dell’aeroporto di Malpensa

Sul destino dell'aeroporto di Malpensa come Hub pesa il futuro dell'Alitalia (foto: www.alitalia.it)

La crisi dell'Alitalia potrebbe avere delle conseguenze negative sull'aeroporto intercontinentale di Malpensa, che per l'economia ticinese costituisce un'importante porta sul mondo.

Situato a due passi dal Ticino, l’aeroporto lombardo rischia di essere declassato: l’aeroporto romano di Fiumicino intende infatti essere, per il traffico internazionale, il numero uno in Italia.

La persistente crisi della Alitalia ha un peso fondamentale nel futuro di Malpensa. Messa molto male a livello finanziario, la compagnia di bandiera italiana non può più permettersi di disporre di due piattaforme di transito per il traffico internazionale.

Una decina di interessati hanno risposto, entro il 29 gennaio, al bando di vendita di Alitalia pubblicato alla fine del 2006 dal Governo italiano. Bisognerà però aspettare ancora un po’ di tempo per conoscere le loro vere intenzioni. Anche perché, tra i possibili aquirenti, non figura una compagnia aerea di una certa importanza, come poteva essere Air France, che ha finalmente rincunciato ad un acquisto.

I numeri di Malpensa e Fiumicino

Il destino sospeso di Alitalia preoccupa naturalmente Milano, perché con Roma come “Hub” e aeroporto di transito internazionale, lo scalo milanese si ridurrebbe a piattaforma per gli aerei che partono e arrivano da Milano. Del resto le speranze di sviluppo investite in Malpensa al momento dell’inaugurazione nel 1998, sono state disattese.

Tra il 2000 e il 2005 il numero dei passeggeri a Malpensa è diminuito del 5% (oggi sono circa 19,5 milioni), mentre nello stesso periodo Fiumicino ha segnato un aumento del 9% (alla fine del 2005 il numero dei passeggeri ha raggiunto 28,7 milioni). Stessa tendenza per il numero degli atterraggi e delle partenze.

L’aeroporto di Malpensa difende tuttavia le proprie posizioni per quanto riguarda il traffico merci: nell’aeroporto lombardo transitano mediamente 385 mila tonnellate di merci contro le 171 mila tonnellate di Fiumicino. Una cifra che non deve stupire e che conferma la solidità e la forza economica del nord Italia.

Il Ticino sta alla finestra

Anche dal Ticino gli sviluppi di Malpensa vengono seguiti con attenzione. E, anche in questo caso, non c’è da stupirsi visto che i legami economici tra il sud delle Alpi e il colosso lombardo sono intensi e di fondamentale importanza per il futuro del Ticino.

Insieme all’aeroporto di Zurigo-Kloten, l’aeroporto di Malpensa rappresenta per il Ticino e per gli imprenditori che operano sul territorio, la più importante porta nei cieli del mondo. Un declassamento di Malpensa avrebbe delle conseguenze poco piacevoli.

Anche perché per collegare l’aeroporto milanese al Ticino e alla Svizzera, sono previsti importanti investimenti per progetti ferroviari già approvati tanto dal governo svizzero, quanto da quello italiano. La Lombardia e il Ticino si sono accordati anche sui tempi: a partire dal 2011 dovrebbero entrare un funzione i collegamenti tra Lugano/Mendrisio e Varese/Malpensa.

Collegamenti sui binari

I collegamenti veloci con l’aeroporto internazionale di Malpensa restano tra le priorità tanto della Regione Lombardia quanto della Svizzera italiana. La linea Lugano-Mendrisio-Varese/Malpensa (con il raccordo di Stabio Arcisate) rappresenta infatti un punto nodale nel sistema di trasporto integrato.

Nel quadro del Fondo infrastrutturale per il traffico d’agglomerato e la rete delle strade nazionali voluto dalla Confederazione, il Parlamento ha deciso di stanziare 67 milioni di franchi – ossia una cifra pari alla metà dei costi di costruzione (134 milioni) – per il completamento dell’ultima tratta ferroviaria della Stabio-Arcisate.

“Questo collegamento – aveva ricordato il consigliere di Stato ticinese Marco Borradori – permette di ridurre di due ore i tempi di viaggio tra il Ticino e la Romandia e collegare direttamente l’asse del San Gottardo all’aeroporto intercontinentale di Malpensa”.

Preoccupazione ma nessun pessimismo

Con il passare del tempo le preoccupazioni sul destino di Malpensa si sono un po’ sopite. Le voci raccolte tra gli imprenditori ticinesi sono pressoché unanimi: l’importanza economica della Lombardia è tale che un declassamento dell’aeroporto intercontinentale milanese è impensabile.

Del resto la Regione Lombardia alla fine dell’anno scorso è passata all’attacco rivendicando a pieno titolo un rilancio del sistema aeroportuale lombardo.

In una lettera ufficiale inviate al Governo Prodi, la Regione Lombardia ha chiesto di promuovere azioni atte a riaffermare il ruolo di Hub di Malpensa, consentendo un adeguato potenziamento dello scalo che, come evidenziano i dati, “ha visto una crescita continua, in particolare dal 1996 al 2000 (+500%), e che rappresenta per Alitalia il 44% del volume di traffico passeggeri”.

Secondo l’Unione industriali di Varese la perdita del ruolo Hub di Malpensa non potrebbe che riportare viaggiatori e merci provenienti dall’intero Nord Italia verso i grandi Hub europei a partire da Francoforte, Zurigo, Parigi, Amsterdam, Londra. Il depotenziamento di Malpensa, in altri termini, non equivarrebbe automaticamente al potenziamento di Fiumicino.

Ma le prospettive dello scalo milanese restano comunque strettamente legate al futuro di Alitalia. La compagnia italiana, confrontata ad un’emorragia finanziaria senza fine, continua a muoversi in una zona di turbolenze che minacciano la sua sopravvivenza.

swissinfo, Françoise Gehring, Lugano

La Regione Lombardia rappresenta, per l’Italia, un consistente bacino di produzione e di consumo, che concentra nel proprio territorio: il 36% dell’import e 28,5% dell’export italiano; il 51% degli investimenti esteri in Italia; una capacità di investimento italiano all’estero pari al 40%; una presenza del 36% di imprese italiane con partecipazione in imprese estere pari a circa 900 imprese con 206.000 addetti.

La Lombardia si distingue inoltre per una presenza del 35% di imprese italiane a partecipazione estera pari a oltre 800 imprese con 250.000 addetti, nonché una attrattività turistica pari a 9,4 milioni arrivi turistici di cui altre 4 milioni provenienti dall’estero.

Il termine “hub and spoke” viene usato nelle reti di trasporto, in particolare con riferimento alle reti delle linee aeree. Le compagnie aeree seguono tradizionalmente un modello di sviluppo della rete chiamato “hub and spoke”, costituito da uno scalo dove si concentrano la maggior parte dei voli.

Concentrando i collegamenti su un hub, il risultato è una capacità di fornire più frequenze tra due aeroporti “spokes”, il cui flusso di traffico, invece di risolversi con voli diretti, viene convogliato sull’hub.

A parità di flusso di traffico tra due aeroporti “spokes” il convogliare traffico su un hub permette, a parità di flusso, di realizzare più collegamenti in uno stesso periodo di tempo.

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