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Il costo del carburante accelera con l’arrivo delle vacanze

Una raffineria in Svizzera francese.
Chi vende a 1,90 franchi al litro, può guadagnare fino a 50 centesimi di profitto lordo. © Keystone / Laurent Gillieron

Salasso in vista alla pompa di benzina per chi parte in vacanza: i grandi marchi del settore praticano prezzi molto elevati, ben superiori a quelli dei piccoli distributori, critica oggi la stampa svizzera, che non esita a parlare di "margini favolosi".

Puntualmente con l’arrivo delle ferie il costo del carburante sale, in particolare quello del diesel: il sospetto avanzato dal quotidiano svizzerotedesco Blick è che gli automobilisti vengano volutamente tartassi. Per corroborare questa tesi i giornalisti della testata avanzano il caso dell’imprenditore Markus Gasser, che a Dagmersellen (LU) gestisce una stazione con cinque pompe, tutte diesel. Da lui il litro di gasolio costa 1,60 franchi, 20 centesimi in meno dell’attuale prezzo medio e di ben 30 centesimi inferiore agli 1,90 franchi richiesti nella non lontana area di servizio autostradale di Würenlos (AG). Gasser dice di guadagnare bene con il carburante: acquista infatti il litro a 1,40 franchi. L’ultima fornitura, di 33’000 litri, è stata esaurita in pochi i giorni. Secondo il 53enne quelli praticati dalle grande stazioni di servizio non sono altro che “prezzi fantasia”.

Margini “molto alti”

Anche altri imprenditori sono al momento irritati dal fatto che alcuni gestori stiano “incassando spudoratamente” – così dice il Blick – e che gli scarti fra prezzi di acquisto e vendita siano saliti alle stelle negli ultimi mesi. “I margini sono molto alti”, conferma Daniel Schöni, uno dei principali trasportatori sull’asse nord-sud, con centinaia di dipendenti e numerosi camion. Per far fronte alla situazione il 50enne acquista autonomamente il diesel: il prezzo in parte non raggiungono nemmeno 1,40 franchi, afferma in dichiarazioni riportate dal Blick.

Concretamente questo significa che chi vende a 1,90 intasca profitto lordo di 50 centesimi. Ma i grandi del settore la vedono diversamente e non ci stanno a passare per profittatori. La cooperativa Avia, leader del mercato con oltre 500 stazioni di servizio, spiega alla testata che le tariffe sono fissate “individualmente alla pompa secondo i prezzi specifici di approvvigionamento e le condizioni di mercato regionali”. Agrola, filiale di Fenaco e numero due, dice di non avere alcuna influenza sui prezzi, stabiliti localmente. Coop punta il dito sugli oneri di approvvigionamento e sul costo del greggio “generalmente aumentato”. I responsabili di Migrol non hanno invece risposto.

Prende invece posizione in dettaglio – sempre interpellato dal Blick – Daniel Hofer, presidente di Avenergy Suisse, nuovo nome (dal 2019) di quella che un tempo era l’Unione petrolifera. A suo avviso la situazione è “il risultato di un mercato funzionante in cui i prezzi sono controllati dalla domanda e dall’offerta”. Ogni stazione di servizio opera “in un ambiente di mercato locale”, dice l’ex numero uno di Migrol. Questo è “essenzialmente determinato dai flussi di traffico, dai prezzi degli immobili e dalla concorrenza esistente”.

Il servizio della RSI:

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