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Il cioccolato svizzero miete successi all’estero

Il coniglietto di cioccolato in carta oro della ditta Lindt&Sprüngli è fra i prodotti più venduti all'estero Keystone

Con un fatturato di 1,46 miliardi di franchi, le vendite di cioccolato in Svizzera hanno raggiunto nel 2005 un nuovo record.

Il risultato, superiore alle aspettative, è da attribuire essenzialmente alle esportazioni, in crescita del 16,6% rispetto al 2004.

Il cioccolato svizzero piace sempre di più. Le 18 aziende attive nel settore hanno infatti raggiunto lo scorso anno il fatturato più alto mai registrato. Le vendite totali sono aumentate dell’8,2% a 160’323 tonnellate, per un fatturato totale di 1,466 miliardi di franchi.

«L’aumento delle vendite è dovuto soprattutto alle esportazioni, mentre sul mercato svizzero esse sono risultate in calo», si legge in un comunicato pubblicato venerdì da Chocosuisse, l’organizzazione mantello dei fabbricanti svizzeri di cioccolato.

Mercato svizzero saturo

In Svizzera, malgrado la ripresa della congiuntura, la domanda di cioccolato e di prodotti derivati ha sofferto lo scorso anno di una propensione al consumo piuttosto moderata. La ripresa del turismo – settore molto importante per l’industria del cioccolato – ha tuttavia trasmesso degli impulsi positivi.

Le vendite dei fabbricanti svizzeri hanno raggiunto sul territorio elvetico le 68’979 tonnellate, in calo dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Il fatturato realizzato sul mercato interno è di 803 milioni di franchi (-1,3% rispetto al 2004).

Con un consumo nazionale di 86’899 tonnellate, comprese le importazioni ma non il cacao e il cioccolato in polvere, il consumo medio per abitante è rimasto invariato a 11,6 kg l’anno.

Esportazioni in aumento

Le esportazioni continuano invece a crescere a ritmi sostenuti. Le vendite dei fabbricanti elvetici all’estero hanno raggiunto lo scorso anno le 91’344 tonnellate, pari a un aumento del 16,6% rispetto al 2004. Ancor migliori i risultati del fatturato registrato all’estero, che con 663 milioni di franchi è progredito del 20,4% nel giro di un anno.

L’industria del cioccolato elvetica esporta i propri prodotti in 130 Paesi. Fra questi, il primo posto è occupato dalla Germania (19%), seguita da Francia (13%), dal Regno Unito (10%) e dagli Stati Uniti (8%).

«Le vendite di cioccolato svizzero sono state particolarmente buone anche in altri Paesi dell’Unione europea (Danimarca, Spagna, Slovacchia, Repubblica ceca), nonché in Australia, Sudafrica, Brasile e Bulgaria», sottolinea Chocosuisse.

Per il 2006, l’industria elvetica del settore spera di potere rosicchiare ulteriori fette di mercato all’estero.

swissinfo e agenzie

I Maya coltivavano già il cioccolato attorno all’anno 600 nell’America Centrale. Utilizzavano le fave di cacao, per preparare una bevanda chiamata “Xocolatl”.

All’inizio del XIX° secolo, la bevanda al cioccolato ha cominciato a perdere d’importanza in Europa. Di pari passo cresceva l’interesse per il cioccolato solido. Nello stesso periodo nascevano le prime manifatture meccanizzate di cioccolato in Svizzera.

Nel 1879, Rodolphe Lindt sviluppò a Berna un nuovo metodo di lavorazione («Conchieren»), con il quale riuscì a produrre il primo cioccolato fondente al mondo.

Dall’inizio del XX° secolo, l’industria svizzera del cioccolato ha conquistato i mercati mondiali.

L’Unione dei fabbricanti svizzeri di cioccolato, Chocosuisse, è stata fondata nel 1901 e rappresenta gli interessi delle 18 aziende del settore.
Numero di collaboratori: 4342.
Vendite in tonnellate: 160’323.
Vendite in milioni di franchi: 1466.
Principali mercati d’esportazione: Germania (19%), Francia (13%), Regno Unito (10%), USA (8%).

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