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Il ciclo di Doha scongelato a Davos

Pascal Lamy e Doris Leuthard hanno cercato di dare un nuovo impulso al ciclo di Doha Keystone

Al Forum economico mondiale (WEF) di Davos i ministri delle principali potenze economiche hanno promesso una ripresa delle discussioni sulla liberalizzazione del mercato mondiale.

Tuttavia non è stato preso alcun impegno formale sul calendario dei prossimi incontri, come si auspicava la ministra dell’economia elvetica, Doris Leuthard.

Una trentina di ministri dell’economia e del commercio – su 150 paesi membri del Wto – si sono incontrati per alcune ore sabato al World Economic Forum di Davos.

All’incontro hanno partecipato il direttore del Wto (o Omc, Organizzazione mondiale del commercio) Pascal Lamy ed i ministri dei maggiori Paesi coinvolti nelle trattative: dalla rappresentante statunitense al Commercio Susan Schwab al commissario europeo Peter Mandelson e al ministro indiano Kamal Nath.

Per la Svizzera era presente la Consigliera federale Doris Leuthard, ottimista pur se consapevole del fatto che senza un po’ più di flessibilità da parte di tutti, i progressi non si faranno: “Oggi abbiamo dato un segnale forte: i negoziati devono riprendere su una base globale a Ginevra” ha detto la ministra dell’economia.

“D’ora in poi abbiamo l’appoggio forte dell’economia e dei responsabili politici riuniti a Davos. Nessuno vuole che i negoziati falliscano: gli effetti sul sistema multilaterale, e in particolare sui paesi in via di sviluppo, sarebbero troppo gravi”, ha aggiunto Doris Luethard.

All’incontro informale, oltre ai ministri erano presenti anche i presidenti dei diversi gruppi negoziali (agricoltura, servizi e prodotti industriali).

Bisogna fare in fretta

I negoziati del ciclo di Doha, lanciati nel 2001 nella capitale del Qatar, sono stati sospesi nel luglio 2006 da Lamy a causa del persistente stallo. A più riprese Lamy ha chiesto ad ogni parte di compiere un passo.

“Si riesce a scongelare qualcosa perfino a Davos”, ha detto con una battuta scherzosa Lamy. “C’è ancora modo di dare energia e dinamismo al processo di Doha, senza fissare delle date precise. Ma è chiaro che non abbiamo molto tempo davanti a noi”, ha detto il direttore del Wto.

In particolare all’Ue si chiedono maggiori concessioni sulla riduzione dei dazi doganali sui prodotti agricoli. Agli Stati Uniti di migliorare la loro offerta abbassando il tetto massimo delle sovvenzioni agricole.

Il nodo agricolo

Il commissario europeo per il commercio esterno Peter Mandelson ha ribadito la propria volontà di fare un passo in direzione dei G20 (i 20 principali paesi emergenti) che chiedono la sospensione delle sovvenzioni all’agricoltura.

L’agricoltura, che conta per meno del 10% degli scambi mondiali, è da sempre il punto più spinoso delle trattative multilaterali per la liberalizzazione degli scambi. Ma il ciclo di Doha, prevede di migliorare l’accesso al mercato anche per i prodotti industriali.

In cambio delle loro concessioni nel settore agricolo, Ue e Usa chiedono ai paesi emergenti del G20 – tra cui India, Brasile e Cina – una maggiore apertura dei loro mercati ai prodotti industriali e ai servizi (assicurazione, banche, turismo).

swissinfo e agenzie

Il ciclo di Doha è stato lanciato nel 2001 nella capitale del Qatar. I 149 membri dell’OMC negoziano in tale contesto una liberalizzazione degli scambi commerciali in beni e servizi.

I negoziati, che dovrebbero risultare nella firma di un accordo nel primo semestre del 2007, si sono arenati sulle divergenze in politica agricola.

Nel dicembre 2005 a Hong Kong i ministri si erano accordati sulla soppressione delle sovvenzioni accordate agli esportatori agricoli a partire dal 2013.

I paesi industrializzati si erano impegnati a non tassare il 97% dei prodotti provenienti dai paesi più poveri.

La Svizzera si è opposta alla richiesta abbassare le sue sovvenzioni all’agricoltura, ma è in favore di una liberalizzazione dei servizi e dei prodotti industriali e per una diminuzione dei dazi doganali.

Sabato a Davos, sotto importanti cadute di neve, circa 200 militanti si sono riuniti per manifestare contro la globalizzazione. La polizia ha fermato una cinquantina di persone.

A Basilea tra 1000 e 2000 persone, alcune a volto coperto, hanno manifestato pacificamente contro il Wef di Davos, camminando per le vie della città, accompagnate discretamente dalle forze di polizia. Due poliziotti sono stati feriti.

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