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Il Bellinzona dà un calcio alla disabilità

Disabili e normodotati uniti dallo sport nella Special Cup, la manifestazione annuale sport e integrazione di Bellinzona acbellinzona.ch

Creare in seno ai club d'élite squadre di calcio adattato per ragazzi con disabilità mentali. Con questa iniziativa – una prima nazionale – l'AC Bellinzona (ACB) mira a promuovere l'integrazione. Le iscrizioni alla squadra bellinzonese si aprono il 22 ottobre.

Hakan è una stella calcio svizzero. Sandra è una giocatrice di basket. Entrambi incarnano l’integrazione riuscita attraverso lo sport. Hakan è figlio di immigrati. Sandra è disabile intellettiva. Entrambi si impegnano perché lo sport giochi a fondo un ruolo aggregativo nella società, affinché la diversità sia considerata una risorsa per il Paese.

“CrediAMOci!” L’incitazione sulla maglia dell’ACB regalata ai ragazzi che si cimentano nelle partite della Special Cup, il 22 ottobre 2011 a Bellinzona, dimostra la volontà del club ticinese di trasformare in realtà l’ideale di Hakan, Sandra e tutti coloro che si battono per una società in cui la disabilità non sia più sinonimo di emarginazione.

“Lo sport in generale si è già rivelato uno strumento d’integrazione molto forte”. E il calcio è particolarmente efficace in questa funzione, perché è la disciplina “numero uno al mondo”, ha spiegato Aldo Doninelli, direttore sportivo di Special Olympics Svizzera, nella conferenza stampa di presentazione del progetto “AC Bellinzona – Special Team”.

Una popolarità che rende il calcio “una formidabile cassa di risonanza, una piattaforma per lanciare messaggi alla società”, ha aggiunto il presidente dell’ACB Gabriele Giulini. Conscio della grande responsabilità etica e sociale che ciò comporta, il sodalizio granata ha deciso di aprirsi ai disabili intellettivi.

Uno scambio proficuo per tutti

“Chi ha il privilegio di non avere disabilità deve avere la disponibilità di aiutare. Con mio fratello ho già partecipato a molti progetti per aiutare persone meno fortunate di noi”, ha spiegato a swissinfo.ch Hakan Yakin, il quale, come il fratello Murat, oltre a militare in grandi squadre, è stato anche titolare della nazionale svizzera.

“Tramite progetti simili noi possiamo offrire momenti di felicità, ma anche riceverne. È uno scambio. Ognuno, a qualsiasi età può imparare ogni giorno qualcosa di nuovo”, rileva Yakin, che da gennaio giocherà nell’ACB.

Il neoacquisto del club granata ha già giocato alcune partite con disabili mentali e si dice entusiasta di essere partecipe di questo nuovo progetto. “Siamo solo all’inizio, ma spero che in futuro, partendo da Bellinzona, riusciremo a creare un grande movimento nazionale”.

Vincere i pregiudizi, diffondere lo sport

L’inserimento di sezioni di disabili intellettivi nei club calcistici permetterebbe di vincere molti pregiudizi e di diffondere la pratica dello sport anche fra coloro che non sono normodotati, spiega Walter Caranzano, responsabile di Special Olympics Ticino.

Oggi solo un’infima parte di portatori di andicap mentali fra gli 8 e i 16 anni fa sport. La stragrande maggioranza dei circa seimila atleti che fanno parte di associazioni di Special Olympics in Svizzera ha più di 20 anni.

Una situazione legata anche alle reticenze di molti genitori ad iscrivere i figli con problemi intellettivi in gruppi sportivi di invalidi, riconosce Caranzano, che parla per esperienza diretta. Egli stesso, infatti, è padre di una giovane disabile intellettiva. Ed egli stesso inizialmente è stato molto riluttante a seguire il consiglio della docente di scuola speciale di sua figlia di farle praticare la pallacanestro in un gruppo di invalidi.

“Seppur con molti pregiudizi, l’ho accompagnata al primo allenamento. Subito ho notato che Sandra era ben accettata nella squadra, che in quel gruppo c’era un’ottima integrazione. Nel giro di un anno ho constatato il grande sviluppo di Sandra, non solo fisico, ma anche personale”.

“Lo sport ha aiutato mia figlia a crescere”

“Ringrazio la docente di scuola speciale che ci ha indirizzati verso lo sport per disabili. Mia figlia ha avuto così la possibilità di avere dei momenti positivi, di avere delle vittorie per se stessa, come anche la possibilità di sbagliare senza essere derisa o sgridata e messa in disparte”, racconta a swissinfo.ch, con voce rotta dall’emozione.

“Oggi posso affermare senza ombra di dubbio che lo sport ha aiutato mia figlia a crescere. Ha acquistato autostima, fiducia in se stessa, ha imparato a lavorare con le sue emozioni, sia positive che negative, a gestire se stessa e le relazioni con i compagni di squadra. In casa non avremmo potuto offrirle tutto questo sviluppo. In una squadra di normodotati molto probabilmente non l’avrebbero mai accettata o se l’avessero accolta probabilmente si sarebbe sentita inferiore e si sarebbe demotivata”, rileva Walter Caranzano.

Sandra aveva 14 anni quando ha iniziato a giocare a basket. Ora ha 22 anni e ha anche un lavoro. Da piccola le sarebbe piaciuto giocare a calcio, ma non ha potuto perché non c’era una squadra, confida il papà. La fiducia acquisita attraverso la pallacanestro oggi le permette di impegnarsi a favore dei ragazzi con disabilità intellettive. Sandra è testimonial della manifestazione sport e integrazione Special Cup ed è entusiasta del progetto dell’AC Bellinzona – Special Team. “Seguirà questa squadra come tifosa”, ci assicura Walter Caranzano.

La fiducia acquisita attraverso la pallacanestro oggi le permette di impegnarsi a favore dei ragazzi con disabilità intellettive. Sandra è testimonial della manifestazione sport e integrazione Special Cup ed è entusiasta del progetto dell’AC Bellinzona – Special Team. “Seguirà questa squadra come tifosa”, ci assicura Walter Caranzano.

Un campionato svizzero di calcio adattato

Dirigenti, allenatore e giocatori dell’ACB sono fiduciosi. Nella prima partita di campionato quest’anno allo stadio di Bellinzona sono stati presentati gli atleti ticinesi di Special Olympics che hanno portato a casa delle medaglie. “Abbiamo visto la luce che brillava nei loro occhi e ora desideriamo vedere quella luce negli occhi di tanti ragazzi”, ha detto l’allenatore dell’ACB Martin Andermatt.

“Iniziamo un cammino. Le nostre porte sono aperte a tutti i ragazzi e le ragazze con disabilità intellettive. Tutti insieme costruiremo un ponte che ci porterà molto lontano”, ha dichiarato il presidente Giulini. Sarà un ponte che dovrà valicare le Alpi, poiché l’obiettivo è di riuscire a coinvolgere club di tutta la Svizzera a creare squadre analoghe, in modo da poter organizzare un campionato nazionale di calcio adattato.

Il calcio adattato è rivolto a persone con disabilità intellettive. Lo scopo è di contribuire al loro sviluppo fisico e personale attraverso lo sport. La pratica della disciplina e le regole del gioco sono adattate alle loro capacità e ai loro bisogni. Le squadre di calcio adattato sono composte esclusivamente di giocatori con andicap mentali, diversamente da quelle di 

calcio integrato, che comprendono anche giocatori normodotati.

La manifestazione Special Cup ha lo scopo di integrare persone con andicap intellettivi attraverso lo sport. Nata nel 2009, si svolge ogni anno in ottobre a Bellinzona. È organizzata congiuntamente dall’Associazione Amici di Bellinzona Channel, dalla Federazione ticinese integrazione andicap (FTIA) e da Special Olympics.

La Special Cup comprende gare di diverse discipline sportive e intrattenimenti musicali e di danza. Alle competizioni partecipano sportivi di tutte le età, sia disabili che normodotati. I genitori di bambini con andicap intellettivi hanno l’occasione di ottenere informazioni sulle offerte di sport per disabili in Ticino.

Oltre a società sportive di disabili intellettivi e a club d’élite del cantone Ticino, all’edizione 2011 partecipano anche tre associazioni italiane di sport integrato: i friulani del FAI SPORT (nuoto), i milanesi di Sesamo Rho (basket) e i romani della A.S.D. Totti Soccer Scool (calcio).

Fondata nel 1968 negli Stati Uniti, Special Olympics (SO) è la più grande organizzazione internazionale di sport per persone con disabilità mentale. Lo scopo è di contribuire al loro sviluppo personale.

Oggi in tutto il mondo circa 4 milioni di atleti, distribuiti in oltre 30 discipline, sono membri di associazioni che fanno capo a SO.

In Svizzera SO conta circa 7mila atleti. Nel 2010 la sezione elvetica di SO ha organizzato 49 gare in 12 discipline.

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